Mia: la storia vera dietro il film con Edoardo Leo

-

Diretto nel 2023 da Ivano De Matteo, Mia (qui la recensione) è un film che affonda nelle pieghe più oscure della società contemporanea, affrontando con crudo realismo il tema della manipolazione affettiva e della violenza psicologica. Al centro della narrazione c’è la giovane protagonista, Mia, adolescente come tante, catapultata in un vortice emotivo da un amore malato e oppressivo. Il regista costruisce attorno a lei un racconto che non cerca scorciatoie drammatiche o colpi di scena compiacenti, ma si concentra sulla quotidianità della sofferenza, sull’invisibilità del controllo, sulla fragilità delle dinamiche familiari.

Prende così vita un film che parla non solo della vittima, ma anche di un intero ecosistema sociale incapace di riconoscere i segnali d’allarme. Un film che fa seguito a titoli come La belle gente e I nostri ragazzi, precedenti lavori di De Matteo, che da sempre con i suoi lavori si muove tra le pieghe delle tensioni familiari, dell’educazione sentimentale e del degrado morale della società italiana. Dinamiche affrontate anche con il suo più recente Una figlia. Con Mia, dunque, il regista prosegue dunque nel suo intento di portare al cinema storie intime e al contempo universali, spesso ispirate a eventi realmente accaduti.

 

In questo articolo, sarà interessante esplorare la vicenda reale che ha ispirato il film e che ha spinto De Matteo a raccontare questa storia. Un fatto di cronaca che, seppur lontano nello spazio e nel tempo, ha rivelato inquietanti analogie con dinamiche ancora oggi tristemente attuali. Analizzare il legame tra realtà e finzione, tra narrazione cinematografica e responsabilità civile, permette di cogliere appieno la portata e l’urgenza del messaggio veicolato dal film.

Greta Gasbarri in Mia
Greta Gasbarri in Mia. Foto cortesia di 01Distribution.

La trama di Mia

La storia di Mia ha per protagonista una famiglia semplice e felice, composta da Sergio (Edoardo Leo) conducente di ambulanze, Valeria (Milena Mancini) e la figlia adolescente, Mia (Greta Gasbarri). Quando però nella vita di Mia entra Marco (Riccardo Mandolini), un possessivo manipolatore che stravolge la vita della quindicenne, l’intera esistenza della famiglia diventa un incubo. Quando poi la ragazza, aiutata dal padre, riesce ad allontanarsi e ricominciare a vivere, il ragazzo decide di distruggerla. A quel punto, al padre rimane solo una cosa: la vendetta.

La storia vera che ha ispirato il film

Nonostante Mia non sia basato su una singola storia reale, Ivano De Matteo ha comunque voluto costruire un racconto che rispecchiasse fedelmente la realtà. Il regista ha infatti confermato di aver tratto ispirazione da una pluralità di esperienze reali, raccolte attraverso testimonianze dirette e osservazioni personali. In un’intervista a Vanity Fair, De Matteo ha poi raccontato che l’idea del film è nata insieme alla sua compagna, Valentina Ferlan, con l’obiettivo di mostrare una realtà che colpisce molti giovani e le loro famiglie. Ha affermato: “È un’opera scritta da genitori, prima che da sceneggiatori”.

De Matteo ha dunque attinto dalle confidenze di amici e conoscenti, in particolare di genitori le cui figlie adolescenti hanno vissuto situazioni di manipolazione emotiva e isolamento sociale. Una di queste storie riguarda una ragazza che, a causa di una relazione tossica, aveva smesso di uscire di casa, di truccarsi e di frequentare le amiche, mostrando segni evidenti di disagio psicologico. Per comprendere meglio le dinamiche adolescenziali, De Matteo e Ferlan hanno coinvolto la loro figlia sedicenne e le sue amiche nella stesura dei dialoghi, cercando di rappresentare fedelmente il linguaggio e le esperienze dei giovani.

Greta Gasbarri e Riccardo Mandolini in Mia
Greta Gasbarri e Riccardo Mandolini in Mia. Foto cortesia di 01Distribution.

Il regista ha inoltre consultato psichiatri infantili per approfondire il fenomeno del gaslighting e della violenza psicologica, elementi centrali nella narrazione del film. Lo stesso Marco non è rappresentato come il classico “cattivo” della narrativa cinematografica: non è un violento fisico né un criminale stereotipato. È invece un manipolatore psicologico, un aspetto che il regista ha voluto enfatizzare per evidenziare una forma di abuso meno visibile ma altrettanto devastante.

Durante la promozione del film, De Matteo ha inoltre organizzato proiezioni nelle scuole, seguite da dibattiti tra studenti, genitori e psicologi. Questi incontri hanno rivelato numerose storie simili a quella raccontata in Mia, confermando la diffusione di relazioni tossiche tra gli adolescenti e l’importanza di affrontare apertamente questi temi. Pur non essendo una ricostruzione diretta di eventi reali, Mia offre quindi una rappresentazione accurata dei fenomeni di manipolazione, revenge porn e del sentimento di impotenza che spesso accompagnano tali situazioni.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
- Pubblicità -
 

ALTRE STORIE

- Pubblicità -