Io vivo altrove! recensione del film di e con Giuseppe Battiston

Al cinema dal 19 gennaio il primo film da regista di Giuseppe Battiston.

io vivo altrove recensione

Io vivo altrove! è l’esordio alla regia di  Giuseppe Battiston, uno degli attori italiani più talentuosi e capaci. Negli anni ha lavorato sia in teatro che al cinema, dove è stato diretto da Soldini, Segre, Genovese, Zanasi. Ha avuto anche un fortunato sodalizio con Carlo Mazzacurati. L’attore, regista e sceneggiatore, assieme a Marco Pettenello, trae qui liberamente ispirazione da un romanzo di Gustave Flaubert, Bouvard e Pécuchet, adattandolo al contesto nostrano. Ambientato nella campagna friulana, Io vivo altrove! è stato presentato alla stampa l’11 gennaio scorso, in anteprima in sala ad Udine il 16 gennaio, mentre arriva nei cinema di tutta Italia dal 19 gennaio.

 

Da Flaubert a Io vivo altrove!

Giuseppe Battiston e Marco Pettenello, assieme autori del soggetto e della sceneggiatura di Io vivo altrove!, rielaborano l’ultimo romanzo scritto da Flaubert, rimasto incompiuto e pubblicato postumo nel 1881. L’autore di Madame Bovary, mettendo alla berlina i protagonisti Bouvard e Pécuchet, portava avanti una dura critica al sapere enciclopedico. Qui invece, la loro storia assume tutt’altro sapore. Nascono così Biasutti e Perbellini: due solitudini che si incontrano e tra le quali nasce una solida amicizia.

La trama di Io vivo altrove!

Biasutti, Giuseppe Battiston, e Perbellini, Rolando Ravello, si conoscono per caso ad un incontro per appassionati di fotografia. Sono due uomini di mezza età con lo stesso nome, Fausto. Perbellini è ancora succube della madre, Ida Marinelli, mentre Biasutti è un bibliotecario che vive di ricordi. I due scoprono presto di essere stufi delle proprie vite in città e iniziano a coltivare il sogno di trasferirsi in campagna. Sogno che sembra concretizzarsi quando Biasutti riceve in eredità la vecchia casa della nonna, in un piccolo paesino nelle campagne friulane. Lui e Perbellini lasciano il lavoro, la città, e si trasferiscono, convinti che vivranno del frutto delle proprie fatiche. All’arrivo, però, non tardano ad accorgersi che la situazione è più complessa di quel che credevano e l’accoglienza da parte dei locali non è delle migliori.

Una fiaba sulle orme di Mazzacurati

Io vivo altrove! può essere considerata come una fiaba con elementi tragicomici e grotteschi. Ha un incedere che ricorda lavori di Carlo Mazzacurati, come La sedia della felicità e La passione. Battiston stesso afferma che era suo intento omaggiare questo maestro del nostro cinema, con cui ha lavorato nei due film succitati e ne La giusta distanza. L’inguaribile ottimismo che anima i protagonisti può apparire da “deficienti”, come dice la signora Gina, interpretata da Ariella Reggio, ha del surreale. L’insistere di Biasutti e Perbellini, convinti, nonostante i fallimenti, che le cose si sistemeranno e saranno, per una volta, a loro favore, delinea una vera e propria poetica dell’ottimismo, che vede le relazioni umane come salvezza dal dolore perpetuo e da un’esistenza squallida.

Bene o male che vada, alla fine, sicuramente resta la salda amicizia dei protagonisti. Restano i legami che, nonostante tutto, sono riusciti ad instaurare con la gente del paese, come la farmacista Seraphine, interpretata da Diane Fleri e il parroco, padre Walter, che ha il volto di Teco Celio. Il vivo altrove! mette anche in guardia dai falsi miti. Primo tra tutti, il mito della campagna, che si rivela fallace. La realtà della campagna, però, seppure dura, è comunque migliore per i due protagonisti, rispetto a quella che vivevano nelle loro esistenze cittadine.

Io vivo altroveBuone caratterizzazioni con un filo narrativo esile

Non è una commedia da risate a crepapelle questo esordio da regista di Giuseppe Battiston. Si sorride piuttosto, più inteneriti che esilarati. Il film è pervaso da un velo di malinconia, da un senso di solitudine e dalla consapevolezza della vita che scorre veloce. Biasutti e Perbellini, però, cercano e riescono ad esorcizzare tutto ciò con la forza vitale che li contraddistingue, come due moderni Don Chisciotte, animati dal leitmotiv: non accontentiamoci.

Io vivo altrove! si sviluppa su una traccia narrativa piuttosto esile, e chiede al pubblico di entrare nel gioco di una fiaba per adulti, cosa che non tutti sono inclini a fare. Si avvale comunque delle efficaci interpretazioni dei protagonisti, Battiston e Ravello, e di buone caratterizzazioni, che danno vita a una godibile galleria di paesani: da Teco Celio, Padre Walter, a Diane Fleri, Seraphine, ad Ariella Reggio, la signora Gina, fino al cameo di Roberto Citran. Da citare anche le scenografie di Maja Moravec, che rendono bene gli ambienti, soprattutto quello della vecchia casa di campagna di Biasutti.

Un esordio alla regia senza urgenza espressiva 

Forse Io vivo altrove! non è tanto un esordio alla regia frutto di un’urgenza espressiva e creativa, quanto della volontà di riunire un gruppo di lavoro. Battiston ritrova qui Marco Pettenello, con cui aveva già lavorato. Forse l’attore e regista ha bisogno di altro tempo per trovare il progetto giusto, che faccia emergere un racconto davvero appassionato, nato da una necessità di raccontare. Il film resta tutto sommato godibile. I protagonisti fanno tenerezza e alla fine il pubblico si affeziona, come spesso accade coi sognatori. Io vivo altrove! è una favola leggera, che ricorda e omaggia Carlo Mazzacurati, con due buone prove di attori e un guizzo sarcastico nel tratteggiare quell’umanità friulana che il regista di Udine conosce bene, divertendosi a metterla in burla in una versione un po’ sopra le righe.

Quando e dove vederlo

Io vivo altrove! è prodotto da Rosamont con Rai Cinema e Staragara, in collaborazione con Minimum Fax Media e Tucker Film e distribuito da Adler Entertainment. Arriva al cinema il 19 gennaio 2023.

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