Un Amore: recensione dei primi due episodi della serie Sky con Micaela Ramazzotti e Stefano Accorsi

Francesco Lagi dirige la storia di un amore che attraversa il tempo, raccontando il presente e il passato di una coppia che non ha mai smesso di sentirsi vicina

Un Amore recensione

“Abbiamo due amori nella vita, uno possibile con cui costruire, uno impossibile con cui vivere in sogno ciò che avrebbe potuto essere”, scriveva Massimo Bisotti nel suo Un anno per un giorno, una frase che sembra trovare il suo emblematico esempio in Anna e Alessandro, protagonisti – e appassionati amanti – della nuova serie Sky Original Un Amore. Come accadeva per One Day di Netflix, anche nel prodotto diretto da Francesco Lagi si racconta un amore che va oltre il tempo e i chilometri che fisicamente separano due persone. Soprattutto se la vicinanza non la si intende come qualcosa di corporeo, ma piuttosto percettivo.

 

Che si trova nel sentire, nelle connessioni del cuore e nelle vibrazioni della pancia, le quali legano indissolubilmente due individui pur essendo materialmente separati. È questa la forza dell’amore, quello vero, scevro di opportunismo e frivolezze, immune agli anni che passano e alle influenze esterne. Potrebbe essere anche qualcuno che conosciamo da poco, ma con il quale sembra aver vissuto una vita intera in pochi giorni, e ci pare di conoscere da sempre. In fondo non importa la quantità del tempo trascorso, ma la qualità e l’intensità dell’esperienza provata. Può capitare, però, che la nostra anima gemella rimanga un desiderio o una magia eterna, e proprio perché tale si trasforma in qualcosa di indelebile, incisa dentro la pelle. Perché poi, alla fine, c’è da fare i conti con la realtà, con ciò che ci circonda, con quel che crediamo sia giusto e non possiamo o vogliamo accantonare, e che deriva da scelte che sì, magari sappiamo rimpiangeremo.

Un Amore, in arrivo su Sky dal 16 febbraio, proprio in coincidenza con la settimana di S. Valentino, parla di tutto questo attraverso gli sguardi, le bocche e i sorrisi dei rodati e Micaela Ramazzotti, e degli ancora freschi ma ottimi Luca Santoro e Beatrice Fiorentini, versioni young di Alessandro e Anna, di cui si può apprezzare tutto l’appeal scenico.

Un Amore, la trama

In una calda estate degli anni Novanta, Anna e Alessandro si incontrano in un viaggio Interrail verso la Spagna. Lui è da solo, zaino spalla, vuole raggiungere quella fetta di terra che sembra essere la fine del mondo. Lei è con le amiche, direzione Barcellona. Sono giovani, belli, spensierati. Per volere del fato il treno li lascia in una stazione di un paesino spagnolo dove erano scesi, e i due si ritrovano a doversi arrangiare insieme in attesa dell’arrivo di un altro convoglio. Basta poco, uno scambio di sorrisi e sguardi per accendere un sentimento fra loro, che però non si consuma a causa della gravidanza di lei, la quale a Bologna ha persino un fidanzato che l’aspetta. Il tempo trascorso, però, in cui viene registrato ogni attimo, li unisce nel profondo, e quando è il momento di separarsi Anna e Alessandro si promettono di non vedersi mai più, ma di scriversi sempre. Per evitare, a detta di lei, che possa scappare insieme ad Alessandro e mollare la sua vita oramai avviata qualora dovesse reincontrarlo. Circa vent’anni dopo, in un salto temporale, li vediamo entrambi sistemati: ognuno ha un partner, il proprio lavoro dei sogni, eppure il pensiero l’uno dell’altro non è mai sbiadito. E così, quando Alessandro arriva a Bologna per andare a trovare la madre, decidono finalmente di rivedersi. Ma si sa, quando si lascia anche di poco aperta una porta, e la si decide di attraversare, non si sa mai dove essa possa portare…

Un Amore Ramazzotti Accorsi

Fra passato e presente

Scorre su due binari sovrapposti, Un Amore. Quello del passato e del presente, le cui impronte di passi solcati scandiscono i momenti che Anna e Alessandro vivono prima nel bollente sole spagnolo e poi nell’ uggioso cielo bolognese. Il tema è fra i più classici e universali di sempre, l’amore, il quale genera nei protagonisti un trasporto viscerale ed emotivo, che coltivano in maniera non proprio comune, ossia attraverso uno scambio epistolare, quasi fossero una coppia d’altri tempi. Da quell’incontro sull’Interrail niente è più come prima per entrambi, e pur decidendo di andare ognuno per la propria strada, Alessandro e Anna non si sono mai realmente separati. Le loro mani si stringono ancora, vivono l’uno nel pensiero e nelle parole – potenti – dell’altro.

