Oceania: i registi Ron Clements e John Musker parlano del film

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Chi, tra gli appassionati dei classici d’animazione Disney, non si è mai sorpreso a canticchiare “In fondo al mar” o “Il mondo è mio”? La Sirenetta e Aladdin, trai classici Disney più amati di sempre, hanno fatto parte dell’infanzia e della vita in generale di moltissime persone e oggi, i registi che hanno permesso a quella magia di vivere sul grande schermo, tornano in sala con Oceania, una nuova avventura d’animazione della Casa di Topolino, con protagonista Vaiana, una principessa sui generis. Ron Clements e John Musker hanno parlato del film e di questa temeraria e coraggiosa eroina alla stampa romana, in occasione della presentazione del film, dal 22 dicembre nelle nostre sale. Con loro presente alla conferenza anche la produttrice del film (insieme a John Lasseter) Osnat Shurer.

 

oceaniaPerché ambientare il nuovo classico in Oceania

Oceania ci proietta in un mondo sconosciuto alla tradizione disneyana, la Polinesia e la cultura di quelle isole magnifiche e lontane. Come mai è stato scelto questo set per la nuova avventura? Perché questa mitologia?

Ron Clements: “Cinque anni fa ho avuto l’idea di girare un film ambientato in quella parte del Pacifico, nelle isole polinesiane, dove io non ero mai stato. Avevo letto dei libri che parlavano di quelle aree di quelle isole, avevo visto dei dipinti che erano stati realizzati da quelle parti, mi era venuta l’idea e ho cominciato a studiare la mitologia. Studiando mi sono imbattuto in Maui, questo semidio che girava con questo amo da pesca magico con tutti i tatuaggi e riusciva a realizzare tutte queste cose e a cambiare forma, e così ho presentato l’idea a John, e poi siamo andati da John Lasseter, am questo accadeva cinque anni fa. Secondo me questi personaggi si adattavano benissimo all’animazione. Quindi poi John ha detto subito sì, gli è piaciuta la storia e gli è piaciuto Maui, con i suoi tatuaggi, ma come suo solito ci ha detto di andare più a fondo e di fare altre ricerche, e così cinque anni fa siamo andati alle Fiji e a Samoa e siamo rimasti tre settimane per fare le nostre ricerche.”

Osnat Shurer: “Voglio solo aggiungere che le ricerche sul posto le hanno fatte anche gli operatori, non solo i registi, e siamo riusciti a instaurare un grande rapproto di fiducia con i locali, devo dire che poi, periodicamente, nel corso dei cinque anni di lavorazione, abbiamo fatto diversi viaggi in quei luoghi.”

John Musker: “Le fonti di ispirazione per il film sono arrivate proprio dalla ricerca. Abbiamo appreso tante cose sulla storia della navigazione di questi popoli, abbiamo imparato che erano i più grandi navigatori che il mondo abbia mai conosciuto. Abbiamo anche imparato a conoscere il loro stretto legame con l’Oceano, che per loro è un essere vivente, ma anche il legame con la natura e con il culto degli antenati. Tutte ispirazioni preziose per il film.”

I registi parlano della musica in Oceania

Nei vostri film la musica ha sempre un valore aggiunto, in che modo vi siete trovati a lavorare con Lin-Manuel Miranda, che collaborerà a sua volta con Alan Menkel per il live action della Sirenetta?

John Musker: “Quando abbiamo fatto i nostri viaggi per studiare il posto, ovunque andassimo sentivamo musica. C’era musica, da qualsiasi parte. Canzoni di benvenuto, di saluto, di addio, di lavoro. E da subito abbiamo deciso di inserirla, abbiamo incontrato musicisti locali e abbiamo scelto uno di loro, che ha una sua band e che ha partecipato al film. Abbiamo coinvolto anche il compositore de Il re leone che, nel caso di quel film, aveva creato un ponte tra la musica africana e le story-telling song di Elton John. Poi abbiamo incontrato Miranda, ma due anni fa, prima che divenisse una star, prima del musical Hamilton. L’abbiamo coinvolto e abbiamo incontrato molti parolieri. Lin è stato bravo a lavorare nelle traduzioni dallo spanolo, per cui era quello che ci voleva per traslare la musica e le parole nelle lingue polinesiane all’inglese delle canzoni. Volevamo un continuo passaggio linguistico.”

Ron Clemens: “Siamo molto eccitati per il fatto che lui sia stato coinvolto nel remake in Live Action della Sirenetta, visto che per lui quello è il suo film preferito. Lui è cresciuto ispirandosi alle musiche di Alan Menken e Howard Ashman e, due anni e mezzo fa, quando è nato suo figlio, lo ha chiamato Sebastian.”

OceaniaChi è Vaiana, protagonista di Oceania

In cosa è diversa Vaiana dalle altre protagoniste Disney?

Osnat Shurer: “Lei è l’eroe della sua stessa storia. La sua missione è quella di salvare il suo mondo e come avrete notato non ci sono parentesi romantiche, eprché non c’è tempo per queste cose. Il film poi riguarda l’ascoltare la voce che abbiamo dentro di noi, tema ricorrente per la Disney. Spesso è il mondo che cerca di dirti chi sei, ma devi ascoltare quello che ti dice il tuo cuore. In questo senso Vaiana è un personaggio molto moderno, anche se la storia è ambientata diversi anni fa.”

E le somiglianze con Lava (cortometraggio Pixar che precede Inside Out)?

John Musker: “Il cortometraggio è stato una grande sorpresa per noi. Anche se c’è una somiglianza, la sua atmosfera è più hawaiana, ci sono molti ukulele, mentre noi siamo più a ovest, verso la Polinesia.”

In che modo i tatuaggi sul corpo di Maui ne definiscono il personaggio?

John Musker: “Dall’inizio della lavorazione del filmavevamo l’idea di animare i tatuaggi sulla pelle di Maui. Poi man mano che la storia si sviluppava, i tatuaggi hanno assunto una loro vita. In particolare il mini-Maui si è animato e finisce poi per essere un alter ego di Maui, era lui a rivelarci cosa pensa il personaggio, è diventato il suo grillo parlante. Lui ci rivela cosa sta accadendo dentro il personaggio di Maui, che invece è un tipo sbruffone all’esterno. Inoltre è stato  bello che a lavorare su Maui ci fosse Eric Goldberg, che è stato l’animatore del Genio di Aladdin.”

L’innovazione tecnica di Oceania

In che modo avete lavorato nell’animazione di due dei personaggi più importanti del film: i capelli e l’acqua?

John Musker: “Quando abbiamo deciso di realizzare questa storia ci siamo resi conto di essere di fronte a una grandissima sfida, perché è risaputo che animare i capelli e l’acqua è la cosa più difficile del mondo. Per fortuna abbiamo avuto grande supporto perché allo Studio lavorano delle persone di immenso talento. Quando abbiamo presentato il progetto, loro ci hanno detto che non sapevano in che modo realizzare queste animazioni, il che ci ha un po’ spaventato, ma poi ci hanno detto che avrebbero elaborato un modo per risolvere questi problemi. Dopo vari test hanno infatti trovato la maniera di realizzare queste animazioni così complicate. C’è stato un mix di animazione di effetti speciali con quella relativa ai personaggi.”

Ron Clements: “Quando siamo andati a fare le ricerche, abbiamo capito subito che le popolazioni del posto trattavano l’Oceano come una persona, così abbiamo deciso di farne un personaggio vero e proprio. Come il tappeto di Aladdin, non parla, non ha un volto, ma ha e trasmette emozioni. Abbiamo deciso che dovevamo farlo.”

Oceania: la recensione del film Disney

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