Howard: la vita, le parole, intervista al regista Don Hahn

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Da agosto è disponibile su Disney+ il documentario Howard: la vita, le parole (qui la nostra recensione), dedicato, appunto, alla vita e alle parole di Howard Ashman. Il nome non dirà molto ai più ma se pensate a Part of your world o a Be my Guest, canzoni memorabili della storia dell’animazione Disney, ecco che una lampadina si accende. Ebbene sì, Ashman è l’autore delle parole di alcune delle canzoni più belle dei classici Walt Disney. Insieme ad Alan Menken ha scritto la storia del genere musicale, del genere animato, ha cambiato la storia e la struttura dei classici Disney e, come apprendiamo grazie a questo documentario, ha denunciato la sua condizione di omosessuale malato di AIDS, che lo ha portato via ai suoi cari troppo giovane e con ancora tanto da dare al mondo dell’arte.

 

A raccontarne la storia è Don Hahn, regista in forze alla Casa di Topolino che a lungo lavorò con Ashman. Come mai proprio adesso Don ha sentito il bisogno di raccontare la storia del suo amico e collega? Cosa gli ha fatto desiderare di raccontare finalmente la storia di Howard?

Avevo un po’ paura che si sarebbe persa la sua memoria. Sua sorella gestisce un blog, in cui parla di lui, ma non esiste una biografia ufficiale, né in forma di libro né in forma di film. Volevo approfondirne la storia, conoscevo lui e le persone che hanno fatto parte della sua vita. Ho iniziato a mettere insieme gli elementi per vedere se riuscivo a mettere in piedi un film. E alla fine, eccolo, ed è stato più avvincente di quanto pensassi. È la stessa cosa quando pensi di conoscere le persone con cui lavori, ma non è così fino a che non scavi nelle loro vite e vedi le loro lotte.

Il documentario si apre su un dietro le quinte de La bella e la bestia. Come mai questa scelta?

Abbiamo provato molte cose diverse, incluso Howard che raccontava storie alla sua sorellina. Abbiamo ricreato la fantasia che avrebbe potuto essere nella sua mente, ma non era abbastanza avvincente. Il vero titolo della storia di Howard è una vita brillante troppo breve. Quindi quell’apertura era un modo per mostrare, in breve, “Ecco un ragazzo all’apice della sua carriera all’opera su alcuni dei suoi lavori migliori – e il segreto nascosto che nessuno conosceva tranne Howard”. Dopo quella ripresa, non sarebbe stato in giro per ancora molto tempo. Questa è la triste verità sulla storia, e quell’introduzione sembrava il gancio giusto nel resto del racconto. (Ashman morì di AIDS tre giorni prima della prima de La bella e la bestia, nel 1991, ndt).

Howard: la vita, le parole – intervista al regista Don Hahn

Howard: la vita, le parole non è pieno di tutti i suoi successi, hai parlato più della sua famiglia e della storia di questo bambino che cresce. Come hai affrontato la narrazione?

Il soggetto che stavo raccontando era Howard, e lui era così interessante e intelligente, dovevo lasciare che lui conducesse la storia e che lui la raccontasse in qualche modo, quindi niente narratore e niente teste parlanti. Nemmeno io volevo partecipare, non volevo inserire un gruppo di vecchietti che stavano lì a dire quanto fosse bravo. È stato più interessante conoscere l’uomo e la sua arte. È l’uomo che ci ha dato Part of your world o a Be my Guest, ma qui raccontiamo anche cosa è accaduto alla persona. E sono convinto che sarebbe felice di sapere che le sue lotte sono diventate parte della storia che ho raccontato.

Quali sono stati alcuni dei momenti più difficili da lasciare fuori dal montaggio finale?

Mi sono imbattuto in un nastro di Howard e Tina Turner; vorrei che tutti lo potessero sentire. Dura due ore e Tina prepara il pranzo a Howard mentre lui le chiede della sua vita. In quel periodo stava scrivendo una sceneggiatura sulla sua vita. Ma non era fondamentale per la sua carriera perché non è mai stato realizzato. Il suo caro amico Kyle Rennick aveva alcune registrazioni di quando Howard era malato, parlando della sua vita a teatro. Probabilmente dovrei fare un podcast su questi audio, ma dovevo attenermi ai momenti chiave e a ciò che è essenziale per la storia e ciò che non lo è. Ma quelli erano alcuni dei momenti affascinanti.

Come ha reagito la sua famiglia al documentario quando glielo hai mostrato?

Ero terrorizzato. Ma invece di avere una reazione a film completo, ho inviato loro parti del documentario mentre lo realizzavo. Ho finito il primo atto e l’ho mandato. Sono stati di supporto, ma sedersi per intervistarli è stato difficile, specialmente quando ho dovuto sedermi con Bill, il compagno di Howard. Ho dovuto chiedergli di come è stato essere un compagno di vita ma anche un assistente e infermiere. Aveva dedicato molti anni della sua vita a prendersi cura di quest’uomo. Volevo che parlasse di una relazione gay in un momento in cui era difficile. E lui è stato incredibilmente onesto.

Howard: la vita, le parole è disponibile su Disney+.

Howard: la vita, le parole recensione

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