Amiche da Morire: lo presentano Claudia Gerini, Cristiana Capotondi e Sabrina Impacciatore

Amiche da Morire

È stata presentata oggi, al The Space Moderno di Roma, la commedia noir tutta al femminile Amiche da Morire, opera prima della giovanissima Giorgia Farina, anche co-sceneggiatrice del film. Hanno preso parte alla conferenza il cast principale, Claudia Gerini, Cristiana Capotondi, Sabrina Impacciatore e Vinicio Marchioni, la regista, il co-sceneggiatore Fabio Bonifacci, Raffaella Leone per Andrea Leone Films e Paolo Del Brocco per Rai Cinema.

 

Per Giorgia Farina. È il tuo debutto al cinema, un film importante per la tua carriera e anche un film abbastanza originale nel panorama del cinema e della commedia italiani, con un cast tutto al femminile. Come ci sei arrivata?

GF Quest’idea all’inizio mi è venuta in mente perché avevo voglia di fare una cosa totalmente al femminile e in Italia è un po’ inedito vedere un film, soprattutto una commedia, con tre donne protagoniste. Siamo abituati a vedere le donne o come  la bonazza o come la bruttina, che fa un po’ da spalla. Comunque sono sempre dei personaggi che gravidano intorno a un comico maschile e, quindi, mi è venuto in mente di fare una cosa un po’ diversa. E poi chi non ha mai pensato di uccidere il proprio partner in momento d’ira. (ride) Ecco, l’idea era di avere tre donne, tre belle e conosciute attrici, e la possibilità di scrivere qualcosa appositamente per loro. In più ci sono questi accenni al noir, che si rifanno alla commedia inglese che io amo molto, perché sono cresciuta con i film di genere, guardando horror, western, thriller. Infatti, quando abbiamo iniziato a scrivere con Fabio [Bonifacci], pensavamo di fare sì una commedia ma diversa rispetto al panorama italiano, una commedia che fosse anche un gioco.

Per Giorgia Farina e Fabio Bonifacci. Come avete lavorato alla sceneggiatura?

GF Devo dire che Fabio è stato bravissimo a calarsi nei panni di tre donne. Poi, lui a casa ha due bambine, ama molto le donne e quindi ci siamo trovati molto bene insieme. C’è stato un bellissimo feeling sin dall’inizio, anche quando leggevamo il copione imitando le vocine delle protagoniste.

FB Io ero veramente eccitato all’idea di fare un film tutto al femminile.

Interviene con una battuta l’Impacciatore: “Ma eccitato in che senso?”

(ride Bonifacci, continuando) No no, intellettualmente ed emotivamente, anche perché è vero che ho due bambine, ma non solo. Io vivo tra le donne: ho una compagna, che come me ha due sorelle che hanno fatto solo figlie femmine, poi vengono le nonne e casa mia è sempre piena di donne. È una situazione in cui io sto meravigliosamente bene. L’unico rischio, che ci siamo giocati anche nel film, è quando litigano tra loro…bisogna stare attenti a non mettersi in mezzo. Perché se stanno sotto i 7 anni riesci a gestire la cosa, altrimenti se sono sopra non ci riesci più. Quest’occasione è stata una sorta di riscatto per me, avendo io collaborato, in quanto sceneggiatore, a una certa preponderanza del maschio in vari film. L’ho vista anche come un omaggio alla femminilità. L’idea-chiave del film, che non è stata neanche tanto pianificata, ma è uscita secondo me nel modo migliore, ovvero quando vedi il film finito, è che tutti gli uomini che sembrano forti si rivelano deboli e tutte le donne che sembrano deboli si rivelano forti. Una chiave di lettura che non può certo interpretare tutta la realtà, ma ampi pezzi di questa.

Per le tre protagoniste. Come siete entrate in questi personaggi?

CC Per Olivia mi sono ispirata soprattutto allo stereotipo della bionda svampita e un po’ stupida, che poi si rivela tutt’altro, perché, in fondo, il mio personaggio ha un cinismo e dei momenti di lucida follia, follia anche assassina, che ne testimoniamo la capacità di realtà. Lei vive nel mondo perfetto che si è costruita e, appena la campana di vetro in cui vive si sgretola, decide di punire colui che le ha portato via il suo sogno d’amore. La voglia di fare personaggi diversi ti porta anche a provarti in cose nelle quali non c’è niente di te stesso, a parte la piacevole coincidenza dell’amore per le piante.

CG Quando Giorgia mi ha proposto questo ruolo s’immaginava una donna forte, decisa, che ama sedurre, ama piacere e si diverte in questo gioco di seduzione, sempre e comunque, tanto da farne un mestiere; è il personaggio di una escort, ma brillante, che probabilmente si è stancata e vuole fare qualcos’altro. C’è questo sogno di voler cambiar vita, ma non ci ho voluto mettere nessuna nota drammatica: lei non perde mai la sua dignità, perché si diverte a vedere tutti gli uomini del paese ai suoi piedi e gioca molto con questo suo potere. Lei è un po’ la mente delle tre, razionalizza quello che accade e riesce a trasformare in opportunità una casualità. Poi Gilda è l’unica a non essere autoctona, non parla in dialetto siciliano, non ha neanche l’accento; probabilmente ha viaggiato molto, è una un po’ senza patria e ha scelto quest’isoletta perché le è piaciuta, le va di stare lì, però è una che magari il giorno dopo prende e parte. In comune con lei ho la passione per le arti marziali perché studio da 5 anni il Taekwond.

