Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il mare dei mostri: le differenze tra il libro e il film

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Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il mare dei mostri (qui la nostra recensione) è il secondo capitolo cinematografico tratto dalla celebre saga letteraria di Rick Riordan, amatissima da lettori di ogni età per la sua capacità di fondere mitologia greca e avventura contemporanea. Pubblicato nel 2006, il romanzo Il mare dei mostri prosegue le vicende del giovane semidio Percy Jackson, figlio di Poseidone, alle prese con nuove prove e antiche profezie. Dopo il buon successo del primo film del 2010 (Il ladro di fulmini), la 20th Century Fox ha deciso di portare in sala anche questo secondo episodio, con Logan Lerman nuovamente nei panni del protagonista, affiancato da Alexandra Daddario, Brandon T. Jackson e altri volti già noti ai fan.

Il film si inserisce quindi in una saga cinematografica che, nelle intenzioni iniziali, avrebbe dovuto adattare tutti i volumi della serie letteraria. Tuttavia, Il mare dei mostri, uscito nel 2013 con la regia di Thor Freudenthal, ha incontrato un’accoglienza contrastante, specialmente da parte dei lettori più affezionati, che ne hanno criticato lo scarto rispetto al materiale originale. Nonostante ciò, il film si distingue per un tono più leggero e per un ritmo narrativo serrato, che punta a coniugare l’azione per ragazzi con elementi fantastici e creature mitologiche.

Nel corso dell’articolo, ci soffermeremo a esaminare più da vicino le principali differenze tra libro e film, analizzando quali personaggi siano stati introdotti o modificati, quali eventi siano stati riorganizzati o eliminati, e quali cambiamenti abbiano influenzato la coerenza narrativa rispetto all’opera di Riordan. L’intento è quello di comprendere come l’adattamento cinematografico abbia cercato di reinterpretare la storia per il grande schermo, sacrificando talvolta alcuni elementi chiave della saga letteraria, ma puntando a mantenere vivo lo spirito dell’avventura.

Stanley Tucci e Logan Lerman in Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo - Il mare dei mostri
Stanley Tucci e Logan Lerman in Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il mare dei mostri. Foto di Murray Close – © 2013 – Twentieth Century Fox Film Corporation.

Le differenze tra il libro e il film

L’adattamento cinematografico di Percy Jackson e il mare dei mostri presenta numerose differenze rispetto all’omonimo romanzo di Riordan, sebbene mantenga alcuni elementi centrali della trama. Una delle somiglianze principali riguarda la missione: sia nel libro che nel film Percy e i suoi amici partono per recuperare il Vello d’Oro, necessario a salvare l’albero di Thalia e quindi a proteggere il Campo Mezzosangue. Anche la figura di Polifemo, il ciclope che custodisce il Vello, viene mantenuta, così come il personaggio di Clarisse, figlia di Ares, a cui viene inizialmente affidata la missione. Questi punti cardine della narrazione rimangono dunque intatti, offrendo una base riconoscibile ai fan della saga.

Tuttavia, il film introduce diverse modifiche significative. Una delle più evidenti è la presenza precoce dell’antagonista principale della saga, Crono. Mentre nel libro il ritorno del titano viene solo accennato come un pericolo futuro, nel film Crono viene effettivamente risvegliato alla fine e affrontato da Percy. Questo cambiamento altera profondamente la progressione narrativa della saga e anticipa eventi che nei libri accadono molto più avanti, rompendo il ritmo costruito da Riordan nei romanzi. Un’altra differenza rilevante riguarda la modalità con cui i protagonisti ottengono le informazioni: nel film, la profezia su Percy viene menzionata molto prima rispetto al libro, dove questo elemento resta volutamente vago fino ai capitoli conclusivi.

La rappresentazione dei personaggi subisce anch’essa modifiche. Tyson, il fratellastro ciclope di Percy, è molto più timido e infantile nel libro, mentre nel film ha un atteggiamento più buffonesco e meno emotivamente approfondito. Anche Annabeth cambia leggermente, non solo nell’aspetto (è bionda nei libri, mora nel primo film e poi torna bionda nel secondo), ma anche nel carattere: nel libro dimostra maggiore sagacia e forza strategica, mentre sullo schermo le sue qualità vengono ridimensionate per dare più spazio all’azione. Inoltre, Hermes ha un ruolo marginale nel libro, mentre nel film appare in una scena chiave e fornisce ai protagonisti importanti strumenti magici.

Logan Lerman, Douglas Smith, Brandon T. Jackson, Alexandra Daddario e Leven Rambin in Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo - Il mare dei mostri
Logan Lerman, Douglas Smith, Brandon T. Jackson, Alexandra Daddario e Leven Rambin in Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il mare dei mostri. Foto di Murray Close – © 2013 – Twentieth Century Fox Film Corporation.

Dal punto di vista della struttura, il film ovviamente semplifica e accelera molte tappe del viaggio. Ad esempio, il passaggio attraverso il Mare dei Mostri (che rappresenta il Triangolo delle Bermuda) è molto più breve nel film, così come il confronto con Circe e i Lestrigoni viene completamente rimosso. Questo snellimento dell’intreccio ha lo scopo di mantenere alto il ritmo cinematografico, ma finisce per sacrificare la ricchezza dell’universo narrativo originale, riducendo anche l’approfondimento tematico sui legami familiari, sull’identità e sull’eroismo giovanile.

In conclusione, Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo – Il mare dei mostri cerca di restare fedele al cuore dell’opera di Riordan, ma si prende – come è normale – molte libertà creative nel tentativo di rendere la storia più adatta al linguaggio cinematografico. Queste modifiche, sebbene comprensibili dal punto di vista della produzione, hanno causato insoddisfazione in una parte del pubblico affezionato ai libri, che avrebbe preferito un adattamento più aderente e rispettoso della complessità narrativa della saga.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.
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