Hereafter: la spiegazione del finale del film

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Nel panorama della filmografia di Clint Eastwood, Hereafter (qui la recensione) rappresenta una parentesi singolare, distante sia dal rigore drammatico dei suoi biopic sia dal classicismo dei suoi western e dei suoi crime. Uscito nel 2010, il film esplora territori più intimisti e spirituali, mettendo da parte la fisicità tipica del cinema eastwoodiano per concentrarsi su ciò che rimane dopo la perdita. È un’opera in cui il regista rinuncia alla durezza che lo contraddistingue e la sostituisce con un’indagine sul dolore, sulla memoria e sul rapporto tra i vivi e l’aldilà.

Il film si colloca a cavallo tra dramma esistenziale e racconto soprannaturale, ma mantiene un tono pragmatico, lontano dai codici più sensazionalistici del genere. Eastwood utilizza l’elemento paranormale non come attrazione narrativa, bensì come strumento per osservare l’impatto della morte sulle persone. Attraverso tre storie parallele ambientate in luoghi diversi del mondo, Hereafter riflette sulla fragilità dell’essere umano e sulla difficoltà di trovare un contatto autentico con gli altri quando si porta dentro un trauma.

I temi affrontati – il lutto, la solitudine, il bisogno di dare un significato all’inspiegabile – si inseriscono perfettamente nel percorso autoriale degli ultimi Eastwood, sempre più orientato verso un cinema intimo, morale e introspettivo. Con uno sguardo sobrio, privo di compiacimento, il film invita lo spettatore a interrogarsi sul limite tra ciò che comprendiamo e ciò che scegliamo di credere. Nel resto dell’articolo verrà analizzato il finale dell’opera, offrendo una spiegazione della sua chiusura e del suo valore tematico.

Hereafter film

La trama di Hereafter

Hereafter racconta tre storie parallele di persone geograficamente distanti tra loro ma accomunate dal desiderio di poter comprendere il mistero dell’aldilà. La prima storia ha per protagonista la giornalista televisiva francese Marie LeLay, la quale durante un servizio in Thailandia viene coinvolta da un devastante tsunami. Salvata dai soccorsi, Marie ritorna in vita dopo essere passata attraverso uno stato di pre-morte, in cui ha avuto una visione dell’aldilà. Tornata a Parigi, l’esperienza quasi mortale non fa che interferire con il suo lavoro, spingendola a scrivere un libro sull’accaduto. Nel frattempo, a Londra, i gemelli adolescenti Jason e Marcus si prendono cura della madre eroinomane.

Quando un terribile incidente toglie la vita a Jason, Marcus si ritrova però strappato alla sua quotidianità per essere dato in affido. A San Francisco, invece, vive George Lonegan, sensitivo fin da bambino capace di contattare i morti semplicemente toccando un parente del defunto. Cercando una tregua da quella che ormai considera una vera e propria maledizione, George si prenderà una vacanza per visitare la Fiera del Libro di Londra. Lì il suo destino si incrocerà in modo inaspettato con quello di Marie e di Marcus. Tutti e tre dovranno ora arrivare ad una maggior comprensione di quell’aldilà tanto temuto.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di Hereafter, le tre linee narrative convergono lentamente verso Londra, dove i protagonisti affrontano le conseguenze ultime delle proprie esperienze con la morte. George decide di interrompere ogni pressione esterna – dalle richieste del fratello alle aspettative dei clienti – e parte impulsivamente per l’Inghilterra, seguendo un bisogno sempre meno spiegabile ma emotivamente urgente. Parallelamente, Marie presenta il suo libro, ormai determinata a testimoniare pubblicamente la sua esperienza di premorte, mentre Marcus continua a cercare una reale connessione con il fratello scomparso, ormai disperato dopo l’ennesimo falso medium incontrato.

Il nodo decisivo arriva quando Marcus riconosce George alla fiera del libro e lo convince a effettuare una lettura autentica. George accetta con riluttanza, ma l’incontro si trasforma in un momento catartico: attraverso di lui, Jason rassicura Marcus sul suo stato nell’aldilà e gli rivela che è stato proprio lui a far volare via il cappello, salvandolo dall’attentato nella metropolitana. Mentre Marcus ritrova una forma di pace e torna a far visita alla madre in riabilitazione, Marie e George si incrociano per caso, e l’uomo decide di lasciarle un biglietto che li conduce all’incontro finale.

Hereafter cast

Il finale assume così un carattere profondamente simbolico. George e Marie, entrambi segnati da un rapporto traumatico con la morte, trovano nell’altro un punto di equilibrio: lui vede finalmente una possibilità di vita oltre il peso delle visioni, lei trova qualcuno che comprende ciò che ha sperimentato senza scetticismo né sensazionalismo. L’inquadratura che li porta insieme suggerisce che le loro rispettive fratture interiori possono ricomporsi non attraverso il soprannaturale, ma attraverso una connessione autentica.

Dal punto di vista tematico, la chiusura del film incarna l’idea che il contatto con l’aldilà non serva a sostituire la vita, ma a reindirizzarla. Marcus ottiene la conferma che il vincolo con Jason non è spezzato, permettendogli di superare il trauma e smettere di vivere nel timore dell’abbandono. Marie riconquista la sua voce professionale e personale, trasformando la sua esperienza in una ricerca di verità. George sceglie di non essere più prigioniero del suo dono, ma di aprirsi a un futuro libero dal fardello spirituale che lo aveva isolato.

In ultima analisi, Hereafter lascia allo spettatore un messaggio di profonda umanità: la morte, pur rappresentando una soglia insondabile, non è il fulcro della nostra esistenza. Il film afferma che il senso della vita si ritrova nelle relazioni, nella capacità di condividere il dolore e nel coraggio di andare avanti nonostante le perdite. Più che offrire risposte sull’aldilà, Eastwood invita a guardare con consapevolezza al presente, ricordando che ciò che ci tiene vivi è il legame, fragile e necessario, con gli altri

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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