Il grande pubblico ha iniziato ad amarlo grazie ai sogni visionari e ai tornado di Take Shelter, al fango e al volto severo di Matthew McConaughey in Mud, al bimbo prodigio (e un po’ alieno…) di Midnight Special, Jeff Nichols questa volta sorprende un po’ tutti e a Cannes 69 porta un lavoro incredibilmente lineare e sincero, come nessuno si aspettava. Loving ha infatti poco a che fare con la filmografia a cui il regista dell’Arkansas ci ha abituati sinora, non è altro che la vera storia di Richard e Mildred Loving, due pionieri dei diritti civili in Virginia negli anni ’60. Due persone come tante, innamorate l’uno dell’altra e desiderose di metter su famiglia, di avere una casa grande e comoda con un grande terreno per lasciar giocare i figli. Perché dunque sono stati protagonisti di numerose battaglie nei tribunali americani, sino ad arrivare davanti alla Corte Costituzionale? Soltanto perché lui ha la pelle di colore chiaro, lei di colore scuro, e i matrimoni “misti” in Virginia non sono tollerati dalla legge; come non bastasse, gli viene contestato anche il reato di essersi sposati in uno Stato diverso da quello di residenza, il District of Columbia. Dalla notte in cui lo sceriffo della Contea di King and Queen fa irruzione nella loro camera da letto, inizia per loro un calvario fatto di fughe, avvocati d’ufficio, lettere, ansie e preoccupazioni.

Richard e Mildred Loving hanno avuto nella loro vita tre figli, anche se solo Peggy è ancora in vita oggi, “sono stato a casa sua” ha continuato Nichols, “c’era un’atmosfera strana, c’era della musica nella casa e moltissime informazioni sulla famiglia Loving. Mostrarle la sceneggiatura è stata la parte più difficile della lavorazione, avevo paura del suo giudizio, in fondo parlavo di suo padre e sua madre, della ‘sua gente’. Lei ha sfogliato pesantemente pagina dopo pagina, poi a un certo punto ha iniziato a piangere, ho capito che probabilmente avevo fatto centro. È il mio modo di onorare queste persone, che nella loro semplicità hanno fatto cose immense. Spero anzi che questo film dia il via a nuovi dibattiti sulla questione, non bisogna mai mettere da parte i diritti civili.” Protagonista del film insieme a un’intensa Ruth Negga un clamoroso Joel Edgerton, nel ruolo del complesso Richard Loving, un uomo rude ma gentile, dalle cento sfumature; la sua è un’interpretazione talmente convincente che molti hanno già iniziato a scomodare la parola Oscar, “in realtà ho già un discorso pronto, qui nel taschino” ha scherzato lo stesso Edgerton. Chissà che la stampa della Croisette non porti fortuna.
