Altro anno, altra classifica “the best of”, altra Top 10 per me che odio i numeri assegnati per dare valore alle cose, odio le stellette e le percentuali, odio chi riduce a cifra la bellezza (o la bruttezza) dell’arte. Eppure eccoci di nuovo, io con i miei gusti, voi con la vostra curiosità (spero).
La mia Top 10 per il 2016
Io, Daniel Blake
Quando Ken
Loach arriva al cinema non è mai per caso. Il fuoco lo
muove: senso civico, rabbia, volontà sociale. Io, Daniel
Blake racchiude tutti questi intenti in una confezione
impeccabile, malinconica e dignitosa, di una vita semplice vissuta
con fame e tenacia. E poi c’è anche la semplice voglia di fare fare
cinema…
Il Caso Spotlight
È la pellicola che ha
portato a casa il premio Oscar per il miglior film all’inizio
dell’anno, diretta da Thomas McCarthy. Un
film di inchiesta, con un ritmo incalzante, che mostra il
giornalismo bello e solido per cui non si ha più il tempo. Il tema
è ovviamente scottante e questo fa la maggior parte del lavoro. Ma
grande merito va anche alla splendida squadra di protagonisti,
guidata dall’inossidabile Michael Keaton.
The Hateful Eight
Quentin Tarantino
al suo ottavo odioso film. Il regista al suo logorroico meglio in
un 70 millimetri glorioso per colori, composizione, sfruttamento
del formato e interpreti. Una cruenta, imponente, affascinante
interpretazione di 10 Piccoli Indiani ambientata
in un Far West non arido e desertico, ma innevato
e gelido. Sempre desolato e pericoloso, come i suoi
protagonisti.
Captain Fantastic
Alla sua opera seconda,
Matt Ross (il viso appuntito di Gavin
Belson di Silicon Valley) confeziona un
film che vince prima nella scrittura e poi nella messa in scena e
nelle interpretazioni. Una commedia che si fa dramma e torna
commedia, e in questa incertezza trova il suo
equilibrio. Un’esaltazione della bellezza dei corpi vitali sia
dei giovani protagonisti che del roccioso ma sempre affascinante
Viggo Mortensen.
Love and Mercy
Film del 2014
di Bill Pohlad, uscito solo quest’anno in
Italia. Si deve tornare un po’ troppo indietro nei mesi
cinematografici ma era un tributo dovuto. Un tributo all’arte, a
Brian Wilson, alla difficoltà di rimanere se
stessi in un mondo cattivo, alla musica che ha il potere di
salvare, al dolore, alla paura, al talento ritrovato di
John Cusack e a quello troppo spesso taciuto, ma
incommensurabile, di Paul Dano (in questa Top 10
ci sarebbe dovuto essere anche l’irresistibile Swiss Army
Man, se solo fosse arrivato nelle nostre sale).
Neruda
Corre il rischio di
diventare il regista più “di moda” del momento, soprattutto con il
magnifico Jackie, protagonista della prossima
stagione dei premi. Ma, con una storia più sua, interpreti meno
noti della Portman ma assolutamente non meno
bravi, il suo tocco deciso eppure delicato che accarezza i
personaggi, l’omaggio al poeta/politico/attivista simbolo di una
Nazione, l’atmosfera che dalla storia scivola nel mito con la
leggerezza di un fiocco di neve, Pablo Larraìn ci
regala ancora del grande cinema: silenzioso, elegante,
emozionante.
È solo la fine del mondo
Il 2016 è stato un anno
molto importante per il cinema di Xavier
Dolan nel nostro Paese. I nostri distributori hanno
finalmente portato in Italia Laurence Anyways
(2012) e Tom à la ferme (2013), e, in
contemporanea finalmente con il resto del Pianeta,
È solo la fine del mondo (2016). Il prodigio
canadese prende le dinamiche familiari, come spessissimo nei suoi
film, e le trasfigura in drammi intensi e passionali. Accarezza con
l’obbiettivo i suoi attori, li racchiude nell’inquadratura,
rinviandoci sempre a quello che in realtà non dicono e facendo
pressione su quello che invece, delle loro personalità, appartiene
anche allo spettatore. E chi guarda resta incantato dalla
sensibilità, dallo straordinario talento che “si riduce”
semplicemente, per modo di dire, alla conoscenza dell’animo
umano.
Sing Street
È un film musicale che è
piaciuto anche a chi i musical non piacciono. Ma non è per questo
che il film di John Carney è in classifica.
Sing Street ha un look rock, un cuore romantico,
un cast travolgente, una storia essenziale su cui si costruisce un
ritmo trascinante che vi impedirà di star fermi sulla sedia. I
vostri piedi danzeranno, le vostre teste andranno a tempo e trai
gli applausi e le risate, nel finale, ci sarà spazio anche per una
discreta lacrima che vi righerà il sorriso.
Animali Notturni
Tom Ford è un uomo
di classe, un uomo sensibile ed equilibrato nel gusto e nello
stile. Un uomo che si è rivelato anche profondo conoscitore delle
passioni oscure dell’uomo e le ha trasportate con l’eleganza che lo
contraddistingue sul grande schermo, attraverso il romanzo
di Austin Wright, Tony &
Susan. La sapienza registica dimostrata in Animali
Notturni è sintomo di uno studio, di impegno, ma anche di
talento innato. Per non parlare degli interpreti, anime sopraffatte
dagli eventi che travolgono lo spettatore.
Paterson
È arrivato in sala da
pochissimi giorni, rientra appena nel dicembre 2016, e meno male.
Paterson di Jim Jarmusch non è un
capolavoro, non è un film eclatante, non è quella pellicola che fa
gridare al miracolo. È un sussurro, una carezza, un intimo
incontro con quelle magie quotidiane che può fare il cinema quando
“scende” a livello dell’uomo comune che racchiude segreti e
bellezza. Paterson è la delicatezza del suo
regista, ma è soprattutto la bellezza (soprattutto artistica) di
Adam Driver, un interprete ineffabile, preciso,
attento, che nel lavoro “per sottrazione” restituisce un ritratto
autentico e, è il caso di dirlo, poetico. Un gioiello da
custodire.
***
Menzione d’onore a Zootropolis, scommessa vincente delal Disney, e Room, altro film di notevole successo, una bella sorpresa e una prova importante per Lenny Abrahamson e per Brie Larson.
NB: la classifica è stata realizzata considerando esclusivamente i titoli arrivati in sala nel 2016 in Italia.
***
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