Il mio amico pinguino, la spiegazione del finale del film con Jean Reno

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Il mio amico pinguino di David Schurmann è l’incredibile storia vera di un pescatore di nome João, la cui vita cambiò per sempre quando un pinguino arrivò nella sua casa al mare in un villaggio brasiliano chiamato Ilha Grande. E la parte più straordinaria della storia è che questo pinguino percorse a nuoto 8.000 chilometri per andare a trovare João, e lo fece ogni anno per otto anni consecutivi.

Cosa accadde quando il pinguino arrivò da João?

João e Maria vivevano nel villaggio di Ilha Grande, in Brasile, insieme al figlio Miguel. Nel giorno del compleanno del bambino, Miguel desiderava pescare con il padre come regalo speciale. Nonostante le condizioni del mare fossero pericolose a causa della tempesta, João cedette al desiderio del figlio. Purtroppo, durante l’uscita in barca, le onde travolsero i due e Miguel annegò, mentre João riuscì a salvarsi. Questo evento segnò profondamente la coppia, che da quel momento visse con un vuoto incolmabile e una quotidianità fatta di silenzi e dolore. Maria continuava a occuparsi della casa e João a pescare, ma entrambi erano segnati dall’assenza del figlio.

L’arrivo di Dindim

Molti anni dopo, João trovò un pinguino coperto di petrolio sulla riva vicino a casa sua. L’animale, smarrito dalla Patagonia, era in condizioni precarie. João lo pulì, lo nutrì e gli preparò un rifugio. All’inizio Maria era diffidente, ma il pinguino iniziò presto a mostrare attaccamento alla famiglia. Una bambina del villaggio, Lucia, lo battezzò Dindim, e l’animale divenne parte della comunità. Sorprendentemente, Dindim riconosceva sempre la casa di João e vi tornava dopo le sue escursioni. Per João, la presenza del pinguino riempiva il vuoto lasciato da Miguel: non era solo un animale, ma un amico e quasi un figlio.

Cosa fece Adriana?

In Patagonia, un gruppo di biologi marini studiava i pinguini e notò un esemplare diverso dagli altri: era socievole, intelligente e interagiva con gli esseri umani in modo unico. Era proprio Dindim, che ogni anno percorreva 8.000 chilometri per tornare in Brasile, rimanendo con João da giugno a dicembre. Una biologa, Adriana, venne a conoscenza della sua storia attraverso un notiziario e mandò un giornalista, Paulo, a intervistare João e Maria. Così ebbe conferma che si trattava dello stesso pinguino osservato dai ricercatori.

L’università propose una borsa di studio per studiare Dindim in laboratorio, ma Adriana era combattuta: da un lato c’era la possibilità di avanzare nella ricerca, dall’altro il desiderio di rispettare la libertà dell’animale. Durante il trasferimento, Dindim riuscì a liberarsi dalla gabbia e a fuggire, e Adriana comprese che il pinguino non poteva essere imprigionato. Il suo destino era vivere libero, tra il Brasile e l’Argentina, seguendo il legame speciale che lo univa a João.

Il ritorno e la speranza

Mentre Dindim tornava in mare, João lo attendeva con ansia, insieme al villaggio e alla troupe televisiva. Tuttavia i giorni passavano senza segni del pinguino, e João temette il peggio, ricordando la perdita di Miguel. Gli abitanti del villaggio, mossi dalla sua sofferenza, si unirono a lui in una spedizione per cercare Dindim. Dopo ore di ricerche, lo trovarono esausto in mare, quasi senza vita.

L’equipaggio gli offrì subito pesce per aiutarlo a recuperare le forze. Lentamente, Dindim si riprese e tornò a riva, accolto da un villaggio in festa. Per João fu un momento di rinascita: rivedere il suo amico vivo e al sicuro gli restituì la speranza e la gioia di condividere di nuovo la vita con chi amava.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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