Pensive (noto anche come Rupintojelis) è un film horror lituano del 2020 che rappresenta un’interessante incursione del cinema baltico in un genere che raramente trova spazio nella produzione locale. Diretto da Jonas Trukanas, il film ha saputo attirare l’attenzione degli appassionati per il modo in cui coniuga le classiche atmosfere da slasher americano con un contesto culturale e sociale tipicamente lituano. Pensive si distingue però non solo per l’ambientazione insolita – le foreste e i paesaggi rurali della Lituania – ma anche per la capacità di esplorare tematiche legate alla memoria collettiva, al senso di colpa e alla violenza sommersa di una generazione giovane e apparentemente spensierata.
Uno degli elementi che rendono Pensive peculiare nel panorama cinematografico lituano è proprio la scelta di calare una storia di vendetta e sangue all’interno di un rito sociale tipico come quello della celebrazione di fine anno scolastico. Il film segue infatti un gruppo di studenti che, per festeggiare il diploma, si rifugia in una casa isolata, dando così il via a una notte che si trasforma ben presto in incubo. Trukanas adotta un linguaggio visivo moderno e teso, che strizza l’occhio ai codici del cinema horror internazionale pur mantenendo un’identità locale attraverso riferimenti alla tradizione lituana e simbolismi legati al passato del Paese.
Nel prosieguo dell’articolo ci soffermeremo su un aspetto che ha incuriosito molti spettatori e critici: Pensive è un film completamente frutto di fantasia o trae ispirazione da eventi reali, leggende o cronache oscure della Lituania? Analizzeremo quindi i possibili legami tra la storia raccontata da Trukanas e le vicende o simboli che potrebbero averne ispirato la trama, offrendo uno sguardo più ampio sul significato e sul sottotesto di questo originale slasher baltico.
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La trama e il cast di Pensive
Come anticipato, il film ha per protagonisti un gruppo di liceali che si preparano a organizzare un’epica e scatenata festa per il loro diploma. Per tal fine si fa avanti Marius (Šarūnas Rapolas Meiliešius), proponendo di organizzare il party in una baita che sua madre, agente immobiliare, sta cercando di vendere invano da anni e di cui lui ha le chiavi. Marius, il ragazzo meno popolare della classe, spera così di ingraziarsi i suoi compagni ma soprattutto di attirare l’attenzione della bella Brigita (Gabija Bargailaitė), della quale è segretamente innamorato, nonostante lei sia fidanzata con Rimas (Kipras Mašidlauskas), il ragazzo più popolare della scuola.
Arrivati nella tenuta isolata nel bosco, i giovani danno il via ai festeggiamenti. Il party sembra andare per il meglio, tra bevute, musica e balli sfrenati, finché i ragazzi hanno la malaugurata idea di spaccare con l’ascia delle statue di legno trovate sul posto e usarle per fare un falò. Si tratta di opere d’arte del folklore lituano realizzate da un certo Algis (Marius Repšys), uno scultore che abitava in quella casa vent’anni prima e che si dice abbia sterminato la sua famiglia. Ben presto i ragazzi capiranno che la sinistra storia di quel luogo si sta ripetendo e di essere diventati l’oggetto di una terribile e sanguinaria vendetta.
La storia vera dietro il film
Come spesso accade per questo tipo di film, dietro di essi non c’è propriamente una storia vera riproposta fedelmente, bensì una serie di suggestioni che portano al concepimento del racconto. È questo il caso di Pensive, di cui il regista Jonas Trukanas ha affermato che: “Avevo diciotto anni e guidavo la mia prima macchina, diretto in piena notte verso una festa nei boschi lituani. Mentre viaggiavo pressoché nel nulla, una scultura in legno a grandezza naturale di un Cristo pensante mi si parò davanti. Mi bloccai letteralmente in mezzo alla strada e sentii che in qualche modo mi stava giudicando per il fatto che fossi lì, in quel luogo, diretto a festa. Quell’immagine è rimasta con me fino a oggi”.
“Le sculture in legno del Cristo pensante si trovano infatti ovunque negli stati baltici; in un certo senso uniscono in un’unica entità le tradizioni popolari e quelle cristiane. Sebbene il film abbia poco a che fare con la religione, la paura di essere giudicato in quel momento è diventata il punto di partenza della storia“, ha aggunto Trukanas. Quelle a cui il regista fa riferimento sono le sculture Rupintojelis (in inglese Pensive Christ, ovvero Cristo Pensieroso), che danno il titolo originale al film. Risalgono alla fine del XIV secolo e raffigurano Gesù seduto su una pietra, piegato in avanti, che sorregge il capo – caratterizzato da un’espressione di stanchezza e dolore – con una mano mentre appoggia l’altra sul ginocchio.
Al di là di questo elemento, non esistono prove o cronache di un vero serial killer o di un assassino mascherato che abbia colpito gruppi di giovani nella foresta lituana durante celebrazioni di fine anno scolastico, come avviene nel film. Tuttavia, nella memoria collettiva e nelle cronache locali, non mancano episodi di violenza legati a feste in luoghi isolati, dove talvolta l’abuso di alcol, i dissidi personali e l’assenza di controlli hanno portato a tragedie. Questi episodi, pur non avendo le caratteristiche di una strage sistematica come quella mostrata in Pensive, contribuiscono a creare quel senso di insicurezza e inquietudine che alimenta l’immaginario collettivo e può ispirare storie di finzione.
Un altro aspetto che ha probabilmente influito sulla creazione del film è il rapporto, spesso complesso, che la società lituana ha con la memoria storica e con i luoghi legati al passato rurale o sovietico. Le foreste, i villaggi abbandonati e le strade deserte rappresentano spazi che evocano solitudine e paura, luoghi in cui realtà e leggenda si confondono. Sebbene Pensive non sia ispirato a un evento specifico, il regista ha dunque saputo attingere a questo patrimonio culturale e simbolico per costruire una storia che gioca sulle paure più profonde legate all’isolamento e al giudizio, rafforzate dall’immagine del Cristo pensieroso che osserva e ammonisce.
Infine, è interessante notare come Trukanas abbia dichiarato di essersi ispirato anche alla sensazione universale di colpa e vulnerabilità che si prova in certe fasi della vita, come l’adolescenza. La storia vera dietro Pensive non è dunque fatta di cronaca nera o di un assassino realmente esistito, ma di paure ancestrali, simboli culturali e memorie personali che si intrecciano per dar vita a un racconto di finzione capace di parlare a un pubblico ampio, oltre i confini della Lituania. Il film riflette così un mix di leggende, contesti sociali e sensazioni vissute, più che un reale fatto di sangue documentato.