Intervista: Richard Curtis dalla commedia all’action per Trash

Richard CurtisBasta pensare anche ad un solo titolo firmato dalla sua incredibile penna, che Richard Curtis, sceneggiatore e regista inglese, si posiziona subito, nell’immaginario collettivo, accanto ai più grandi del cinema nel nostro tempo. La sua scrittura raffinata e sempre sottilmente comica ha permesso al grande schermo di accogliere, nel corso degli ultimi 20 anni, grandissime pietre miliari della commedia romantica britannica (basti pensare anche solo a Notting Hill).

 

Adesso Curtis lascia la sua confort zone e si avventura in un territorio inesplorato per sceneggiare Trash, diretto dal collega e amico Stephen Daldry.

Come hai deciso di unirti al progetto?

“Krys Thykier (produttore, ndr) ha cercato di coinvolgere sia me che Stephen Daldry contemporaneamente. Se uno dei due ha accettato prima dell’altro sarà stata una differenza di poche settimane. Non ricordo una riunione senza Stephen. Ho abbracciato il progetto perché ho amato tantissimo il film, mi è piaciuta la struttura della storia, raccontata per punti di vista, e poi essendo un padre di tre ragazzi e mi interessa esplorare realtà in cui si indagano i pensieri e le reazioni dei giovani di fronte alla vita e alle decisioni importanti.”

Il film ha una forte componente religiosa, era presente nel libro o è stata aggiunta per creare un contesto familiare ai protagonisti?

“Da bambino ero molto religioso, poi ho dovuto scegliere tra Dio e le ragazze e sappiamo come è andata. Intorno ai 30 anni, sulle montagne russe di Disney World ho ritrovato la fede in Dio (ride).”

Daldry sostiene che il film è come una favola, un miscuglio di generi, sei d’accordo con la definizione?

“Secondo me non è una favola. Racconta della normalità di persone che vivono in situazioni difficili, e poi ha molto del cinema action.”

Il film è recitato prevalentemente in portoghese. La sceneggiatura è stata tradotta dall’inglese?

“Ho lavorato tanto con Fernando Meirelles che mi ha aiutato con la lingua. È stato un lavoro interessante anche se un po’ complicato, non mi era mai capitato prima. Anche in fase di montaggio, sui dialoghi completamente in portoghese, assemblavamo la sequenza ma qualche volta capitava che le battute non avessero senso. È stato un lavoro molto strano.”

I bambini di questo sono straordinari. Sei rimasto sorpreso?

“Certo, mi hanno sorpreso e spaventato (ride). E’ difficilissimo scegliere degli attori bambini. Quando abbiamo scelto il ragazzino per Love Actually ad esempio, abbiamo trovato un giovanissimo attore davvero dotato, ma gli altri non lo erano altrettanto.”

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