Brado, Kim Rossi Stuart racconta il suo western esistenzialista

Il rapporto padre-figlio esplorato nel western metropolitano di Kim Rossi Stuart in sala dal 20 ottobre

Brado conferenza stampa

diKim Rossi Stuart presenta il suo Brado alla stampa. Il suo “western esistenzialista” come lo chiama durante la conferenza è un adattamento del suo romanzo Le guarigioni. Brado è un film drammatico che uscirà in sala a partire dal 20 ottobre. Una storia che parla d’amore che viene raccontata dai personaggi di Kim Rossi Stuart, Renato, e Saul Nanni, Tommaso. I due interpretano padre e figlio in una relazione complicata che li metterà a nudo l’uno di fronte all’altro. Nel film anche Viola Sofia Betti nel ruolo di Anna alla sua prima esperienza sul grande schermo, Federica Pocaterra nel ruolo di Viola e Barbora Bobulova nel ruolo di Stefania, la moglie di Renato.

 

Brado, la trama

Quella di Brado è una storia d’amore tormentata che segue padre e figlio in un rapporto apparentemente ai ferri corti. A causa di un incidente, Tommaso si vede costretto ad aiutare il padre a mandare avanti il ranch di famiglia. I due si ritrovano per addestrare un cavallo recalcitrante per portarlo a vincere una competizione. La rabbia, il rancore e le ostilità che avevano impedito loro di stare vicini inizia a sciogliersi. Si tratta di un difficile percorso a ostacoli che i due dovranno affrontare per ricostruire l’amore e la vicinanza che avevano perduto.

Brado è un film di genere, come lo stesso regista e attore conferma in conferenza: “Un western esistenzialista. È un film di genere che mi cattura soprattutto nel momento in cui ha dei risvolgi psicologici. Ho utilizzato il film per veicolare l’argomento del rapporto padre e figlio, anche scomodando il complesso di Edipo. In questo film c’è un padre che pone un fardello pesante sulle spalle del figlio e questo fardello obbliga Tommaso a cercare continuamente una sua identità, scollandosi di dosso il peso che porta e guarire. Non mi dispiace neanche descriverlo come un film d’amore perché padre e figlio lottano per ritrovare quella tenerezza perduta“.

La terza volta alla regia per Kim Rossi Stuart

Un cast giovanissimo quello di Brado che oltre vede affiancati Kim Rossi Stuart con un giovanissimo Saul Nanni. Reduce dalla sua esperienza in Love & Gelato di Netflix e nell’attesissimo Io sono l’abisso di Donato Carrisi, il giovane racconta la sua esperienza sul set del film di Kim Rossi Stuart: “È stata una esperienza incredibile. Kim mi ha dato l’opportunità di interpretare questo ragazzo così pieno di vita. Nonostante il mio background familiare sia caratterizzato da pace e serenità grazie a Kim ho avuto un ruolo diverso. Tommaso è stato reso maturo dal padre fin da bambino. Il loro amore è qualcosa di viscerale. Anche se inizialmente lo credono perduto hanno poi la forza di prendere in mano le redini e rispolverare i vecchi dissapori. Kim in questo mi ha accompagnato per tutto film e non lo ringrazierò mai per avermi spinto sempre a dare il massimo“.

Brado è il terzo film di Kim Rossi Stuart segue un po’ i precedenti, Libero va bene (2006) e Tommaso (2016), come se si trattasse di una trilogia. Il regista ci tiene però a precisare: “È vero alcuni nomi ricorrono spesso soprattutto in questi tre film, uno spettatore più assiduo del mio cinema potrebbe trovare dei legami. Però sono film che hanno una autonomia, sono separati. Il primo è un film di pancia, il secondo un film di cervello e questo è un film di polmoni. Il respiro ritorna spesso nelle scene del film anche e soprattutto in quelle più intense, come si vede nel finale. Ci sono tre/quattro minuti del film belli tosti ma sono fondamentali così come è fondamentale accettare i momenti bui nella nostra vita”. 

Cavalli selvaggi

Nel film un altro protagonista principale di Brado, che serve da veicolo per attenuare le divergenze tra i due personaggi, è sicuramente il cavallo, Travor. “Il selvaggio Travor serve da metafora simbolica per evidenziare la differenza tra umano e animale. Ho scelto il cavallo alla genesi del progetto. Nasceva dalla tematica che mi emozionava parecchio cioè quella di far rivivere allo spettatore cose che avevo vissuto io in gioventù“. Kim Rossi Stuart dedica il film al padre Giacomo: “Fortunatamente la relazione con mio padre non era così ai ferri corti. Mio padre è stato il primo a regalarmi l’autonomia ed è un tema su cui io oggi da padre mi interrogo molto spesso. Massimo Gaudioso – sceneggiatore del film – mi ha aiutato tantissimo a trovare una scrittura che fosse funzionale per il film“.

- Pubblicità -