Festival di Roma 2014: incontro con Tomas Milian. “Monnezza? Non escludo il ritorno”

Tomas MillianNon solo la cerimonia di ieri, ma anche l’accoglienza di oggi pomeriggio sono state all’insegna dell’entusiasmo e dell’affetto che gli abitanti di Roma provano nei confronti di questo camaleontico attore. Appena è salito sul palco- dopo una clip celebrativa che raccoglieva alcune delle sue interpretazioni più celebri- Milian ha ricevuto una standing ovation generale con veri e propri cori da stadio e dimostrazioni d’affetto collettivo, che l’attore ha cercato di ricambiare elargendo baci e frasi d’affetto: per lui Roma è un vero e proprio amore infinito verso una città che lo ha accolto e che ha ricoperto la funzione di una seconda madre per lui, che non ha mai ricevuto affetto dai genitori, troppo rigidi, tradizionalisti e disinteressati al figlio.

 

Mentre racconta degli aneddoti sulla sua infanzia, su sua moglie- scomparsa e alla quale ha dedicato il premio di ieri- e su quali scelte lo hanno spinto ad intraprendere il difficile mestiere d’attore, Milian si commuove spesso, investendo anche il pubblico con la sua sincera onda emotiva. Ricorda la sua scelta di passare da un cinema impegnato ed intellettuale ad uno più popolare che gli ha garantito il successo e l’amore del pubblico, grazie ai cult immortali che ha realizzato, tra spaghetti western e poliziotteschi immortali, prima di essere accolto definitivamente tra le braccia di Hollywood collaborando con maestri come Steven Soderbergh, Steven Spielberg e Tony Scott (solo per citarne alcuni). Si dilunga nel narrare di quando, una volta terminato l’Actors Studio, cominciò a recitare in teatro in ruoli complessi e rischiosi- arrivando addirittura a mettersi a nudo nei primi anni ’60- prima di essere notato dal compositore Gian Carlo Menotti che lo portò in Italia per un provino, inaugurando così la sua carriera grazie al cult di Mauro Bolognini La Notte Brava. 

Tra un ricordo dal sapore amarcord e un altro, Milian trova anche il tempo di rivelare un suo grande desiderio: tornare ad interpretare sul grande schermo il suo amato Monnezza, magari insieme al figlio adottivo.

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Ludovica Ottaviani
Ex bambina prodigio come Shirley Temple, col tempo si è guastata con la crescita e ha perso i boccoli biondi, sostituiti dall'immancabile pixie/ bob alternativo castano rossiccio. Ventiquattro anni, di cui una decina abbondanti passati a scrivere e ad imbrattare sudate carte. Collabora felicemente con Cinefilos.it dal 2011, facendo ciò che ama di più: parlare di cinema e assistere ai buffet delle anteprime. Passa senza sosta dal cinema, al teatro, alla narrativa. Logorroica, cinica ed ironica, continuerà a fare danni, almeno finché non si ritirerà su uno sperduto atollo della Florida a pescare aragoste, bere rum e fumare sigari come Hemingway, magari in compagnia di Michael Fassbender e Jake Gyllenhaal.