La sala dedicata a Giuseppe Sinopoli, la più grande dell’auditorium, si riempie come non mai in questa edizione della Festa di Roma, per l’ultimo degli incontri ravvicinati.
Carlo Verdone e Paola Cortellesi ci parlano della leggerezza e della malinconia della commedia, un genere spesso ignorato dai festival. La leggerezza, che non è sempre superficialità, ma anzi un mezzo per veicolare spesso grandi drammi, è due volte importante perché riesce ad arrivare a un pubblico più vasto, rispetto a film più “ricercati” e ha un valore terapeutico che non deve essere sottovalutato, concordano i due protagonisti della commedia italiana, che nel 2014 li ha visti lavorare insieme in Sotto una buona stella.
L’incontro che chiude questa edizione della festa, come di consueto si snoda attraverso clip di film dei protagonisti. Ripercorriamo la carriera di Verdone attraverso Viaggi di Nozze, il film che molti giudicano il suo più comico, ma che egli stesso dice essere probabilmente il più malinconico; Grande Grosso e Verdone, in cui la caratterizzazione dei personaggi e le situazioni in cui questi sono calati, invita a riflettere su situazioni che di comico in realtà hanno ben poco e molto più di tragico. Verdone si dichiara una grande fan dei grandi caratteristi della commedia italiana anni ’50 e ’60, come i fratelli Carotenuto e Leopoldo Trieste, in particolare a lui e alla sua interpretazione ne Lo Sceicco Bianco di Federico Fellini si è ispirato per la creazione del personaggio di Furio in Bianco Rosso e Verdone. Davanti a sequenze dall’umorismo senza tempo, il pubblico in sala non può fare a meno di ridere come fosse se le vedesse per la prima volta e Verdone fa eco lasciandosi andare alle imitazioni dei suoi personaggi più amati.

Poi arriva il momento dei saluti, la Festa del Cinema si avvia verso la fine di questa edizione, che chiude in bellezza con due ospiti eccezionali.
