Roma 2012: Takashi Miike presenta Il Canone del Male

Si dichiara felicissimo di essere per la prima volta a Roma Takashi Miike il regista di culto amatissimo nel mondo del cinema d’autore orientale e non solo. E’ venuto al Festival a presentare in concorso il suo ultimo film, il thriller psicologico Aku no kyôten (Il Canone del male da noi).

 

Al regista, lei è sempre alla ricerca di un oltre, di un limite da superare nella sua sperimentazione. Come proseguirà il suo lavoro alla luce di questo film?

TM: “Ci sono stati moltissimi film che ho potuto fare e che mi hanno aiutato a costruire il mio status di autore, di cineasta.  Ora voglio fare qualcosa di diverso, distruggere quello che ho fatto fino ad ora, qualcosa che non deve essere per forza compreso da tutti, ma che può migliorare me e il mio percorso. Questo film può essere visto come puro intrattenimento, ma nella storia ci sono tanti ragazzi uccisi e così si attivano anche altri meccanismi tra spettatore e personaggi. Si può innescare anche una certa empatia.”

Hideaki Itô, protagonista maschile della pellicola racconta: “Abbiamo lavorato partendo da un romanzo molto famoso, con protagonista un uomo con serie psicopatologie. E’ stato difficile interpretarlo, avere una sintonia con lui, ma è anche stato molto divertente, perché io e Takashi Miike l’abbiamo costruito insieme.”

All’attrice Erina Mizuno è invece toccato il ruolo della vittima: “Sono stata molto male mentre leggevo il romanzo. Per riuscire in questo film c’era bisogno di mescolare per bene logica e emozione, perchè per quanto sbagliato ogni personaggio ha le sue ragioni che vanno capite per essere interpretate al meglio. Il pubblico potrebbe provare simpatia per il mio personaggio ad esempio, perchè viene preso in giro dal cattivo”.

Nel film sembra esserci una sorta di citazione dal lavoro di David Cronenberg.

TM: ” Sono ovviamente un suo fan e conosco molto bene il suo lavoro. Lui ha un sapere con il quale è andato oltre. Da questo punto di vista ho avuto molte influenze indirette perchè fanno parte di quello che sono io, ma non in modo consapevole. Le uniche influenze dirette che ho avuto sono state quelle del romanzo da cui abbiamo tratto la storia”.

- Pubblicità -