Presentato oggi presso
lo spazio Fandango Incontro in Via dei Prefetti a Roma il nutrito
cartellone della prossima edizione – la numero 23 – del Noir in
Festival di Courmayeur, dal 10 al 15 dicembre. Da sempre tra
cinema e letteratura, all’insegna del noir d’autore, ma anche di
una forte compromissione con l’attualità e uno sguardo attento alla
realtà che ci circonda. “Un programma ricco, in un anno
difficile. Anzi, forse una delle edizioni più sorprendenti
dell’ultimo decennio”, così lo definisce Giorgio
Gosetti, organizzatore del Festival assieme a
Marina Fabbri. Dieci film in concorso, tre fuori
concorso, incontri letterari, eventi speciali, tutti i film in 4K
per la prima volta in un festival italiano.
Presenze internazionali importanti,
a partire dall’apertura il 10 dicembre, con Atom
Egoyan, che inaugura la sezione in concorso col suo
Devil’s Knot, protagonisti Colin Firth e Reese
Witherspoon. In concorso in anteprima europea anche Dom
Hemingway di Richard Shepard con
Jude Law. Nella sezione principale l’Italia è
presente con due titoli, emblema del cinema d’autore che negli
ultimi anni è tornato a cimentarsi con generi come il noir: il
nuovo lavoro di Stefano Incerti,
Neve, con Roberto De Francesco e
Esther Elisha. “Con questo film abbiamo cercato
di dare un segnale politico”, afferma il regista, all’esordio
come produttore (con Dario Formisano). Un inno
alle produzioni indipendenti perché, dice, “sentirsi liberi è
stata una delle mie più grandi soddisfazioni”. Al centro del
film, prosegue il regista, “l’incontro tra due solitudini e lo
scavo psicologico”. L’altro italiano in concorso è
Vinodentro di Ferdinando Vicentini
Orgnani, con Giovanna Mezzoggiorno e
Vincenzo Amato. Ma questa sezione guarda anche
altrove: Filippine, Argentina (Wakolda di Lucía
Puenzo, candidato all’Oscar), Scandinavia, omaggiata quest’anno in
modo particolare sul fronte letterario.
Il Festival premierà
infatti il 13 dicembre col Raymond Chandler Award lo scrittore
svedese Henning Mankell, creatore dell’ispettore
Wallander, i cui casi hanno appassionato i lettori europei.
All’insegna della commistione fra letteratura e cinema, anche la
giuria del festival, “ancora in fase di composizione”,
afferma Marina Fabbri, “al momento infatti ne
sono membri certi Pif (autore e conduttore de Il
Testimone, il suo esordio alla regia di cinema sarà presto
nelle sale ndr), il giallista Marco Malvaldi e la sceneggiatrice
Ludovica Rampoldi”.
L’evento principale della sezione Fuori Concorso punta sulle star internazionali ed è la proiezione di The Counselor – Il Procuratore di Ridley Scott, noir dal cast ricchissimo: Michael Fassbender, Penelope Cruz, Javier Bardem, Brad Pitt, Cameron Diaz, Bruno Ganz; Cormac McCarthy alla sceneggiatura. In questa sezione anche Johnnie To con la sua commedia nera Blind Detective e La voce, commedia-thriller sugli intrighi e i misteri italiani, esordio alla regia di Augusto Zucchi, protagonista Rocco Papaleo.
Tra gli eventi, da segnalare, una maratona dedicata a Lo Hobbit ( il 12 dicembre), con l’anteprima del secondo capitolo della saga: Lo Hobbit 2 – La maledizione di Samaug, accanto ad altri eventi dedicati al mondo del fantasy per bambini e ragazzi. Mentre la new wave dell’horror italiano si metterà in mostra con Vedo nero: i cantieri della paura, in collaborazione con Istituto Luce-Cinecittà. “Maestro di cerimonia” sarà Dario Argento, accanto a lui giovani cineasti della scena horror indipendente.
Assente una sezione specifica per i documentari, a causa di “tagli robusti” di spesa resisi necessari, tuttavia, alcune opere sono state comunque inserite tra le proiezioni speciali. Una di queste è Off stage – Lontano dal palco, documentario sul mondo delle carceri che lascia la parola ai detenuti, ad opera di Francesco Cinquemani. Il regista sottolinea come la verità sia stata il criterio guida del lavoro. Al momento si tratta di un work in progress.
Tra gli incontri letterari, da segnalare quello con Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, autori di Suburra, romanzo di ambientazione romana al centro del convegno Le mani sulle città: “che racconta come l’economia italiana sia stata infiltrata dalla criminalità, attraverso i casi di Roma e Milano”, a testimoniare, secondo Fabbri, la volontà del festival di “raccontare la cronaca e la realtà attraverso letteratura e cinema”.