Disponibile dal 19 luglio su Prime Video, Those About to Die è la nuova serie diretta da Roland Emmerich. Fin dal suo primo vero successo al botteghino americano Universal Soldier, nel lontano 1992, con Emmerich è sempre stato prendere o lasciare. A conti fatti, è stata proprio la sua idea di messa in scena soavemente eccessiva, sopra le righe e ultra spettacolare, a decretarne i maggiori successi. Un “marchio di fabbrica” che il cineasta tedesco ha costantemente riproposto a prescindere dalle dimensioni del budget a disposizione, arrivando a vette di kitsch che pochi altri registi hanno saputo raggiungere in tempi moderni.
Those About to Die, una rivisitazione del peplum
Perché quindi cambiare strategia quando si tratta di una serie televisiva? Soprattutto se poi l’idea di base è quella di resuscitare il “peplum” sfacciatamente iperbolico e sanguigno di Rome, show targato originariamente HBO che ebbe un notevole successo di pubblico a partire dal 2005. Creata da Robert Rodat (nomination all’Oscar per la sceneggiatura di Salvate il soldato Ryan) Those About to Die si rivela fin dal pilot una rivisitazione estremamente libera sia nel contenuto che nella messa in scena, entrambi sviluppati per creare un tipo di spettacolo tutt’altro che impegnato o impegnativo: nello sviluppo delle varie trame che si intrecciano negli intrighi di potere possiamo ritrovare quell’agilità rivolta a chi vuole godersi un prodotto veloce e sfizioso invece che una serie con personaggi e situazioni di spessore.
Un ritmo scatenato

Ecco allora che l’unico con cui si riesce a entrare un minimo in sintonia, magari anche provare una certa empatia, è il Tenax interpretato con brio da Iwan Rheon (Il trono di spade, Vicious), mentre tutti gli altri si dipanano in maniera troppo superficiale per entrare nelle grazie del pubblico. Anche un grande attore come il due volte premio Oscar Sir Anthony Hopkins, il quale comincia ad evidenziare anche i segni di cedimento di un’età ormai avanzata, non riesce ad andare oltre una caratterizzazione approssimativa dell’imperatore che regge Roma e le sue sorti nelle prime puntate.
Divertimento senza troppi pensieri

Francamente di un altro “peplum” seriale che lavora soltanto in superficie non sentivamo un bisogno spasmodico: è innegabile che Emmerich sappia costruire i suoi giocattoli creando un universo estetico barocco e spericolato, assemblato ogni volta da un montaggio vorticoso. Allo stesso modo però i tempi di Independence Day e soprattutto The Day After Tomorrow – a nostro avviso il suo “capolavoro” proprio perché possedeva personaggi di spessore e una trama efficace oltre la maestosità degli effetti speciali – sembrano ormai passati, e anche il cineasta sembra continuare a sfruttare un marchio di fabbrica che, non supportato dai mezzi adeguati per esprimersi al massimo, mostra i segni di un certo logorio. Anzi, li ha già mostrati da qualche tempo, mentre Those About to Die arriva semplicemente a ribadirlo…

