Mildred Pierce serie tv 2011
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Mildred Pierce è la miniserie evento del 2011 diretta da Todd Haynes che vede protagonista un cast d’eccezione composto da Kate Winslet nei panni di Mildred Pierce, Guy Pearce nel ruolo di Monty Beragon e Evan Rachel Wood come Veda Pierce.

 
 

La trama di Mildred Pierce: Nella Los Angeles della Grande Depressione, dopo la separazione dal marito infedele Mildred Pierce lotta per mantenere sé stessa e le sue figlie: cambierà la sua esistenza e troverà amore e ricchezza grazie a una catena di ristoranti, ma la morbosa devozione verso la viziata primogenita Veda la trascinerà di nuovo verso un disastro privato e professionale.

Mildred Pierce, l’analisi: to hell with her.”

Il pregiudizio che da sempre vorrebbe il piccolo schermo schiavo di produzioni di media qualità al fine di soddisfare i difficili palati degli spettatori crolla miseramente dinanzi alle grandi produzioni dell’ultima stagione televisiva americana: l’impeccabile HBO, già  regina incontrastata grazie a Game of Thrones e Boardwalk Empire torna a stupire il suo pubblico con Mildred Pierce, miniserie in 5 puntate andata in onda sul canale in aprile e recentemente presentata al Festival di Venezia come omaggio al suo regista Todd Haynes, membro illustre della giuria, prima di debuttare per l’Italia su Sky Cinema dal 14 ottobre.

Mildred Pierce cast

A quasi dieci anni dallo splendido Lontano dal paradiso (Far from heaven) Hanyes torna a raccontare ombre e ipocrisie del sogno americano con una storia tutta al femminile tratta dall’omonimo romanzo di James M. Cain (“il postino suona sempre due volte”) e già brillantemente trasposto da Michael Curtis con una Joan Crawford da Oscar come protagonista: un passato impegnativo, con quale la miniserie evita sapientemente il confronto abbandonando i toni noir della versione del 1945 per quelli del melodramma d’autore, complice una fedeltà al testo originale all’epoca soffocata dalla scabrosità dei temi trattati.

Il risultato è un prodotto che non ha nulla da invidiare a un’esperienza cinematografica e che sembra preferire il mezzo televisivo unicamente allo scopo di non porsi limitazioni nella fluidità del racconto: peccato allora, come spesso accade a registi di grande cinema prestati al piccolo schermo, che il tanto tempo a disposizione venga effettivamente dilatato oltre misura cadendo spesso in momenti di stasi decisamente evitabili; immersi in una messa in scena impeccabile che ricostruisce a New York la Los Angeles degli anni 30’ e forti dei costumi di Ann Roth (premio Oscar per il paziente inglese) e della fotografia di Edward Lachmann i personaggi si muovono con disinvoltura nel loro microcosmo, regalandoci scene di impatto devastante perfettamente sostenute dalle malinconiche musiche di Carte Burwell (dalla straziante morte della piccola Ray al disturbante colpo di scena finale) ma senza celare una generale difficoltà a empatizzare con lo spettatore, prima che il fulcro del racconto possa finalmente decollare ed esplodere in un’insana quanto necessaria conclusione.

Mildred Pierce kate winslet

La scalata di Mildred Pierce, moglie tradita che cerca l’indipendenza economica e sentimentale nell’ America della Grande Depressione, inizia tiepidamente come tante altre storie di riscatto sociale di inevitabile attualità, alla ricerca di un lavoro che le permetta di mantenere sé stessa e le sue figlie per poi culminare nella creazione di un vero e proprio impero economico, fonte di ricchezza e prosperità che si accompagna alla nascita di un amore finalmente appassionato e appagante; un percorso di crescita e cambiamento destinato a frantumarsi in un soffio, in favore di una devozione morbosa verso una figlia spietata e opportunista per il cui futuro tutto va sacrificato senza mai chiedere nulla in cambio. Di nuovo prigioniera delle convenzioni dopo Revolutionary Road, la fresca vincitrice dell’ Emmy Award Kate Winslet dà ancora una volta prova del suo indiscusso talento con una performance immensa e vibrante, nei panni di una donna ammirevole per la determinazione con cui affronta le difficoltà ma altrettanto detestabile  nel suo continuo svalutarsi dinanzi della primogenita Veda, sulla quale Mildred riversa ogni aspirazione e sogno mai realizzato, accecata da una affezione incondizionata a dir poco  insopportabile: perfida e diabolica, Evan Rachel Wood le si oppone come un serpente insidioso e infido, consapevole della sua effettiva mediocrità ma disposta a qualunque compromesso pur di emergere dalla realtà provinciale a cui appartiene, in uno scontro continuo di ingratitudine che sembra più addirsi ad una coppia di innamorati che a una relazione madre figlia; in palio, c’è il cuore di Monty Beragon (un Guy Pearce anche lui meritatamente premiato agli Emmy), secondo marito di Mildred affascinante ma pigro e incapace che avrebbe ben  meritato la differente fine di fantasia riservatagli da Curtis.

Specchio di una generazione suo malgrado prigioniera della sconfitta che cerca disperatamente di ritrovare i propri sogni pur non avendo la forza necessaria, Mildred Pierce è dunque un altro esempio di grande cinema prestato al piccolo schermo, un piccolo gioiello che nella sua infinita perfezione formale non manca di qualche scalfittura, ma che non possiamo fare a meno di ammirare e invidiare.

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Alessia Carmicino
Nata a Palermo nel 1986 , a 13 anni scrive la sua prima recensione per il cineforum di classe su "tempi moderni": da quel giorno è sempre stata affetta da cinefilia inguaribile . Divora soprattutto film in costume e period drama ma può amare incondizionatamente una pellicola qualunque sia il genere . Studentessa di giurisprudenza , sogna una tesi su “ il verdetto “ di Sidney Lumet e si divide quotidianamente fra il mondo giuridico e quello cinematografico , al quale dedica pensieri e parole nel suo blog personale (http://firstimpressions86.blogspot.com/); dopo alcune collaborazioni e una pubblicazione su “ciak” con una recensione sul mitico “inception” , inizia la sua collaborazione con Cinefilos e guarda con fiducia a un futuro tutto da scrivere .