All’anteprima romana di “L’esplosivo piano di Bazil” era presente solo il regista Jean Pierre Jeunet, reduce dai successi di “Il favoloso mondo di Amelie”, “Delicatessen” e “Una lunga domenica di Passioni” e inoltre uno dei registi di “Alien”.
Jeunet ha raccontato di aver iniziato il film
subito dopo aver rifiutato di dirigere un episodio di “Harry
Potter”. Il suo agente gli aveva detto che questo l’avrebbe messo a
posto a vita. Ma il regista francese ha detto di amare l’arte e
soprattutto la libertà di espressione. Fin da piccolo infatti ha
avuto una passione per gli oggetti che ha espresso nel suo primo
approccio lavorativo nei film d’animazione. Qui faceva tutto da
solo, dalla costruzione dei pupazzi, alla preparazione dei costumi.
Come un pittore Jeunet ama trasformare a suo piacimento la realtà,
manipolandola fino a crearne una. Ha detto infatti di essere un
amante del cinema di Burton, di Terry Gilliam ma non solo anche del
più onirico Fellini e di Sergio Leone.
E infatti in questa sua nuova prova d’autore sono chiari i segni e
i tributi al cinema che il regista ama. “L’esplosivo piano di
Bazil” è infatti un insieme di storie di gangster, di personaggi
assurdi e sfortunati alla Gilliam, ma anche di atmosfere grottesche
e irreali quanti i film d’animazione di Tim Burton. Chiari
riferimenti a Sergio Leone, come quando i due mercanti d’armi, i
malvagi del film, sono seduti uno sopra all’altro in un deserto che
sembra quello del west ma in realtà è tutt’altro.
In più la storia nonostante sembri senza tempo ha chiari
riferimenti al contemporaneo: uno dei mercanti è amico di Sarkozy,
o ancora per sancire la vendetta Bazil e i suoi amici usano
Youtube. Una commedia insomma che ben si presta a canzonare i
nostri tempi dove verità imbarazzanti escono alla luce grazie a
Wikileaks. In realtà è ovvio che Jeunet non pensava di fare alcun
riferimento a questa vicenda, visto che l’ideazione del film risale
a tre anni fa.
Gli attori che ha scelto sono azzeccati, il protagonista Dany Boom secondo Jeunet è un genio, tanto che lui stesso lo invidia per la sua capacità di fare tutto e sempre benissimo. Il regista ha poi ribadito il fatto di aver rifiutato alla Warner la richiesta di dirigere “Harry Potter”, perché secondo lui “la vita è troppo breve per viverla da schiavi”. Per lui infatti la libertà artistica è fondamentale. Ha svelato poi il suo nuovo progetto, questa volta non un’opera originale (fino ad ora ha sempre collaborato con l’inseparabile Guillame Laurant per le sceneggiature), ma un adattamento. Sembrerebbe ispirato al libro di un giovane autore americano, che lo stesso Jeunet ha detto di sentire come un gemello più piccolo. Non ha però spifferato il nome di questo fortunato scrittore. Staremo a vedere.