La scelta di dividere il racconto su due piani narrativi, che si intrecciano sequenza dopo sequenza, sciorinati attraverso un montaggio alternato, è quanto più saggia e calzante. Lagi ci introduce ai protagonisti con dolcezza, partendo con una carrellata di ricordi: siamo prima negli anni Novanta, i colori sono accesi, segno di una giovinezza e di un tempo luminoso che Anna e Ale vorrebbero durasse per sempre. Quando ci spostiamo nel presente, pur essendo le nuance più fredde, ritroviamo la stessa luce del passato, solo che adesso è emanata dai protagonisti stessi e non più da un buon uso della fotografia. Regia e sceneggiatura, in un perfetto connubio, accarezzano teneramente i loro beniamini a ogni frame, cogliendo anche le più impercettibili espressioni del viso e del cuore con estrema delicatezza e cura. Un lavoro ben riuscito, esaltato da Ramazzotti e Accorsi che regalano una performance estremamente intima, sincera e naturale dei loro rispettivi personaggi, attraverso cui riusciamo a recepire ogni loro sussulto, imbarazzo, battito cardiaco.

La preziosità del pensiero e delle parole

Come detto in apertura, Un Amore affronta diverse tematiche racchiuse nella storia d’amore di Anna e Alessandro. Una delle riflessioni più rilevanti che emerge sin dai primi due episodi – gli unici che abbiamo visionato ma che ci hanno dato concreta dimensione del racconto – riguarda l’oramai velocità con cui si assorbono le cose, a volte persino i sentimenti. Oggi siamo abituati ad andare di fretta, a non elaborare i nostri pensieri, a non confrontarci con essi. Ci sono i messaggi, lettere digitate frettolosamente, su cui forse non ci soffermiamo neanche. Anna e Alessandro dimostrano invece, attraverso le lettere, quanto sia importante concedersi dei momenti per pensare, comprenderci e comprendere l’altro, quasi come a volerci dare un consiglio. Scrivere e leggere equivale in un certo senso a fermare la realtà che abbiamo attorno a noi, per dedicarci unicamente all’ascolto di noi stessi e di quello dell’altro.

È anche un modo per interrogarsi sulle scelte compiute, come succede ai protagonisti. Anna e Alessandro si chiedono, senza dirlo esplicitamente, se non vedersi più sia stata l’opzione migliore, se il loro amore meritava di essere anche concretamente vissuto, e cosa nel corso della loro vita hanno sbagliato e su cosa invece possono aggiustare il tiro. Sono queste le domande in cui ci si imbatte e che almeno una volta hanno attanagliato la quotidianità di chiunque. E forse se nel corso della visione ci si sente così partecipi e legati ad Anna e Alessandro, è perché ciò che fa Un Amore è parlare di qualcosa che tocca tutti, nessuno escluso. Loro siamo noi, esseri umani in cerca di risposte, di conferme, di voglia di rimettere in prospettiva una vita per amore, se ne vale la pena.

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto di Valeria Maiolino
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Valeria Maiolino
Classe 1996. Laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza, con una tesi su Judy Garland e il cinema classico americano, inizia a muovere i primi passi nel mondo della critica cinematografica collaborando per il webzine DassCinemag, dopo aver seguito un laboratorio inerente. Successivamente comincia a collaborare con Edipress Srl, occupandosi della stesura di articoli e news per Auto.it, InMoto.it, Corriere dello Sport e Tutto Sport. Approda poi su Cinefilos.it per continuare la sua carriera nel mondo del cinema e del giornalismo, dove attualmente ricopre il ruolo di redattrice. Nel 2021 pubblica il suo primo libro con la Casa Editrice Albatros Il Filo intitolato “Quello che mi lasci di te” e l’anno dopo esce il suo secondo romanzo con la Casa Editrice Another Coffee Stories, “Al di là del mare”. Il cinema è la sua unica via di fuga quando ha bisogno di evadere dalla realtà. Scriverne è una terapia, oltre che un’immensa passione. Se potesse essere un film? Direbbe Sin City di Frank Miller e Robert Rodriguez.
un-amore-sky-ramazzotti-accorsiLa serie si costruisce su due binari che si sovrappongono, quello del passato e del presente, le cui impronte di passi solcati scandiscono i momenti che Anna e Alessandro vivono prima nel bollente sole spagnolo e poi nell' uggioso cielo bolognese. Il tema è fra i più classici e universali di sempre, l'amore, il quale genera nei protagonisti un trasporto viscerale ed emotivo, che coltivano in maniera non proprio comune, ossia attraverso uno scambio epistolare, quasi fossero una coppia d'altri tempi.