Dopo l’esordio visto alla Mostra di Venezia, Nevia, Nunzia De Stefano torna a dirigere un lungometraggio per il cinema, Malavia, presentato nella sezione Freestyle della 20° edizione della Festa del Cinema di Roma.
“Malavia nasce dalla necessità di indagare il mondo dei giovani d’oggi. Anche il fatto che io sia madre, mia ha spinto a affrontare questo tema, anche alla luce del fatto che mio figlio ama la musica rap proprio come il protagonista del film.” ha spiegato Nunzia De Stefano in occasione della conferenza stampa esclusiva organizzata per il film. “Non conoscevo la musica rap e non sapevo dove ambientare il film, fino a che non ho approfondito la scena napoletana, una conoscenza che mi ha aperto molte strade.”
Il racconto di Malavia
SASÀ è uno scugnizzo di tredici anni, della periferia di Napoli. Trascorre le giornate con i suoi due migliori amici, CIRA e NICOLAS, ascoltando musica rap. Cresciuto senza padre, vive da solo con la sua giovane madre RUSÈ. Tra i due c’è un legame molto profondo, che spesso sfocia in una sproporzionata gelosia da parte del figlio. Amante dell’hip hop e dotato di un grande talento musicale, Sasà aspira a diventare un rapper famoso per permettere alla madre una vita migliore.
L’incontro con YODI, noto rapper della old school partenopea, sembra dare slancio al suo sogno e lo porta a comporre il suo primo vero pezzo: un rap dedicato a Rusè. Tuttavia, lo scontro con la realtà cinica del mondo della musica e della strada, costringe Sasà ad abbandonare le proprie aspirazioni. Disilluso, cede alla criminalità pur di aiutare economicamente la madre, ritrovandosi a spacciare nel cortile della scuola. Quando viene scoperto, rischia di perdere tutto. Divorato del senso di colpa, dal dolore provocato a Rusè e dalla possibilità di essere portato in una casa-famiglia, Sasà sprofonda in una forte depressione dalla quale non sembra esserci via di uscita. Soltanto un nuovo incontro con Yodi riesce a far breccia nell’animo del ragazzino, facendogli ritrovare l’entusiasmo perduto con il quale affrontare il futuro, qualunque cosa accadrà.
“Oggi siamo un po’ distratti nei confronti dei giovani, manca un po’ quella che a Napoli chiamiamo ‘carnalità’ tra un genitore e un figlio. Ed è importante che le nuove generazioni vedano questo film”, sottolinea la regista.
Nunzia De Stefano racconta un ragazzo con una passione
Per il produttore Matteo Garrone, Malavia – scritto da De Stefano con Giorgio Caruso – è un film che racconta “di un ragazzo con una passione e questo è già un grande traguardo perché uno dei problemi delle nuove generazioni è proprio l’apatia. Non so le ragioni, quello che so è che i ragazzi di oggi stanno crescendo in un’era digitale sono completamente diversi da noi, dal nostro mondo, e quindi è complesso riuscire a capirli. I social creano dei modelli che danno delle illusioni e ci sono delle conseguenze che spesso i ragazzi pagano senza avere la consapevolezza”.
Invitato a commentare i tagli al fondo dedicato alle produzioni dell’audiovisivo in Italia, Matteo Garrone ha risposto: “Spesso vengono fatte delle critiche, anche da persone della politica importanti, rispetto alla difficoltà di certi film di incassare in sala. Ma ciò che non viene detto, e questo lo dico da produttore, è che oggi, rispetto al passato, i film vengono visti in tanti modi. Quindi, se il successo del film dipende dal numero di persone che lo vanno a vedere in sala, facciamo un errore madornale. Questo era vero negli Anni 60 e 70, quando ci andavano otto persone rispetto a una di oggi. Però non c’erano non c’erano altre forme per vedere i film”.
