
Raccontare la realtà secondo il proprio punto di vista è però un istinto primario di chi lavora nell’industria audiovisiva, e quindi, per fortuna, i documentari si fanno lo stesso.
Questo è il caso di C+a+C Arresta il sistema, il primo capitolo, come viene definito dalle due registe, Pamela Garberini e Anna Coluccino, del progetto Il dito e la luna, che intende raccontare il caos che si agita nel mondo attraverso reportage di viaggio in zone in cui l’urgenza e la necessità di cambiamento sono più vive che altrove.
C+a+C Arresta il sistema – Il primo capitolo è dedicato alla Grecia, e quindi borsa e attrezzatura in spalla le due sono partite alla volta del Peloponneso per raccogliere quello che fino adesso, nel mare di informazioni su spread, elezioni e cambio di governo, non ci era mai arrivato: il sentimento popolare sulla crisi, anche l’orgoglio e la testardaggine del sopravvivere con dignità.
C+a+C Arresta il sistema – Il documentario è stato realizzato con passione e determinazione ed utilizzando anche un metodo di crowfunding che funziona moltissimo negli Stati Uniti attraverso il sito Kickstarter e che in Italia ha i suoi epigoni in Eppela e Produzioni dal basso.
Il progetto quindi è stato presentato sul sito di Eppela, e in pochi giorni il budget richiesto, 600 euro, è stato raccolto con offerte variabili, ognuna delle quali dava diritto ad una ricompensa che spazia dal nome nei titoli di coda fino alla copia in dvd del documentario.
Emergono quindi, nelle due ore del documentario, le storie, molte raccontate in italiano, fattore che amplifica la vicinanza tra la nostra situazione e quella greca, che ci mostrano come si è arrivati a portare un paese sull’orlo della bancorotta, dimezzando stipendi e pensioni e aumentando le tasse.

C+a+c è quindi un lavoro importante sotto molti aspetti: la genuinità e la spontaneità con la quale ci vengono date delle informazioni nuove e non filtrate attraverso il canale dell’ufficialità delle istitituzioni. E’ gente normale che parla e che vive la crisi sulla propria pelle ogni giorno. Secondo, è la modalità di realizzazione del documentario che dà una nuova linfa all’autoproduzione: attraverso il crowdfunding e molta determinazione i progetti validi non restano dentro un cassetto. Ultimo, il documentario è stato anche distribuito utilizzando canali non convenzionali, circoli Arci, centri sociali, la leggerezza del digitale permette di portare in giro più facilmente in giro le idee: dove c’è uno schermo, un lettore dvd, due casse e magari un po’ di sedie, si può fare una proiezione.
