Jonathan NossiterPresentato oggi presso il Cinema Alcazar di Roma, il film Resistenza Naturale di regista brasiliano-americano Jonathan Nossiter, documentario che racconta di alcuni agricoltori che tentato di resistere al sistema politico-economico, producendo un vino “naturale”. Dopo la proiezione, è seguito un incontro con il regista stesso.

 

Il regista ha aperto così:

Siamo molto onorati che questo film venga distribuito. Sono emozionato a sapere che verrà distribuito da uno dei migliori distributori in Italia. Il film per noi è stata una conversazione. Quando si parla di agricoltura dobbiamo sapere che è un momento molto particolare, abbastanza spaventoso…e non parlo dell’Italia ma del mondo intero.

Su perché abbia scelto l’Italia per un film del genere e non un altro paese:

Questo film si potrebbe fare con gli stessi spunti anche in altri paesi, perché fino alla Germania oggi ci sono agricoltori che hanno visto il successo di questa ribellione, soprattutto italiana e francese. Io stavo in Brasile fino a 3 anni fa, sono brasiliano di origine. Con mia moglie abbiamo tre figli e volevamo andare in Europa. La scelta era tra Portogallo, soprattutto per la lingua e perché per un artigiano che fa cinema è più facile vivere in Portogallo. Abbiamo anche pensato alla Francia, io da 25 anni faccio film con loro. Ma abbiamo deciso di venire in Italia e sono assolutamente felice. E la nostra scelta è connessa a tutto quello che c’è dentro il film. Comunque si, il film si poteva ambientare in molti altri posti.

Jonathan Nossiter Resistenza NaturaleSul rapporto produzione contadina-industria:

A me fa arrabbiare vedere l’idea di un’espressione territoriale, di un gesto di sincerità contadina, trasformato in oggetto di lusso; è un simbolo di tutto quello che non va bene nella nostra società. Quando vedo che nelle Marche, ad esempio, un contadino fa una marmellata spettacolare e la vende a 3 euro e dopo invece trovi la stessa marmellata da altre parti, venduta a 14 euro…questo lo trovo veramente tragico. Questa è un Italietta, non un Italia. Io penso che l’arte, il cinema, l’agricoltura, dovrebbero essere condivise in modo democratico, con rapporti di uguaglianza. La disuguaglianza ci sta distruggendo.

Sui protagonisti del film e in generale sul mondo dei contadini che hanno fatto questa scelta:

Loro sono degli avanguardisti. Quando ho presentato il film a Parigi, la settimana scorsa, c’erano tanti vignaioli francesi che sono rimasti stupiti, con ammirazione, di come gli italiani fossero più all’avanguardia di loro. Questi contadini non rifituano la tecnologia, non sono “passatisti”, sono persone che hanno prima di tutto una coscienza e che sanno perfettamente che non si può innovare, se non c’è un dominio nel proprio mestiere del passato. E questo vale per qualunque professione ed è fondamentale. Loro hanno una coscienza storica della cultura e della terra dove lavorano e questo li lascia liberi per innovare in modo etico.

Il film verrà distribuito a partire dal 29 maggio da Lucky Red in “10-15 copie”.

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