SI. È il primo film in cui parto come un terribile brutto anatroccolo e poi alla fine ho un momento di riscatto altissimo. Questa non è una polemica, però in Italia le donne devono aderire ad un canone di bellezza stereotipato per apparire sexy. Quindi, io, avendo questa gobba sul naso e non portando la quarta di reggiseno, non vengo percepita come sexy…nel cinema, perché, grazie a Dio, nella mia vita faccio furore! (ride) Allora, mi fa molto piacere che Giorgia abbia avuto questa visione: l’occhio di una donna che mi ha guardato come un uomo e come un uomo con un certo gusto anche! (ride) Ci voleva una donna per scoprire che io potessi essere sexy. Nello stesso tempo, questo film per me è stato altamente terapeutico, perché io ho dovuto girare tutta la prima parte un po’ mortificata, senza tacchi e io già sono un nano, quindi senza tacchi proprio non mi percepisco esistere. Però, era molto giusto per il personaggio: avevo queste calze pesanti color carne, non avevo il trucco che abbelliva, anzi il contrario. Quindi i primi giorni mi vergognavo ad uscire di casa e dalla roulotte, perché il primo pubblico è composto dai tecnici del set, che sono solitamente dei veri maschi, soprattutto con queste due meraviglie sul set [riferendosi alla Capotondi e alla Gerini]. (ride)

amiche-da-morire-locandinaPer Vinicio Marchioni. Come ti sei trovato a lavorare in una commedia con un ruolo così importante?

VM Ho accettato di corsa questo film proprio per il mio ruolo rispetto alle tre protagoniste. Ovviamente quello che faccio io all’interno del film è tutto quanto una fortissima autoironia sulla parte maschile, perché, come diceva lo sceneggiatore prima, un uomo in mezzo a tre donne, e che donne!, è destinato a soccombere. Invece, questo Malachia si prende la briga di andarci proprio a mettere il naso. Mi sono divertito moltissimo a fare da contraltare più o meno a tutto quello che hanno messo in scena queste attrice straordinarie.

Quali sono i luoghi reali dove avete girato e quello fittizio dove si svolge la storia?

GF La storia è ambientata in una piccola isola siciliana, di cui però non si conosce il nome, non si sa molto perché volevo che la vicenda rimanesse sospesa tra fantasia e realtà, volevo che desse l’idea dell’isola che non c’è. Isola poi perché mi piaceva l’idea di chiuderle un po’ in mezzo al mare, di isolarle dalla modernità e dalla realtà. Proprio per questo che abbiamo scelto quest’ambientazione un po’ favolistica. Abbiamo girato a Monopoli e a Polignano a mare (Puglia), dove siamo riusciti a costruire un po’ a pezzettini, grazie allo scenografo Tonino Zera, la nostra isola fantastica.

 Per Raffaella Leone. Cosa vi ha spinto a produrre questo film?

RL La volontà di fare questo film è nata da una sceneggiatura straordinaria, perché per me quella è la base, se non c’è quello, si può pure evitare di farlo. La storia era una storia divertente, strana, un po’ matta e sicuramente curiosa. Mettere il film insieme, invece, non è stato così semplice: chiedere a delle attrici di questo calibro di fare un’opera prima non è proprio facile. Anche loro sicuramente sono state colpite dalla sceneggiatura, dai personaggi, dalla forza di Giorgia che si percepisce. Comunque si sono messe in gioco ed io le ringrazio per questo, per averci creduto. Inoltre, il film mostra quanto non sia vero che il nostro sesso sia debole, anzi. Ora non ricordo chi l’ha detto, però c’è una frase che rispecchia il mio modo di vedere il rapporto uomo/donna: “Ginger Rogers e Fred Astaire facevano le stesse cose, solo che Ginger Rogers le faceva all’indietro e con i tacchi a spillo”. Ecco, io credo che il film lo racconti con grande semplicità, senza voler mandare messaggi di chissà quale tipo e sapendo divertire.

Per Del Brocco. Con quante copie uscirà nelle sale?

PDB  Sono minimo 250 copie e massimo 300.

Questo film è prevenduto sulla sceneggiatura alla Beta Film (Germania), alla Babe Film (Francia) e a John Heyman (Inghilterra).

Prodotto da Andrea Leone Films con Rai Cinema e con il sostegno di Apulia Film Commission, il film è stato realizzato con il contributo e il patrocinio della Direzione Generale per il Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Distribuito da 01 Distribution, Amiche da morire sarà nelle sale l’8 marzo per la Festa delle Donne.

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