Monuments Men: la vera storia dietro il film di George Clooney

-

Sono innumerevoli le vicende svoltesi nel contesto della Seconda guerra mondiale che si possono raccontare. C’è il punto di vista di chi ha vissuto direttamente sul campo di battaglia e le ogni scontro armato ha avuto le proprie caratteristiche e specificità; c’è quello di chi ha portato avanti la guerra dalle stanze del potere; e c’è quello dei civili che hanno patito gli orrori in cui si sono ritrovati involontariamente coinvolti. C’è però anche il punto di vista di chi ha cercato di proteggere dalla brutalità della guerra la bellezza che c’è nel mondo. Se si parla di bellezza artistica, quel compito è stato ricoperto dai valorosi Monuments Men, a cui è stato dedicato nel 2014 un film intitolato proprio Monuments Men (qui la recensione).

A dirigere il film vi è George Clooney, che torna così alla regia dopo gli apprezzati Good Night and Good Luck e Le idi di marzo. Interessatosi all’argomento dopo aver letto il libro omonimo del 2009 scritto da Robert Edse, di cui Monuments Men è però solo un libero adattamento. Pur se semplificata e riadattata, a Clooney interessava però portare al cinema questa storia in quanto perfetto esempio di una serie di valori da conservare e tramandare. Si offre così un vero e proprio elogio di chi sacrificò la vita per proteggere un patrimonio collettivo, la cui fruizione permette di arricchirsi spiritualmente ed elevarsi al di là del male.

Le intenzioni del film sono dunque quantomai nobili e per raggiungerle Clooney chiama a raccolta un gruppo di attori amici con i quali dar vita ad un film appassionante che offre un nuovo avvincente racconto di guerra. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Monuments Men cast

La trama e il cast di Monuments Men

Durante la Seconda Guerra Mondiale, lo studioso d’arte Frank Stokes viene a sapere che Hitler sta rubando tutte le grandi opere d’arte per il suo museo personale. Con il permesso del presidente Roosevelt, Stokes recluta allora sei uomini esperti d’arte che si recano con lui in Europa con il pretesto di essere soldati per scoprire dove si trovano le opere d’arte rubate e salvarle da un destino incerto. Le cose iniziano però a mettersi male quando ai tedeschi viene ordinato di bruciare le opere d’arte e i russi iniziano invece a prenderle per sé. A quel punto, salvare quel patrimonio diventerà questione di vita o di morte.

Per dar vita a questa storia, Clooney, anche interprete di Frank Stokes, ha chiamato accanto a sé numerosi celebri attori, a partire dall’amico Matt Damon nel ruolo di James Granger. Recitano poi nel film anche Cate Blanchett nei panni di Claire Simòne, Bill Murray in quelli di Rich Campbell e John Goodman  in quelli di Walter Garfield. Il premio Oscar Jean Dujardin interpreta Jean-Claude Clermont, mentre Hugh Bonneville è Donald Jeffries e Bob Balaban è Preston Savitz. Infine, l’anziano Frank Stokes che si può vedere alla fine del film non è George Clooney con del trucco, bensì Nick Clooney, padre dell’attore.

La vera storia dietro Monuments Men

Come anticipato, quella narrata in Monuments Men è una storia ispirata ad una vicenda vera, ossia quella della task force militare organizzata dagli Alleati facente parte del programma Monuments, Fine Arts, and Archives. Si trattava di un gruppo composto da 345 civili, professionisti dell’arte, provenienti da 13 nazioni diverse: professori universitari, curatori, storici dell’arte, direttori di musei, che lavorarono sul campo sotto il ramo operativo dello Supreme Headquarters Allied Expeditionary Force, comandato dal futuro presidente degli Stati Uniti Dwight Eisenhower. Il loro scopo, durante la seconda guerra mondiale, era quello di proteggere i beni culturali e le opere d’arte nelle zone di guerra.

Già prima dell’entrata degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale, professionisti dell’arte e organizzazioni artistiche lavoravano per identificare e proteggere il patrimonio culturale in pericolo. Questi gruppi cercavano però un’organizzazione nazionale affiliata alle forze armate che avesse lo stesso obiettivo. Francis Henry Taylor, direttore del Metropolitan Museum of Art, portò le loro preoccupazioni a Washington, D.C, permettendo così all’istituzione, il 23 giugno 1943 da parte del Presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt, della “Commissione americana per la protezione e il salvataggio dei monumenti artistici e storici nelle aree di guerra”.

Monuments Men storia vera

Il generale Dwight D. Eisenhower facilitò il lavoro del MFAA vietando ai militari il saccheggio, la distruzione e l’alloggiamento in strutture di importanza culturale. Inoltre, ordinò ripetutamente alle sue forze di assistere il più possibile il MFAA. Era la prima volta nella storia che un esercito cercava di combattere una guerra e allo stesso tempo di ridurre i danni ai monumenti e alle proprietà culturali. Nella primavera del 1944, dunque, i componenti della missione si ritrovarono prima in Gran Bretagna per addestrarsi, e successivamente si sparsero nel continente europeo alla ricerca di luoghi dove rintracciare quadri, sculture e intere collezioni scomparse da chiese e musei dopo il passaggio delle truppe tedesche.

Quando si verificavano danni ai monumenti, il personale del MFAA ha lavorato per valutarli e guadagnare tempo per gli eventuali lavori di restauro che sarebbero seguiti. L’addetto ai monumenti Deane Keller ha ad esempio avuto un ruolo di primo piano nel salvare il Campo Santo di Pisa dopo che un colpo di mortaio aveva innescato un incendio che aveva fuso il tetto in piombo, facendo poi colare a picco le iconiche pareti affrescate del XIV secolo. A partire dalla fine di marzo del 1945, le forze alleate iniziarono a scoprire ulteriori depositi di opere d’arte in quella che divenne la “più grande caccia al tesoro della storia“.

Solo in Germania, le forze americane trovarono circa 1.500 depositi di oggetti d’arte e culturali saccheggiati da istituzioni e privati in tutta Europa, oltre a collezioni museali tedesche e austriache che erano state evacuate per essere custodite. Anche le forze sovietiche fecero delle scoperte, come i tesori dello straordinario Museo dei Trasporti di Dresda. Centinaia di manufatti furono consegnati dal generale delle SS Karl Wolff, o la loro ubicazione fu comunicata da quest’ultimo, nell’ambito dell’Operazione Sunrise, la sua trattativa segreta con l’Office of Strategic Services.

Innumerevoli sono dunque stati i monumenti, le chiese e le opere d’arte salvati o protetti dal personale della sezione MFAA, la cui dedizione al lavoro li portava spesso davanti alle linee di battaglia. Il film  apporta però notevoli cambiamenti e semplificazioni alla storia vera, oltre a cambiare tutti i nomi dei Monuments Men coinvolti, riducendo il gruppo a soli sette uomini e stabilendo la sua istituzione per mano del personaggio di Clooney dopo il bombardamento dell’abbazia di Cassino, nel febbraio 1944. Le prime operazioni dei Monuments Men, in realtà, risalgono all’intervento britannico in Libia nel 1942 e allo sbarco degli Alleati in Sicilia nel luglio del 1943.

Il trailer di Monuments Men e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Monuments Men grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Prime Video e Disney+. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 13 febbraio alle ore 21:15 sul canale Cielo.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
- Pubblicità -

ALTRE STORIE

- Pubblicità -