Cannes 2015: Matteo Garrone e il giorno de Il Racconto dei Racconti, “Artigianale è la parola chiave del film”

Matteo Garrone e il cast de Il Racconto dei Racconti sono sbarcati al Festival di Cannes 2015, dopo la presentazione alla stampa internazionale di ieri sera. Il primo film italiano in concorso è stato caratterizzato da una proiezione colma di tensione e silenzioso nervosismo, con una reazione piuttosto glaciale durante i titoli di coda. Atmosfera totalmente differente questa mattina in conferenza stampa, durante la quale regista e attori sono stati finalmente acclamati come meritavano. Come molti già sapranno, Il Racconto dei Racconti rappresenta una svolta nella produzione garroniana, è un prodotto interamente fantasy ispirato ad un lavoro di Giambattista Basile del ‘600, interamente scritto in dialetto napoletano strettissimo. Un dialetto che gli stessi napoletani di oggi hanno dimenticato: “Il libro è scritto in una lingua così arcaica che anche in italiano avremmo dovuto tradurre il tutto in un linguaggio più moderno. Scrivere tutto in inglese dunque è stato naturale e per nulla forzato. Abbiamo scelto questa lingua certamente per raggiungere un pubblico ampio, ma anche perché Basile ricorda un deforme Shakespeare. In ogni caso non abbiamo tradito l’anima dei racconti, abbiamo girato tutto in Italia con una troupe in gran parte italiana, quindi siamo rimasti saldamente attaccati alle radici dell’opera.”

 

thumb.php-6Ad ascoltare le parole del regista, girare in Italia è stato davvero fondamentale. Garrone, prima di essere un regista, ama ricordare di essere un pittore, dunque di avere un legame estremamente particolare con le immagini e i colori. “Non c’è un genere migliore del fantasy per legare le parole alle immagini, nei lavori precedenti partivo dalla realtà per tramutarla in qualcosa di fantastico, questa volta ho voluto fare il percorso inverso. Sono stati tre anni di lavorazione intensi durante i quali sono stato molto aiutato dagli attori stessi. La sceneggiatura è stata scritta da quattro uomini ma il prodotto finale è un lavoro tutto al femminile, grazie alle attrici che hanno aggiunto sfumature e dettagli alle interpretazioni.”

Attori che ancora adesso portano negli occhi una scintilla particolare per l’intero progetto, che a quanto pare non è stato particolarmente difficile da preparare: “Il mio personaggio è una teenager con tutti i bisogni e i desideri del caso, ha voglia di libertà, dunque mi sono ritrovata moltissimo in lei” ha detto Bebe Cave. Della stessa opinione Toby Jones, Vincent Cassell e Salma Hayek: “Non è stato difficile capire le ossessioni del mio personaggio, molte donne soffrono non potendo avere figli, è stato naturale.” thumb.php-5Salma Hayek che nel film deve divorare un intero cuore di drago e correre con pesanti vestiti barocchi: “Mangiare il cuore è stato tremendo, aveva un sapore terribile e avevo quasi voglia di vomitare dopo ogni morso. Matteo ha voluto che il cuore di scena fosse ricreato in maniera perfetta, in ogni sua parte o elemento, così ti ritrovavi davvero a inghiottire un’arteria o una valvola che aveva il sapore di pasta o di chissà cos’altro. È stato davvero terribile. Anche correre da una parte all’altra delle sale del castello è stato difficile con i vestiti di scena. Per Matteo era facile dire ‘Ok riprendiamo da questo punto’ ma per me significava percorrere tutto il perimetro da capo, 45 minuti di corsa con lo strascico del vestito. Una volta sono quasi svenuta, mi hanno preso tre omoni, è stato davvero imbarazzante. Nel mentre Matteo gridava ‘La luceeee’ e il costumista ‘Il costumeeee’, a pensarci adesso è stata una scena piuttosto comica.”

Più facile l’approccio di John C. Reilly: “Perché ho accettato il film? Non scherziamo, Matteo Garrone gira un film fantasy in Italia? Ma ditemi subito come parteciparvi!! Sono fortunato ad essere qui.” Ma qual è lo scopo che Garrone si è prefissato? “Raccontare come il desiderio portato all’estremo generi conflitti, direi che questo è l’elemento principale dell’opera. Volevo anche che tutto sembrasse reale e allo stesso tempo artefatto, ritornare alle origini del cinema sorprendendo il pubblico con elementi e scene al confine fra il vero e l’irreale. Per fare questo abbiamo scelto una strada artigianale per tutti gli aspetti del film, anzi posso dire che ‘artigianale’ è la parola chiave de Il Racconto dei Racconti. Ci sono molti effetti visivi, ma anche in questo aspetto c’è stato un forte supporto di bozzetti e materiali esistenti sul set, non c’è nulla ricreato da zero su computer.” Effetti ricreati per l’occasione dal talento di Leonardo Cruciano, che è riuscito a dare una forma alle paure di Garrone: le metamorfosi e l’aspetto del corpo, completamente mutevole. L’appuntamento è per questa sera, quando i mostri garroniani sconvolgeranno (si spera in bene) la proiezione ufficiale.

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