Isabelle Huppert: fascino misterioso del grande schermo

Isabelle Huppert Elle

Isabelle Huppert: il suo fascino è un misto di eleganza, sensualità e algida fierezza, ma è soprattutto il suo sguardo intrigante e a volte impenetrabile, che ha fatto sì che molti registi vedessero in lei l’interprete ideale per indagare le ombre che possono trovare spazio nell’animo umano, per dar vita a figure di donne controverse, protagoniste di storie d’amore e follia, di mistero e violenza, sensualità e perversione.

 

Sono questi i ruoli che più le hanno dato lustro, facendo di lei una delle attrici francesi più amate, con numerosi riconoscimenti nel corso della sua lunga e brillante carriera. Così come è accaduto anche quest’anno, quando Isabelle Huppert è tornata a vincere un César come miglior attrice protagonista – per la seconda volta e dopo aver ricevuto in totale ben 16 candidature al premio – ha guadagnato una candidatura agli Oscar nella stessa categoria e vinto un Golden Globe come miglior interprete femminile in un film drammatico per il suo ruolo in Elle di Paul Verhoeven, in cui interpreta una donna vittima di violenza, che non si fa abbattere e anzi intraprende un gioco perverso col proprio carnefice. Il film, che ruota interamente attorno alla figura della protagonista, è stato accolto ottimamente dalla critica ed ha ricevuto a sua volta il César come miglior film e il Golden Globe in qualità di miglior pellicola straniera

Isabelle Huppert amorale per Paul Verhoeven

L’olandese Verhoeven (europeo di successo ad Hollywood, già regista di Basic Instinct) è però solo l’ultimo che si è avvalso dell’indiscusso talento della Huppert, della sua capacià d’immedesimazione e  delle doti di misura ed equilibrio che caratterizzano l’attrice francese, utilizzandole al servizio di un thriller psicologico.

Sebbene la carriera di Isabelle Huppert – classe ’55, proveniente da una famiglia della borghesia parigina che l’ha sempre incoraggiata a seguire la passione per la recitazione – sia stata composita e l’abbia vista cimentarsi in molti generi dagli inizi nel 1971 ad oggi, non tralasciando neppure la commedia, con collaborazioni che vanno da Bertrand Taveriner a Jean-Luc Godard, da Michael Cimino a Benoît Jacquot, fino ai nostri Bolognini, Ferreri, Taviani e Bellocchio, l’attrice ha espresso al meglio il suo talento proprio quando ha vestito i panni  di personalità controverse e misteriose, o sensuali e perverse, in particolare nel suo sodalizio con il regista francese maestro della Nouvelle Vague,  Claude Chabrol, iniziato nel 1978 con Violette Noziére,  che portò subito la Huppert ad ottenere la Palma d’Oro a Cannes, e in quello più recente con Michael Haneke, avviato nel 2001 con La pianista e anch’esso subito suggellato dalla Palma d’Oro per la migliore interpretazione femminile.

