Presencias è un film messicano del 2022 diretto da Luis Mandoki, autore noto per il suo lavoro tanto nel cinema internazionale (Message in a Bottle, Innocent Voices) quanto in quello latinoamericano. Con questo film, Mandoki torna dietro la macchina da presa per firmare un thriller che si muove con intelligenza ai confini tra l’horror psicologico e il dramma investigativo, mescolando suggestioni di genere con una riflessione più profonda sulla colpa, il trauma e la verità repressa.
Mandoki costruisce infatti una narrazione densa di atmosfera e tensione, utilizzando gli stilemi del thriller per esplorare temi come il confine tra sogno e realtà, il trauma, il senso di colpa e la responsabilità individuale. Il risultato è un’opera che, pur inscrivendosi nel genere del mystery-horror, si distingue per il suo sottotesto sociale e la sua carica emotiva, mantenendo un equilibrio tra inquietudine visiva e introspezione narrativa. Proprio per ciò, in questo articolo, proponiamo una spiegazione del finale di Presencias e del suo significato più propofondo.
La trama di Presencias
Protagonista del film è un attore di nome Victor (Alberto Ammann) che, accompagnato dalla moglie Alicia (Andrea Santibañez), ritorna nella sua casa di famiglia con l’intenzione di venderla. Il soggiorno, però, lo costringe a confrontarsi non solo con i ricordi felici della sua infanzia in quel posto, ma anche con il trauma della morte della sorella, annegata nel lago. Durante la loro prima notte nella casa, infatti, poco prima che Alicia annunci a Victor di essere incinta, una presenza misteriosa li attacca brutalmente. Alicia viene uccisa, mentre Victor si risveglia in ospedale senza alcun ricordo di quanto accaduto.
Le indagini vengono però presto archiviate per la mancanza di prove e di testimoni, ma il dolore e la disperazione spingono Victor a scappare dall’ospedale per tornare nella casa, deciso a scoprire la verità sulla morte di Alicia. Le uniche disposte ad aiutarlo sono la giovane Paulina (Yalitza Aparicio, attrice candidata all’Oscar per il film Roma) e la sua vecchia tata Maria (Angelina Peláez). I tre, tuttavia, si troveranno ad avere a che fare con qualcosa di assolutamente inaspettato e sconvolgente.
La spiegazione del finale del film
Nel finale del film Presencias, Víctor giunge a una scoperta devastante: è lui l’autore dell’omicidio della moglie Alicia, avvenuto nella casa di famiglia dove i due si erano ritirati in attesa della nascita del loro primo figlio. Dopo essersi risvegliato in ospedale, Víctor è convinto che l’assassinio sia opera di qualcun altro e comincia a credere che forze sovrannaturali infestino il bosco e l’abitazione. Tuttavia, a poco a poco, ricordi rimossi e frammenti di memoria riaffiorano, fino a riportargli l’immagine nitida del momento in cui lui stesso ha tolto la vita ad Alicia.
Nel corso della narrazione, Víctor si lascia consumare dai sospetti verso il fratello Manolo e alcuni vicini, ma la verità si rivela ben più inquietante. Scopre di essere affetto da episodi di sonnambulismo violento, una condizione di cui non era pienamente consapevole e che in passato aveva già causato la morte accidentale della sorellina. La medesima condizione ha portato, inconsciamente, all’uccisione di Alicia. L’ultimo colpo di scena del film rivela infine che anche Manolo è stato vittima di Víctor, eliminato in uno stato di incoscienza durante un nuovo episodio, completando così il tragico cerchio della sua colpa.
Il film si conclude così con Víctor schiacciato dal peso della colpa e dell’orrore per le sue azioni: sopraffatto dal dolore, sceglie infine di porre fine alla propria esistenza. Il suo gesto segna così la chiusura di una spirale di violenza innescata da traumi irrisolti e da una condizione patologica che lo aveva reso, senza saperlo, artefice di tragedie irreparabili. Un finale indubbiamente cupo, anticipato silenziosamente da diversi elementi presenti nel corso della narrazione.
Il significato del film Presencias
Alla luce di questo finale, in Presencias la casa di famiglia si svela essere simbolo del trauma sepolto. La dimora in montagna, che doveva rappresentare un luogo di pace e riconciliazione col passato, è invece un luogo di memoria corrotta. Ogni scricchiolio, ogni ombra, rappresenta un frammento del dolore di Victor, ma anche le colpe invisibili di una comunità complice nel tacere. La casa è un vero e proprio personaggio in sé: un luogo che custodisce verità scomode sotto il velo del tempo.
Per quanto riguarda le misteriose presenze, esse sono la metafora della verità repressa. Il titolo Presencias si carica infatti di ambiguità: le presenze che inquietano Victor non sono spettri, ma verità che rifiuta di vedere. Sono i ricordi negati, le colpe dimenticate, le complicità taciute. Quando finalmente affronta il colpevole e svela l’inganno, Victor non sta solo risolvendo un caso, ma sta compiendo un atto di liberazione personale: vedere davvero ciò che era sempre stato lì, ma nascosto sotto la paura e la rimozione.
Il finale, però, pur segnato dalla violenza, è anche catartico. Non ci sono fantasmi da esorcizzare, ma colpe da svelare. La verità, una volta portata alla luce, libera Victor, seppur non nel modo in cui egli credeva. In questo senso, Presencias si propone come una riflessione sull’importanza del riconoscere dove si annida il male reale, non quello immaginato, e del potere della verità come strumento di giustizia e guarigione.