15:17 – Attacco al Treno, recensione del film di Clint Eastwood

15:17 – Attacco al Treno

Arriva l’8 Febbraio al cinema 15:17 – Attacco al Treno, il nuovo film di Clint Eastwood che ha il sapore di un western nel titolo e racconta un fatto realmente accaduto, il 21 Agosto del 2015, su un treno diretto a Parigi.

 

Anthony Sadler, Alek Skarlatos e Spencer Stone sono tre ragazzi di Sacramento in viaggio attraverso l’Europa. Sono cresciuti insieme, vengono da famiglie cattoliche e tutti e tre hanno una visione idilliaca della guerra come strumento per fare del bene. Due di loro sono anche arruolati nelle forze armate. Sul treno che li porta alla nuova tappa del loro tour europeo, Parigi, si trovano per caso a fermare un uomo armato fino ai denti e con l’intenzione di compiere una strage.

L’evento, che poteva trasformarsi in un nuovo capitolo della Guerra che il terrorismo mediorientale ha dichiarato all’Occidente, è diventato invece un atto eroico compiuto da tre ragazzi (e un signore inglese) che hanno saputo agire in un momento di massimo pericolo, fermando il terrorista e salvando molte vite umane.

15:17 – Attacco al Treno e la trilogia dell’eroe americano di Clint Eastwood

Con 15:17 – Attacco al Treno, Clint Eastwood conclude la sua trilogia di storie di eroi americani, dopo American Sniper e Sully. Tutti e tre i film sono basati su storie vere recenti. Il film in questione ha in comune con American Sniper l’ambientazione militare e con Sully il fatto che la vicenda protagonista si svolga in pochissimi minuti e che intorno a questi minuti sia stato costruito un intero film. Per Sully, si trattava di mettere sulle spalle di Tom Hanks l’intero film, affidandogli il ruolo dell’eroe americano puro: il pilota di linea Chesley ‘Sully‘ Sullenberger, professionista integerrimo, estremamente esperto nel suo lavoro.

In questo caso, Eastwood fa il passo successivo, affidando ai veri Anthony Sadler, Alek Skarlatos e Spencer Stone il ruolo di se stessi in tutto l’arco del film, che parte dalla radice della loro amicizia. Quello che sembra un excursus banale e raffazzonato sull’infanzia dei tre ragazzini è in realtà disseminato di piccoli indizi che ci spiegano in che ambiente sono cresciuti. La fede cieca in Dio, la passione per la guerra, la vocazione, quasi spasmodica, a voler salvare vite umane, a voler fare del bene.

La cosa che paradossalmente sorprende del film è che i ragazzi protagonisti sono assolutamente normali, anzi mediocri: non riescono ad eccellere nemmeno nei settori in cui vorrebbero primeggiare, come notiamo nella prima parte del film. Mentre nella seconda, dove ci viene raccontato il viaggio in Europa e l’effettivo scontro, si rivelano i turisti medi, con tanto di rappresentazione banale del Vecchio Continente visto attraverso i loro occhi. Roma diventa una sfilata di monumenti con mandolini in sottofondi, Venezia solo canali e musei, Berlino un bacino di Storia (esclusivamente la Seconda Guerra Mondiale), Amsterdam un luogo di divertente perdizione.

Fino ad arrivare su quel treno per Parigi, dove in pochissimi minuti girati in maniera ineccepibile, Eastwood mette in scena il sangue freddo di tre normalissimi ragazzi di fronte a un’emergenza. E forse, allo spettatore spaesato che pensa di trovarsi di fronte a un brutto film, bisogna suggerire o sottolineare proprio questo. Il regista normalizza l’atto eroico, raccontando effettivamente il livello medio di questi ragazzi.

Clint Eastwood non fa niente per migliorare i suoi protagonisti, a loro agio davanti alla macchina da presa, li racconta per come sono e forse proprio per questa loro mediocrità siamo disposti a essere dalla loro parte, a essere fisicamente con loro sul quel vagone, a sentirci coinvolti alla fine, persino commossi da questo atto di coraggio.

Anthony Sadler, Alek Skarlatos e Spencer Stone sono eroi che hanno ricordato al mondo che ancora esiste un’America buona, ma restano normali, anzi mediocri. La retorica eastwoodiana trova il suo coronamento in 15:17 – Attacco al Treno, muovendosi sul confine tra consapevolezza della propria americanità e presa di coscienza che quella stessa è sempre più messa in discussione.

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
1517-attacco-al-trenoLa retorica eastwoodiana trova il suo coronamento in 15:17 – Attacco al Treno, muovendosi sul confine tra consapevolezza della propria americanità e presa di coscienza che quella stessa è sempre più messa in discussione.