Che Vuoi Che Sia: l’incontro con Edoardo Leo

Che Vuoi Che Sia

Nella splendida cornice dello spazio Open Colonna nel Palazzo delle Esposizioni a Roma è stata tenuta la conferenza stampa dell’ultimo film di Edoardo Leo, Che Vuoi che Sia, in uscita al cinema il 9 Novembre 2016. Insieme a lui, regista e protagonista, hanno risposto alle domande la coprotagonista Anna Foglietta, che interpreta nel film la sua fidanzata e Rocco Papaleo, l’esilarante zio che cerca di aiutarli nel progetto, oltre a Marina Massironi e Massimo Wertmuller, gli sceneggiatori Marco Bonini e Renato Sannio e i produttori della Warner Bros. Italia.

 

in Che Vuoi che Sia, Anna e Claudio sono due giovani ragazzi precari, che una sera da ubriachi, promettono al “popolo del web” che faranno un film porno se raggiungeranno la cifra che gli serve per il progetto di crowdfunding organizzato da lui per finanziare la sua idea. La situazione però sfugge di mano e i due ragazzi si troveranno davanti a grandi scelte che potrebbero compromettere il loro bellissimo rapporto.

“La storia che avevo letto inizialmente è stata poi modificata nel tempo, però da subito conteneva quegli elementi che avevano stuzzicato in me la voglia di raccontare una storia contemporanea, la ferocia di questo tempo e di certi aspetti del web e allo stesso tempo però raccontare anche un dilemma eterno ovvero ‘Quanto costa la felicità?’.” racconta Edoardo Leo, “Questi elementi mi hanno convinto a lavorare a questo progetto e un anno e mezzo fa abbiamo iniziato a fare interviste a delle coppie vere per capire il loro punto di vista sulla questione.”

Che vuoi che sia fa venire in mente altri due film che sfiorano l’argomento, “SexTape” e “Proposta indecente”, ci sono delle influenze?

Edoardo Leo: “Sono sincero, SexTape non l’ho visto, ho visto solo i trailer e mi è bastato, mentre con Proposta Indecente parliamo di un colosso. Abbiamo studiato il film, ma la storia è diversa… Poi c’è la svalutazione. prima erano un milione di dollari per Robert Redford e ora 250 mila euro per Edoardo Leo… C’è la crisi, che volete? Ma di questo film abbiamo visto il trailer che ci ha dato la misura di cosa si poteva raccontare e cosa non si poteva raccontare. Mi piaceva molto il meccanismo di Proposta Indecente, infatti per un po’ di tempo il film ha avuto come sottotitolo ‘Se ti facessero una proposta decente?’. Il meccanismo era quello che ti spingeva ad andare al cinema  a vedere una commedia, ma soprattutto ad andare per capire veramente fino a che punto si sarebbero spinte queste due persone.”

Che Vuoi Che Sia: l’incontro con Edoardo Leo e Anna Foglietta

Ma Anna Foglietta scenderebbe a questo compromesso per la felicità?

“Per come stanno le cose nella mia vita adesso no, la mia intimità non ha prezzo.” e anche Marina Massironi conviene che “No è una domanda che non mi farei mai”.

Ma com’è Edoardo Leo come regista?

Anna Foglietta: Molto serio, mentre normalmente è molto rilassato e goliardico. Ma quando è in veste di regista raggiunge livelli di autismo seri, molto concentrato e preso da quello che sta facendo, non si stanca mai, ha una visione totale della scena. È molto bravo anche perché capisce le esigenze dei personaggi e spesso chiede a gli attori di collaborare se c’è qualcosa che non li convince. È una grande esperienza fare film con lui, un vero e proprio arricchimento, quindi finisci nel dare anche un po’ di più di quello richiesto perché se lo merita. Abbiamo lavorato insieme diverse volte e chiaramente gli voglio tanto bene, ma lo stimo tanto perché siamo entrambi arrivati dal basso, abbiamo fatto la gavetta. Per cui all’inizio di queste riprese ci siamo detti “Questo è il nostro film, divertiamoci ma giochiamocela bene questa carta”, per cui gli ho dato totalmente il cuore come regista e come amico. Ho apprezzato molto il mio personaggio, una donna integra, nella quale spero che il pubblico riuscirà ad identificarsi molto, perché anche se ad un certo punto perde la via poi la ritrova.”

che vuoi che sia“Il mio personaggio invece è un po’ una testa di cazzo” scherza come al solito Rocco Papaleo,”Mi sono dovuto confrontare con un progetto che rifletteva una realtà che Edoardo voleva indagare in profondità e quindi ho cercato di abbracciare il più possibile quest’uomo. Sul set con Edoardo mi sono sentito molto a mio agio e anche con Anna ormai abbiamo un bellissimo rapporto. Poi loro due insieme sono davvero bravi e spontanei.”

I personaggi che scegli di interpretare nei tuoi film da regista sono molto diversi da te, un po’ degli underdog che non stanno sempre molto simpatici al pubblico, come mai?

E.L.: “C’è un indole mia personale di distruzione di quello che sono, ho fatto per troppo tempo personaggi come il poliziotto, il ragazzo della porta accanto, quindi ad un certo punto è scattata quella voglia di disintegrarmi un po’. E un po’ perché c’è anche una passione per i grandi stronzi della commedia all’italiana, che non avevano nessun pudore nel mostrarsi antipatici, quindi diventa quasi una sfida prendere un personaggio così in partenza e farlo diventare qualcuno di simpatico. Il mio personaggio in Che Vuoi Che Sia è potenzialmente molto antipatico e la sfida è stato proprio cercare di potarlo dalla parte della simpatia, perché era un punto di vista interessante da fare piuttosto che iniziare con un vincente. Il primo rimprovero che mi faccio è quello di non essere mai sufficientemente cattivo e cerco sempre di spingermi un po’ più in là. Anche questa volta ho provato ad essere più cattivo verso me stesso, verso la storia e anche verso il pubblico, anche perché mi diverte di più esserlo.”

Come mai scegli di far ridere su temi molto seri?

E.L.: “Le commedie più sono profonde e più mi fanno ridere in realtà, rispetto alla commedia leggera. Abbiamo cominciato a chiamare ‘commedia’ un po’ tutto e non ne facciamo tante. Io mi batto sempre per questa cosa, si dice sempre ‘Facciamo troppe commedie in Italia’, no! Facciamo tanti film comici. Quindi questo era un tema perfetto per una commedia, con la sua cattiveria oltre ad essere molto contemporaneo, visto che parla dei social network e di internet, ma era fortemente classico, perché la domanda ‘Quanto costa la felicità’ va indietro nei secoli dei secoli, ovviamente declinata in vari modi. Adesso il comune senso del pudore è cambiato e mi è venuta voglia di chiedere dove fosse arrivato questo confine.”

In Che Vuoi che Sia parli della generazione del precariato…

E.L.È molto difficile riuscire a raccontare la realtà, è complesso fare una fotografia della situazione attuale della società. Prima per fare una commedia di costume c’era una religione e due partiti, fare una commedia di costume oggi è diverso: prima il comune senso del pudore era veramente comune, adesso no. Adesso prendere un argomento che tagli in due la società e che rappresenti un po’ tutti è molto complesso. Io ci provo, con molta umiltà, però non posso non confrontarmi con il fatto che miei coetanei di 40 anni stanno ancora in una situazione di precariato. Poi in altre commedie ci sono spaccati più drammatici, ma ognuno sceglie il modo che preferisce per raccontare questa situazione!”

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