Giuseppe Battiston Billy

In occasione della presentazione al Bellaria Film Festival 2023 di Billy, esordio alla regia di Emilia Mazzacurati, abbiamo parlato con Giuseppe Battiston dei temi legati al film: provincia, solitudine e relazioni umane, ma anche del suo lavoro da regista, Io vivo altrove!, e della crisi delle sale.

 

Giuseppe Battiston e la famiglia Mazzacurati

Per quel che riguarda Billy, presentato nella sezione Eventi speciali del Bellaria Film Festival, non si può non riflettere sul rapporto stretto e consolidato che lega Giuseppe Battiston prima a Carlo Mazzacurati, con cui l’attore ha collaborato a lungo, prendendo parte a diverse pellicole del regista padovano, e poi a sua figlia Emilia Mazzacurati. La giovane regista aveva già lavorato come fotografa di scena ne La sedia della felicita, che vedeva Giuseppe Battiston tra gli interpreti. Ora Battiston l’ha scelta nello stesso ruolo per il suo primo film Io vivo altrove! Dal canto suo, Emilia Mazzacurati lo ha voluto come interprete sia nel cortometraggio Manica a vento (2018), che in Billy, dove interpreta un solitario vigile del fuoco.

Insomma, un universo artistico che appare come una sorta di grande famiglia. Battiston ne parla così, evidenziando soprattutto lo sguardo originale e la freschezza di Emilia: “Emilia è una persona che sento estremamente vicina e familiare per il rapporto che ho con lei […] da tanti anni. Il talento fotografico di Emilia lo avevo già scoperto ne La sedia della felicità, con Carlo. […] Aveva fatto delle foto splendide. È stato bellissimo veder nascere la sua sensibilità, il suo modo personale di raccontare le storie. Di conseguenza è stato per me non solo emozionante, ma qualcosa che sento mi appartiene profondamente. C’è una grande familiarità, ma non c’è nulla che potremmo dare oper scontato. È stata una bellissima scoperta. […] La cosa più bella è che ha realizzato un film che rappresenta un’età, la sua. […] Quindi, è straordinariamente fresco e giovane, nell’accezione più nobile del termine. La freschezza spesso viene considerata come ingenuità, ma qui non c’è ingenuità. È uno sguardo che io, ad esempio, non ho più da tanto tempo”.

Battiston sulla visione della provincia in Billy

La dimensione spaziale ed anche esistenziale di Billy è quella della provincia. Una provincia che la regista definisce come un “non- luogo” dove nascono sentimenti “forti ed estremamente radicati”. Giuseppe Battiston ne parla così: “È come se fosse una sorta di grande acquario, dove queste creature fluttuano tra i loro pensieri e le loro paure. È un microcosmo placido, senza scossoni, senza grandi slanci, ma con dei piccoli, grandi disagi. Sono quelli dei protagonisti, i quali non sanno forse che nome dare a questi disagi, ma li vivono e finiscono, in parte, anche per superarli”. “Questo non-luogo ha anche la caratteristica di raccontare qualcosa che forse è già successo, come se fosse già successo. Come dopo un tornado, i protagonisti raccolgono i pezzi, li vendono. È un mondo veramente bizarro”. Aggiunge poi una considerazione sul ruolo dei genitori e quello dei figli, che sembrano essere invertiti nel film: “La cosa curiosa in questa visione è che gli adulti sono i personaggi più fragili. Vedendo gli adulti di questa storia, non chiederesti loro un consiglio. Un’altra cosa molto matura e bella è che non c’è giudizio su queste figure. Sono così come sono”.

