Berlinguer – La grande ambizione: recensione del film di Andrea Segre #RoFF19

Elio Germano nei panni di Enrico Berlinguer, uomo e leader politico, il suo rapporto con la gente, il sogno della via italiana al socialismo e la fatica quotidiana per tentare di realizzarlo.

-

È affidato ad Andrea Segre con il suo Berlinguer – La grande ambizione (qui il trailer) l’onore e l’onere di aprire la sezione Concorso Progressive Cinema della 19esima edizione della Festa del Cinema di Roma. Tante figure di politici italiani il nostro cinema ha raccontato, provando a immaginare il privato al di là del personaggio pubblico, portando agli spettatori la vicenda umana assieme all’agire politico. De Gasperi, Moro, Andreotti, Craxi, solo per citarne alcuni tra i più rappresentati dalla settima arte. Mancava però un film di finzione, incentrato sulla figura dello storico leader del PCI, Enrico Berlinguer (c’era stato invece, nel 2014, il documentario di Walter Veltroni Quando c’era Berlinguer).

 

Una figura, quella del segretario, amatissima dalla gente e portatrice di una visione politica che – dalla via italiana al socialismo al compromesso storico con la Democrazia Cristiana – cercava con incrollabile determinazione di coniugare il sogno e l’utopia con il realismo politico. Il timore da parte del mondo del cinema era forse, legittimamente, quello di togliere qualcosa, di non riuscire a rendere efficacemente sullo schermo le molteplici sfaccettature del politico e dell’uomo Berlinguer. Tenta l’impresa però oggi, a quarant’anni dalla morte del Segretario del PCI, avvenuta l’11 giugno 1984 a Padova, proprio il regista Andrea Segre, autore di film e documentari – Io sono Li, L’ordine delle cose, Welcome Venice.

- Pubblicità -
 
 
Berlinguer. La grande ambizione
Berlinguer. La grande ambizione © Vivo film, Jolefilm, Tarantula, Agitprop

Pochi ma intensi anni nella vita di Enrico Berlinguer

Berlinguer – La grande ambizione prende in esame una manciata di anni: dall’elezione di Allende in Cile, seguita dal golpe di Pinochet nel 1973, all’uccisione di Moro nel 1978. L’evento che decretò di fatto la fine del compromesso storico, così come Berlinguer e Moro stesso lo avevano pensato. Sono gli anni in cui il PCI guidato da Enrico Berlinguer raggiunge l’acme dei consensi. Il film racconta la determinazione e la fatica del segretario per affermare la possibilità di una via democratica al socialismo, distaccandosi dall’influenza sovietica e dalle sue derive autoritarie.

Mostra poi come la sua visione politica, condivisa con Aldo Moro per dar vita al compromesso storico, venga pagata a caro prezzo fin da subito. Da Berlinguer con l’attentato subìto a Sofia nel 1973 e più tardi da Moro con la vita. Sono anni di lotte e di successi per il PCI, culminati con quello elettorale del 1976. Poi il clima cambia. Il compromesso storico divide la politica e la cittadinanza e il terrorismo inizia a mietere vittime, fino al rapimento e all’uccisione di Moro, che gela le speranze del PCI al governo e di un possibile patto con la Democrazia Cristiana.

Berlinguer e le sue parole

Il regista parte dal presupposto che un racconto di Berlinguer non si possa fare senza le sue parole. I suoi discorsi in pubblico la fanno da padroni nel film, il suo linguaggio. Questo accade soprattutto nella prima parte del lavoro e sembra essere un limite. Sebbene si tratti di un linguaggio chiaro e comprensibile a tutti, ma non semplicistico, nato dall’esigenza di portare concetti complessi alla portata del più vasto uditorio possibile, un approccio così legato alla parola appesantisce e a tratti rallenta la narrazione.

Berlinguer e il rapporto con la gente

A fare da contrappeso all’elemento verbale, vi sono le immagini. Quelle di repertorio restituiscono momenti vividi e di grande partecipazione popolare, di forte impatto emotivo, specie in un’epoca come la attuale, in cui si misura tutta la distanza che si è consumata tra i cittadini e la politica. I volti della gente ai comizi, le manifestazioni. Le immagini di finzione mostrano momenti di incontro ravvicinato con i lavoratori. Incontri in cui Berlinguer si mette a disposizione di un confronto alla pari in maniera del tutto naturale. È anche per questo che la gente, che non gli risparmia critiche e richieste, lo percepisce vicino.

Berlinguer. La grande ambizione film 2024 – Lucky Red

Berlinguer privato

Vi è poi il Berlinguer marito e padre, la condivisione in famiglia degli ideali e delle lotte politiche, la capacità di spiegare ai figli l’essenza della sua visione, comunista e socialista, in modo semplice ed efficace, senza eccessi, ma con passione. Ma ci sono anche l’amata Sardegna e le gite in barca con la famiglia. Si pone poi l’attenzione su piccoli elementi, gesti quotidiani, abitudini, che fanno emergere l’umanità del personaggio. Ciò contribuisce a comporre un quadro che pian piano, con garbo, delicatezza e coi suoi tempi, riesce a coinvolge il pubblico.

L’interpretazione di Elio Germano

Per questa interpretazione, Elio Germano sceglie una chiave minimalista, che si adatta al carattere schivo del leader politico in questione. La somiglianza fisica non ne è il punto di forza e l’accento sardo non è impeccabile. Da apprezzare invece la capacità di tratteggiare con piccoli cenni la parte emotiva: dall’aspetto ironico alla passione politica stessa, che non è urlata, né platealmente esibita, ma emerge ugualmente con forza. Berlinguer – La grande ambizione restituisce l’immagine di un uomo di grande rigore, innanzitutto con sé stesso, ancora prima che nel dettare la linea del partito, e al tempo stesso aperto e dialogante in modo autentico.

Il cast guidato da Elio Germano

Un cast di tutto rispetto vede impegnati, accanto a Elio Germano, Elena Radonicich nel ruolo della moglie Letizia, Roberto Citran, che interpreta Aldo Moro, Francesco Acquaroli, Pietro Ingrao, Paolo Pierobon, Andreotti, Fabrizia Sacchi, Nilde Iotti, senza dimenticare Paolo Calabresi, Giorgio Tirabassi, Andrea Pennacchi. Berlinguer – La grande ambizione non riesce forse a pieno a far ritrovare al pubblico Enrico Berlinguer, ma riporta sullo schermo lo spirito dell’uomo e soprattutto la potenza di quel rapporto con la gente che forse nessun altro come lui ha saputo creare.

 

Berlinguer – La grande ambizione
3

Sommario

Andrea Segre porta sullo schermo lo spirito di Berlinguer e soprattutto il suo stretto rapporto con la gente.

Scilla Santoro
Scilla Santoro
Giornalista pubblicista e insegnate, collabora con Cinefilos.it dal 2010. E' appassionata di cinema, soprattutto italiano ed europeo. Ha scritto anche di cronaca, ambiente, sport, musica. Tra le sue altre passioni c'è proprio la musica (rock e pop), assieme alla pittura e all'arte in genere.

ALTRE STORIE