Mrs. America: recensione della serie FX con Cate Blanchett

Il serie racconta della battaglia durata 10 anni affinché 38 degli stati dell’unione ratificassero l’ERA, ovvero l’Equal Rights Amendment.

Mrs. America recensione serie tv

Sarà disponibile su TimVision a partire dall’8 ottore Mrs. America, la nuova serie prodotta da FX che si avvale di un cast stellare, guidato dalla due volte premio Oscar Cate Blanchett, e che racconta una pagina della storia americana in cui le donne trovarono la propria voce anche contro se stesse, le rappresentati del partito democratico che invece sostenevano e sponsorizzavano la donna madre e moglie a totale servizio del proprio marito.

 

La storia è quella di Phyllis Schlafly (Blanchett), una repubblicana dura e pura che arruola un esercito di madri casalinghe che non ne vogliono proprio sapere di essere equiparate ai propri mariti, tutti ricchi e con lavori rassicuranti e ben pagati. Di fronte a Schlafly si stagliano delle figure leggendarie del femminismo: Gloria Steinman (Rose Byrne), Shirley Chisholm (Uzo Aduba, la prima donna di colore a essere eletta al congresso), Betty Friedan (Tracey Ullman), Bella Abzug (Margo Martindale), Jill Ruckelshaus (Elizabeth Banks), ovvero coloro che hanno combattuto per dieci anni affinché 38 degli stati dell’unione ratificassero l’ERA, ovvero l’Equal Rights Amendment.

Mrs. America, che vuol dire essere donna?

Questo il cuore della trama di Mrs. America e questo il punto di partenza da cui parte la lotta della conservatrice Phyllis. Nonostante sia a tutti gli effetti un villain, un personaggio manipolatore e negativo, che porta avanti un ideale di donna limitante e superato, il personaggio della Blanchett dimostra a tutti gli effetti cosa è capace di fare una donna che si pone un obbiettivo e lo porta avanti con caparbietà.

Nell’intimità della sua casa, Schlafly tiene testa al marito, nel suo circolo di amiche manipola e sottomette mentalmente le sue adepte. Insomma esercita un tipo di subdolo potere che riesce perfettamente ad identificarsi con il suprematismo (bianco) maschile nella società.

In contrapposizione a lei ci vengono invece mostrate donne libere, con una vita più complicata ma non di certo più complesse, perché se c’è un pregio indiscutibile in Mrs. America è proprio l’articolazione dei personaggi femminili raccontati, siano essi progressisti e liberali o siano essi conservatori e, ad oggi, completamente fuori dal tempo.

È interessante l’approccio con cui l’ideatrice, la canadese Dahvi Waller, e i registi dei primi due episodi, Anna Boden e Ryan Fleck (Captain Marvel), hanno scelto di mettere in gioco le parti in conflitto. Non uomini contro donne e quindi non lotta dei sessi spiattellata in prima pagina, ma donne contro donne, il che, concettualmente, offre anche un terreno più imparziale sul cui giocarsi questa battaglia ideologica e di approccio all’essere donna.

Aggirata la battaglia dei sessi, la lotta è ideologica

Mrs. AmericaUn adagio comune generalmente condiviso dice che “le donne sono le peggiori nemiche delle donne”, forse perché tra donne si conoscono bene i propri punti deboli e si ha non solo la capacità chirurgica di andarli a punzecchiare, ma anche la forza, fisica ed emotiva, per sopportare quelle stilettate. Ebbene, Mrs. America mette donne contro donne e proprio per questo racconta una battaglia ideologica e non dei sessi, concetto che è sicuramente più interessante e godibile, rispetto ad una divisione “maschi vs femmine” che è fin troppo stereotipata e passata.

Così come sono le migliori a mettersi i bastoni tra le ruote a vicenda, le donne sono anche una forza inarrestabile quando fanno squadra, come qualsiasi gruppo di persone mosso da una forte ideologia e un comune senso della giustizia.

Mrs. America mostra un cammino che ancora oggi non è concluso, lo fa in un pacchetto di grande pregio, avvalendosi di talenti scintillanti, di costumi e design di grande raffinatezza e di una scrittura messa al servizio della storia con arguzia ed originalità.

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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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