Big Eyes: recensione del film di Tim Burton

Big Eyes film

Basato sulla vera storia della famosa pittrice Margaret Keane, che con i suoi grandi occhi ha rivoluzionato la pittura americana, Big Eyes è una bella confezione all’interno della quale si agitano sentimenti oscuri e umani, come l’avarizia, l’amore per l’arte, il bisogno di avere qualcuno accanto e l’ambizione dell’affermazione di sé.

 

Dopo Ed Wood, Tim Burton si cimenta di nuovo nel biopic, e lo fa con la storia di Margaret e Walter Keane, coniugi artisti che nascondono un segreto. Lui, aspirante pittore ma incapace di poggiare il pennello su tela, ha uno spiccato gusto per gli affari e una buona capacità di vendersi, lei è una talentuosa donna con un universo interiore colmo di emozioni e sensazioni che riversa nei grandi occhi dei bambini che ritrae. I due si incontrano e si sposano, ma la smania di fama e ricchezze di Walter lo spinge a impossessarsi della proprietà intellettuale dei quadri dipinti dalla moglie e a venderli a suo nome, dopotutto Margaret firma i quadri con il suo cognome da sposata: Keane. Ricchezza e lusso arriveranno prestissimo, fino a che la donna non deciderà di rivolere indietro la propria vita e i propri “figli”.

Big Eyes, il ritorno di Tim Burton

Big Eyes recensione

Dopo la felicissima parentesi di Frankenweenie, non a caso un progetto che nasce dal suo passato, Tim Burton ritorna a realizzare un film con un’anima a metà, in cui i suoi personaggi sono animati da una vita che non sembra affondare nella realtà dei sentimenti viscerali che vorrebbero invece incarnare. E seppure Amy Adams e Christoph Waltz riescono a svolgere il loro lavoro con la consueta bravura, a fine film sembra che manchi qualcosa, forse proprio il cuore, in una storia che sarebbe stata più a suo agio nelle mani di un regista più portato a raccontare il cuore delle persone piuttosto che i turbamenti e i sogni.

A parte qualche piccola divagazione nel grottesco, che fa sentire presente e forte la mano di Burton, il film scorre indolore, rapido, senza grossi scossoni e senza un grande coinvolgimento. Un pezzetto di scenografia, un colore, l’utilizzo della fotografia che cerca di rivelarci la vera natura dei personaggi, la messa in scena, rivelano che l’occhio di Burton è stato vigile, attento e presente, anche se il suo estro registico si sente molto meno.

Big Eyes è un bel film che racconta una toccante storia vera legata all’arte, al suo valore e alla sua importanza nella vita delle persone che sanno accoglierla, ma resta un prodotto quasi anonimo, pur spiccando per la sempre straordinaria presenza di Amy Adams.

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