Hollywood torna – con successo – a riflettere sui propri, storici, meccanismi auto – riflettenti, raccontando storie che ormai appartengono all’immaginario collettivo e rinnovando i linguaggi usati attraverso una grammatica cinematografica aggiornata ai tempi odierni: è quello che accade in La La Land, ultima fatica del regista “prodigio” Damien Chazelle, reduce dal clamoroso successo del suo debutto Whiplash durante la stagione degli Oscar 2014. Anche quest’ultimo musical atipico e nostalgico è lanciatissimo lungo la strada dei premi, con ben sette Golden Globes vinti (Miglior Film Commedia o Musicale, Miglior Regista, Miglior Attore e Miglior Attrice in un film Commedia o Musicale, Miglior Sceneggiatura, Miglior Colonna Sonora Originale e Miglior Canzone Originale) che infrangono ogni record finora conosciuto, incluse le sei candidature (trasformate poi in vittorie) di lungometraggi cult come Qualcuno Volò sul Nido del Cuculo o Fuga di Mezzanotte; un chiaro presagio per la prossima, scintillante, notte degli Accademy Awards?
La la Land, opera seconda di un promettente giovane di Hollywwod
Chazelle, giovanissimo, è
un talento che riesce a mescolare Cinema e Musica, trovando quello
splendido equilibrio precario tra ritmo ed immagine, infondendo una
musicalità incalzante ai fotogrammi che si rincorrono sullo
schermo; se in Whiplash il jazz, l’ambizione e il
“mito di Pigmalione” erano i punti fondamentali dello snodo
narrativo, in La La Land – come dichiara, già in
partenza, il titolo – a calamitare l’attenzione è sempre il jazz,
insieme ai sogni immortali, alle aspirazioni fallite, alla lotta
per il successo e l’affermazione di sé in contrasto con l’Amore e
la fascinazione, immortale, che il Cinema esercita ancora oggi su
noi spettatori. La “La La Land” del titolo è Los Angeles, un (non)
luogo identificato ormai come la Mecca per eccellenza del cinema
nella quale Mia (Emma Stone) una giovanissima
aspirante attrice, cerca di affermarsi ad ogni costo,
destreggiandosi tra improbabili provini e folli incontri. Ma la sua
vita cambia – acquisendo nuove sfumature romantiche – quando
incontra per caso, in un locale, il laconico pianista Jazz
Sebastian (Ryan Gosling): tra i due è subito amour
fou a ritmo di musica, ma sapranno bilanciare la loro vita privata
con le rispettive ambizioni a base di successo e fama?
La la Land: sogni, speranze e ambizioni
Chazelle torna a riflettere sul dramma (umano) dell’ambizione e del successo, coreografando (letteralmente) un nuovo racconto di formazione post – moderno: protagoniste sono due delle icone di questi ultimi anni, i talentuosi Emma Stone e Ryan Gosling, che qui dimostrano tutta la loro versatilità e la naturale affinità che li lega sul grande schermo, dopo aver interpretato ben tre film insieme (oltre a questo, Crazy, Stupid Love e Gangster Squad); entrambi emblemi ed incarnazioni di bellezze atipiche e non convenzionali, prestano non solo corpo, voce ed anima a Mia e Seb, ma soprattutto le loro storie alla fantasia di Chazelle, che sui loro aneddoti di vita vissuta (tra provini falliti, audizioni disastrose e sogni di gloria nel cassetto) costruisce dal nulla la storia di due giovani innamorati lanciati lungo la – difficile – strada del successo con, sullo sfondo, la Città delle Stelle, contaminandola con gustose citazioni e rimandi. Già a partire dal genere, La La Land cita i classici del Musical che – soprattutto negli anni ’50 – fecero la fortuna degli Studios diventando, in brevissimo tempo, uno dei generi americani per eccellenza (insieme al western): grazie all’opulenza delle scenografie e dei numeri di ballo, lungometraggi come Cantando Sotto la Pioggia (1952, Stanley Donen) e Cappello a Cilindro (1935, Mark Sandrich) si sono trasformati in brevissimo tempo in cult intramontabili; tra gli altri omaggi cinefili che si possono incontrare nel corso del film, si possono citare An American in Paris (1951), The Umbrellas of Cherbourg (1964), Swing Time (1936), The Band Wagon (1953), The Young Girls of Rochefort (1967) e anche 8 1/2 (1963), omaggiato nella scena d’apertura immersa nel traffico losangelino.
La la Land: alchimia di coppia per Emma e Ryan
Gosling e la Stone non sono
poi così distanti dal mondo musicale: il primo affianca, alla
recitazione, un’interessante carriera canora insieme a Zach
Shields militando nella band Dead Man’s
Bones, mentre la seconda ha ricoperto con successo il
ruolo di Sally Bowles nell’adattamento targato Broadway del
classico Cabaret: pensare che, in un primo
momento, al loro posto avrebbero dovuto esserci Miles
Teller ed Emma Watson che hanno dovuto
rinunciare ai ruoli di Seb e Mia per impegni su altri set,
permettendo così alla coppia Gosling – Stone di danzare tra le
stelle, incantando tutti i folli e i sognatori.