Il personaggio di Massimo in Billy

I personaggi del film, sostiene Battiston, “sono tutti segnati da piccole e grandi paure: la paura del fuoco, la paura di crescere, di invecchiare, di cambiare, di sentire , di parlare. Questa visione è forte e molto interessante”. In particolare Massimo, il vigile del fuoco da lui interpretato, si fa portavoce di una visione del mondo e delle relazioni umane, quando afferma che si può anche “essere soli insieme”. Battiston commenta così questo modo di intendere la vita: “E’ un modo di patire insieme, di “con-patire”, condividere una situazione di vita che forse poteva darci qualcosa un tempo, ora ci da meno, ma essendo il film privo di giudizio, […] non ci interessa sapere se i personaggi siano dei vinti o dei vincitori, sono comunque delle creature che attraversano un luogo. Attraversarlo tenendo per mano qualcuno aiuta, da una parte, a superare delle piccole grandi delusioni, dall’altra, a vedere anche di più l’aspetto positivo nelle cose”.

billy film recensioneLa situazione del cinema italiano secondo Giuseppe Battiston

Billy arriva nelle sale dal 1 giugno. Chiediamo a Giuseppe Battiston se si aspetta un ritorno del pubblico in sala, ora che siamo ufficialmente fuori dalla pandemia di Covid-19: “Speriamo che non abbiano tutti voglia di andare al mare”. “E’ un momento in cui la gente dovrebbe ricominciare tranquillamente a ripopolare le sale”. Siamo peraltro in un momento in cui il teatro, ad esempio, sta conoscendo una grande fortuna in termini di pubblico, come confermato dallo stesso attore, reduce da una fortunata tournée teatrale: “Io sono abituato molto bene, perché ho finito da poco la tournee del mio spettacolo in teatro e avevo i teatri sempre pieni”. Per quanto riguarda le sale cinematografiche, la situazione è in evoluzione: “Si tratta di recuperare la dimensione partecipativa dell’evento. È vero che il teatro, come la musica, la danza, sono situazioni live, che non hanno senso viste sul piccolo schermo, ma anche il cinema è un’esperienza di condivisione. Parlando del mio film [Io vivo altrove! ndr] ad esempio, laddove sono riuscito ad andare a presentarlo, ho riempito le sale, […] si è creato un momento di confronto meraviglioso”. Tuttavia, prosegue Battiston, “Non possiamo andare in tournée anche per i cinema, ma, se dovesse servire, cercheremo di farlo in qualche modo”. È innegabile però, che il pubblico sia chiamato a fare la propria parte: “Non serve un battage pubblicitario per indurre una persona a comprare un libro, ad esempio. Lo si fa spinti dalla curiosità, […] è così che succedono le cose. […] Oppure, piove, ci si infila in un cinema. Certo, se ci fossero ancora le sale in centro, sarebbe molto bello. Ad ogni modo, si può fare senza grossi sforzi”. Ciò che conta, e che occorre recuperare, conclude, è la curiosità: “Il cinema è curiosità”.

Un bilancio dell’esperienza da regista

Reduce dal suo primo lavoro dietro la macchina da presa, Io vivo altrove!, a qualche mese dall’uscita nelle sale, gli chiediamo di tracciare un bilancio dell’esperienza e se intenda ripeterla. Risponde così: “E’ stata un’esperienza ampiamente positiva, non posso che essere enormemente felice di quello che mi ha restituito il pubblico”. “Conto di rifarla, non subito, anche se sono già a lavoro. Sicuramente, per come il film è stato accolto dal pubblico, è una cosa che va rifatta. […] Anche come affluenza, nei luoghi in cui è stato distribuito, il film è andato piuttosto bene. Avrei voluto che questo film si confrontasse con tutta Italia, ma dove è andato ha raccolto bei consensi. Quel che posso fare è continuare a portarlo in giro, sperare che tra un po’ vada in una piattaforma e trovi il suo spazio. Non solo il mio, ma tutti i film d’esordio – che strano, stiamo parlando di un ultra cinquantenne e di una under trenta, esperienze agli antipodi, ma credo che abbiano entrambe la dignità di essere visti. Poi giudicherà il pubblico”.

Billy è in sala dal 1 giugno. Prodotto da Jolefilm e Rai Cinema. Mentre, Io vivo altrove! si potrà forse recuperare nelle arene estive, in attesa di un possibile passaggio su piattaforma.

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