Monarch: Legacy of Monsters: recensione della serie Apple TV+

Monarch: Legacy of Monsters recensione

Con sole tre puntate la nuova serie scaturita dalla collaborazione tra Legendary e Apple TV+ regala al pubblico quello che gli ultimi film su Godzilla, King Kong e i loro giganteschi compagni di scorribande non erano riusciti a fornire: trepidazione e senso della meraviglia.

Monarch: Legacy of Monsters, la trama

La narrazione delle vicende si svolge su due piani temporali, entrambi relegati nel passato; Monarch: Legacy of Monsters comincia infatti nel Giappone di un non troppo lontano 2015, in un mondo che si sta riprendendo dagli attacchi catastrofici di Godzilla. Per raccontare la nascita della Monarch e i suoi primi incontri con i mega-animali la storia salta invece più indietro, ovvero nel 1959, e questa per il momento è senza dubbio la parte più divertente della serie.

I creatori Chris Black e Matt Fraction scelgono giustamente di puntare sull’attesa, di centellinare le apparizioni dei vari mostri privilegiando al contrario la suspense allo spettacolo gratuito. Ecco allora che le varie puntate propongono la bellezza di scenari naturali in cui i vari personaggi si scambiano battute da commedia sofisticata mentre cercano di scoprire la verità su ciò che sta accadendo. Il tono è scanzonato, almeno nel passato, mentre nella finestra temporale che possiamo considerare contemporanea la protagonista Cate Randa (Anna Sawai) non riesce a superare il trauma del primo attacco di Godzilla a San Francisco, città in cui viveva.

Uno sguardo sulle vittime

Il fatto che Monarch: Legacy of Monster getti finalmente uno sguardo verso le “vittime”, fin troppo spesso dimenticate dentro la spettacolarità delle scene catastrofiche, approfondisce lo spessore emotivo dell’intera operazione. Ma come già accennato in precedenza la carta vincente sta nel proporre uno spettacolo mai roboante, che non fa degli effetti speciali o dell’action scatenata il suo fulcro principale, tutt’altro. Ed ecco allora che quando Godzilla o qualcuno degli altri animali giganti fa il suo ingresso in scena, allora lascia davvero il segno come accade ad esempio in una notevole sequenza della terza puntata, a livello estetico e spettacolare forse il momento migliore in questo universo cinematografico dai tempi del Godzilla diretto da Gareth Edward.

Una classica storia di avventura

Con Monarch: legacy of Monsters si torna alle basi dell’idea, ovvero costruire una storia di avventura, ricerca, scoperta in cui il “mostro” serve come supporto spettacolare ma non necessariamente primario a storia e contenuto. Al centro di questo show ci sono il mistery, l’avventura, il sentimento, le relazioni tra i personaggi, non certo quei mostri che sono comunque il fulcro principale della narrazione. E non si pensi che la produzione sembri voler risparmiare sugli effetti speciali per contenere il budget, perché dalle location magnifiche e dalla ricostruzione scenografica si capisce chiaramente che si tratta di uno sforzo produttivo notevole da parte di Legendary e Apple TV+.

Nella zona delle serie televisive che possono garantire prima di tutto svago e uno spettacolo in grado di accontentare tutti, Monarch: Legacy of Monsters si distingue per lungimiranza produttiva e una visione molto equilibrata di quello che vuole mettere in scena. Esplicitamente conscio che la fruizione su schermi minori rispetto alla sala cinematografica non può garantire la stessa spettacolarità, lo show ovvia a questa limitazione attraverso un gioco molto proficuo col pubblico.

Trama spigliata, montaggio fluido ma mai inutilmente isterico, ambientazioni esotiche sfruttate la meglio offrono il giusto appeal per costruire un senso di meraviglia e anticipazione un po’ alla vecchia maniera, così quando poi le creature giganti arrivano a distruggere o minacciare, ecco che l’effetto si fa ancor più efficace. Le prime tre puntate sono seriamente divertenti, propongono personaggi sufficientemente ben delineati e uno spettacolo che si lascia apprezzare per la sua varietà, e questo è davvero un notevole passo avanti rispetto a quanto l’universo di King Kong, Godzilla e compagni ha saputo offrire nell’ultimo decennio.

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