Nel suo primo lavoro con Chabrol, la Huppert interpreta una diciottenne ambigua, che dietro l’apparenza angelica nasconde un’indole trasgressiva e perversa. Una ragazza dalla doppia vita che architetta l’assassionio dei genitori, riuscendo ad uccidere, avvelenandolo, solo l’odiato padre. Il film si basa sulla vera storia di Violette Noziére, famoso caso di cronaca nera nella Francia degli anni Trenta. Da questo momento in poi l’attrice diventa una delle preferite dall’autore, inaugurando una lunga e fortunata collaborazione. Prosegue infatti nel 1988, quando la fama di Isabelle ha ormai varcato  i confini francesi ed europei – nel 1975 era apparsa in Operazione Rosebud di Otto Preminger e poi nel 1980 ne I cancelli del cielo di Michael Cimino. La Huppert si tuffa così in un altro ruolo animato da contraddizioni in Un affare di donne. Interpreta infatti Marie, che nella Francia del ’43 si offre di aiutare delle donne ad abortire, ma non lo fa certo per filantropia. Vuole migliorare la propria condizione economica, il che puntualmente avviene. Senonchè il marito Paul, reduce di guerra respinto e umiliato, reagisce denunciandola. La donna sarà condannata a morte e ghigliottinata. Come nel caso di Violette Noziére, anche questo film è ispirato a una storia vera: quella di Marie-Louis Giraud, una delle ultime donne ghigliottinate in Francia. L’interpretazione vale a Isabelle Huppert la Coppa Volpi al Festival di Venezia. Si deve poi sempre alla collaborazione con Chabrol una riuscita trasposizione cinematografica del romanzo di Flaubert, Madame Bovary (1991), che vede Isabelle nei panni della tormentata protagonista. Qattro anni dopo, il sodalizio darà vita a un altro ruolo spiazzante da assassina per l’attrice ne Il buio nella mente, incentrato sulla vicenda di due amiche dal passato oscuro, una più aggressiva e dominante (Huppert), l’altra più succube (Sandrine Bonnaire),  che in una cittadina della provincia francese sterminano la tranquilla famiglia borghese presso cui una delle due lavora come domestica, senza nessun altro motivo che l’invidia per la loro idilliaca felicità. Così Isabelle conquista  il suo primo César come miglior attrice protagonista, oltre a una seconda Coppa Volpi. Dopo averle regalato anche un ruolo da commedia, nel nuovo millennio Chabrol torna a scegliere la Huppert come incarnazione della perversione in Grazie per la cioccolata (2000), in cui l’attrice interpreta Mika Muller, ai vertici di un’azienda che produce cioccolato, sposata ad un pianista, assieme al quale ha una famiglia solo apparentemente tranquilla, che nasconde misteri. Si tratta ancora una volta di un noir ricco di suspense e di un personaggio all’apparenza freddamente razionale, che nasconde una mente diabolica, di cui la Huppert riesce a tratteggiare efficacemente gli aspetti: Mika è una donna frustrata e repressa, con manie omicide che riversa sulla famiglia e su una giovane intrusa che minaccia di scompaginare il suo folle equilibrio.

Controversa anche per Michele Haneke

Nel frattempo, anche un altro regista apprezza particolarmente le doti della Huppert e la sua capacità di dare corpo a figure perverse e variamente oscure, decidendo di avvalersi della collaborazione dell’attrice. Si tratta del regista austriaco Michael Haneke, che la vuole per La pianista, in cui interpreta un personaggio intriso di perversione. Fredda e razionale all’apparenza, è un’insegnante di pianoforte repressa che sfoga la propria aggressività sugli allievi ed è ossessionata da fantasie sadomasochistiche, che cerca di soddisfare quando incontra un giovane e talentuoso pianista. Lui si sotrarrà al gioco perverso, lasciandola sola con le sue ossessioni. La Huppert guadagna la Palma d’oro a Cannes, mentre il film conquista il Gran Prix speciale della Giuria. Nel successivo Il tempo dei lupi, il regista la immerge in uno scenario catastrofico e le fa vestire i panni di una madre che si trova a vagare con i due figli in una terra oscura, materialmente buia e umanamente degradata, in cui gli esseri umani sono ridotti a comportamenti quasi animali e lottano aspramente per sopravvivere.

In questi anni l’attrice, molto amata in Italia, riceve un David speciale (2003) e un Leone d’Oro  speciale al Festival di Venezia (2005).

Nel 2012 torna a lavorare con Haneke, stavolta non da protagonista, nel pluripremiato Amour, storia dell’amore tra due anziani coniugi che deve confrontarsi con il sopraggiungere della malattia, magistralmente interpretato da Jean-Louis Trintignant ed Emanuelle Riva, in cui Isabelle Huppert impersona la figlia della coppia, Eve. Il film è stato il caso cinematografico dell’anno, aggiudicandosi l’Oscar e il Golden Globe come miglior pellicola straniera e la Palma d’Oro a Cannes.

Con Elle, si aprono le porte di Hollywood per Isabelle Huppert

Oggi, l’attrice francese si gode il successo di Elle, di cui parla come di un film dai molteplici aspetti, non solo un  thriller psicologico, ma anche un lavoro pieno di ironia che, ha dichiarato, non manca mai nei lavori di Verhoeven, un film che “è anche una commedia, nel senso classico del termine, intesa come commedia umana” e che senza dubbio non offre facili soluzioni o risposte rassicuranti, ma fa ciò che tutti i film dovrebbero fare perchè: “i film sono fatti per lasciare le persone con più domande che risposte”. Parola di Isabelle Huppert. Elle è nelle sale italiane dal 23 marzo.

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