Baciato dalla fortuna: recensione del film di Paolo Costella

Baciato dalla fortuna

A Natale mi sposo, con Massimo Boldi e Vincenzo Salemme, Paolo Costella torna nelle sale con una commedia dai toni farseschi, in cui a farla da padrone è ancora Salemme, nei panni di Gaetano. In Baciato dalla fortuna Gaetano è un vigile napoletano che vive a Parma, “classicamente” sfortunato: la sua compagna Betty/Asia Argento, ristoratrice supersexy, lo tradisce con l’attraente comandante Grandoni/Alessandro Gassman, mentre lui è occupato a destreggiarsi con sempre crescenti problemi economici, visto l’alto e incongruo tenore di vita che conduce assieme a Betty. È vessato anche sul lavoro dal comandante Grandoni, ha due “sinceri” amici (Dario Bandiera/Nicola e Giuseppe Giacobazzi/Osvaldo), gioca sempre al lotto e non vince mai. Quando pare che finalmente, dopo anni di giocate, abbia vinto il massimo montepremi, tutta la città, che prima lo snobbava, si fa accondiscendente e disponibile con lui, sperando di ottenerne vantaggi, ma non tutto è come sembra.

 

Baciato dalla fortuna deve molto a Salemme, dal momento che il tutto parte da un atto unico per il teatro utilizzato come soggetto, scritto da Salemme stesso, e dalla sceneggiatura, inizialmente opera sua assieme a Massimiliano Bruno, e che poi ha visto collaborare Paolo Costella, chiamato anche a dirigere.Commedia giocata sul registro farsesco, dicevamo, che punta molto sulla comicità di situazione, sull’equivoco (espediente classico) e su una recitazione spesso sopra le righe. È la concezione comica che hanno sposato tutti gli attori del cast, accentuando moltissimo le caratteristiche dei loro personaggi. Si pensi a quello di Asia Argento, ristoratrice focosissima, “romanaccia” e greve (nella prima scena in cui la vediamo l’elemento della sensualità, come quello di un’aggressività brutale, sono sottolineati il più possibile).

Lo stesso accade per Alessandro Gassman/Grandoni: bello, ma donnaiolo, ipocrita, falso, e chi più ne ha più ne metta. Pregio e difetti sono sottolineati in ogni occasione (ad esempio, più donnaiolo non potrebbe essere: incontra di continuo e guarda sempre interessato le belle donne di Parma, le conosce tutte e ha una relazione in corso con due di loro – oltre a Betty anche Teresa/Elena Santarelli, moglie di Nicola/Bandiera. Anche Nicole Grimaudo (che si cimenta con la sua prima commedia) è un’amica di Gaetano, assillante fino all’esasperazione. Questi toni esageratamente marcati però non giovano, anzi finiscono per risultare ridondanti, e stancare.

Stesso discorso vale per la comicità di situazione, con schemi ripetuti, e dunque prevedibili: la Argento che picchia, dà pugni, gomitate e quant’altro, infierendo su Salemme e Gassman ogni volta che può, anche più volte nella stessa sequenza; Grimaudo/Anna che entra in scena alle spalle di Salemme spaventandolo con uno scherzo (accade più volte); i due vigili “amici” di Gaetano, che prima si mostrano comprensivi con lui e poi lo scaricano, in due scene simili per concezione (dopo la prima, già sappiamo come si evolverà la seconda). Il personaggio centrale, Gaetano/Salemme, poi, condivide con gli altri alcuni dei tratti sopra descritti. Inoltre, come suo costume, ripropone in chiave moderna lo stile della tradizione napoletana, che rimanda a Totò (si pensi alla sua mimica facciale, o ai duetti con Gassman e Maurizio Casagrande – il direttore di banca) senza però i guizzi geniali del grande maestro e puntando su una comicità più facile, anche nelle battute, nei dialoghi.

La commedia Baciato dalla fortuna non vuol essere certo buonista, anzi, fotografa un’Italia meschina, egoista, col mito del denaro, che però scarseggia sempre e si può solo sognare. Un denaro per cui si sarebbe disposti a fare qualunque cosa. L’italiano medio qui è opportunista, ipocrita e vive al di sopra delle proprie possibilità. Dunque, anche attualità e comportamenti riscontrabili nella nostra realtà quotidiana, nonché critica sociale. Il tutto si voleva alleggerire con i toni della farsa, ma forse lo si è fatto troppo, e la cattiveria, l’elemento corrosivo spesso finisce per non essere molto più che un espediente comico.

Piacerà certo a chi trova comici i meccanismi dell’accumulazione e dell’eccesso, e non cerca particolare originalità. Convincerà meno quanti, come chi scrive, preferiscono una comicità più misurata, o più sottile, o vorrebbero essere stuzzicati da una maggiore varietà. Baciato dalla fortuna uscirà nelle sale il prossimo 30 settembre, prodotto da Medusa e Rita Rusic.

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