La sera della vigilia dell’Unità d’Italia è stato celebrata in quelle che sono state le capitali italiane ( Roma, Firenze, Torino ) con la proiezione a ingresso gratuito di La lunga calza verde di Roberto Gavioli e del documentario di Gianfranco Pannone Ma che storia… .
Al Nuovo Cinema Aquila, Pannone e Leo Gullotta ( uno dei narratori del documentario ) erano presentavano il loro lavoro. Pannone arriva in ritardo ma a causa di una piacevole motivazione: “Ieri abbiamo proiettato il film a Parigi all’Istituto italiano di Cultura”. Dedica le sue parole proprio all’importanza che si parli d’Italia fuori e dentro i confini: ” Ho avuto il privilegio, grazie anche a Cinecittà Luce, di accompagnarlo in varie città d’ Italia e questo mi ha ridato anche un po’ di speranza (…) questo è un paese che fino a qualche settimana fa discuteva se domani festeggiare o meno che è una cosa a dir poco vergognosa…” . Le sue parole rispecchiano bene il lavoro svolto in Ma che storia… : “…Il sentimento nazionale non passa per la retorica ma per la consapevolezza che questo è un grande paese per le sue diversità…” Parla di una “storia dolorosa” fatte di “tante ferite non rimarginate” e ci tiene a far emergere il volto dell’Italia spesso nascosto: “…Questo è un paese che ha costretto i contadini e i pastori a vergognarsi della propria origine…” convinto dell’attualità di un discorso storico sincero e profondo per comprendere i “passi significativi che abbiamo fatto malgrado tutto”. La presentazione è rapida e priva di cerimoniale. Leo Gullotta, che nel documentario è una delle voci che leggono alcuni passi significativi di autori italiani di varie epoche spende poche parole sul valore della “rilettura” di “…grandi pagine di grandi autori storici e contemporanei (…) per essere molto più coscienti di quella verità che quelle grandi pagine hanno… ” Gullotta chiude il discorso con parole dai forti significati: “da cittadino italiano devo ringraziare questa storia, questi partigiani, questo sangue” e chiude mettendo in evidenza come la Storia e la propria identità di cittadino e uomo siano valori fortemente connessi: “io personalmente la festeggio questa giornata…Viva l’Unità d’Italia io lo dico ad alta voce sempre in prima linea come cittadino nel volere diritti e rispetto, soprattutto rispetto, verso la dignità umana”.
La proiezione che segue valorizza le parole spese e l’ottimo valore di Cinecittà Luce.
La lunga calza verde è quella che tesse Cavour nel cartone liberamente ispirato dalla penna di un “padre della patria” recente come Cesare Zavattini. La calza del simpatico Cavour “animato”, ben riconoscibile nelle sue fattezze stilizzate anche da chi poco ha studiato sui libri, ha la forma nota e cara della nostra penisola. Realizzato nel 1961, in occasione del centenario dell’ Unità d’Italia, questo pregevole corto d’animazione è stato restaurato da Cinecittà Luce che dal 15 Marzo lo distribuisce in uno speciale DVD insieme anche a L’eroe dei due mondi, lungometraggio d’animazione di Guido Manuali. La lunga calza verde colpisce per il suo valore artistico. Vedendolo risulta facile capire perché Carosello sia ancora rimpianto come esempio di una TV di qualità. E’ capace di far rivivere la complessità della storia italiana attraverso uno stile ironico. Immagini e musica grazie a un montaggio elaborato e fluido di associazioni, guidano senza retorica lo spettatore che può piacevolmente riportare alla memoria le figure di Mazzini, Cavour e Garibaldi e accorgersi di quanto sia importante e bello conoscere se stessi.
Attraverso le immagini dell’archivio Luce, molte delle quali inedite e testi di autori italiani o di valore storico ( da All’Italia di Leopardi a la lettera di lamentazione di Federico II di Borbone, da Sciascia a una lettera di Ibsen ) Pannone in Ma che storia… racconta in modo frastagliato alcuni dei momenti che hanno segnato la storia della nostra nazione. l’Italia nel suo documentario si presenta come un mosaico complesso tanto dal punto di vista geografico che storico. Pannone racconta la Sardegna, Roma, la Sicilia, Milano, Napoli attraverso gli evocativi scorci offerti dalle immagini di archivio di diverse epoche e soprattutto attraverso l’ampio utilizzo di canti popolari. D’Azeglio, il primo parlamento di Torino, la retorica fascista, il 12 Dicembre, l’Italia della restaurazione sono invece le coordinate storiche attraverso cui si muove puntando più sull’evocazione dell’insieme che su una linearità argomentativa.
Pannone sceglie la forma del film di montaggio per raccontare e comunicare al di là della retorica convinto che il miglior modo per raccontare l’Italia sta nel far emergere le contraddizioni di un paese che discute addirittura se festeggiare o no la sua nascita.