cocainorso recensione

La scioltezza e la versatilità con cui Elizabeth Banks, regista di Cocainorso, sta attraversando da qualche tempo a questa parte le pieghe dell’industria dello show business hollywoodiano è qualcosa che merita sincera ammirazione. Come attrice ha recentemente centrato due notevoli successi artistici “impegnati” quali la miniserie Mrs. America e soprattutto il lungometraggio Call Jane, esordio alla regia di Phyllis Nagy di cui non si è purtroppo parlato abbastanza ma che vi consigliamo assolutamente di recuperare. Dietro la macchina da presa invece Banks continua un percorso votato alla leggerezza, e Cocainorso non poteva che dirigersi con coerenza verso tale direzione.

 

Cocainorso, tratto da una storia vera

Questa commedia mescolata al survival-horror che rivisita una storia realmente accaduta possiede proprio nella sua idea di partenza il DNA necessario per diventare un piccolo oggetto di culto, fattore che l’autrice sa sfruttare con intelligenza. L’immersione dello spettatore nell’universo filmico dominato dall’orso strafatto di cocaina è immediato, scintillante ed esplicitamente votato al divertimento. Insomma, Banks si affida ancora una volta al genere che conosce meglio  per declinarlo nella sua espressione migliore, evitando però inutili sovrastrutture: Cocainorso non vuole essere una teorizzazione o un “manifesto” al femminile, semplicemente cerca di divertirsi a far divertire il pubblico.

In un momento in cui il cinema di intrattenimento stenta visibilmente nel tentativo di regalarci contenuti originali, spesso nascondendo tale mancanza dietro la ridondanza della messa in scena – in particolar modo quando si possono adoperare a dismisura gli effetti speciali – Cocasinorso invece punta sulla follia dell’assunto di partenza e lo sviluppa grazie a una sceneggiatura che accompagna i vari personaggi in scena (ma leggete pure “vittime designate”, immaginiamo sappiate bene di che tipo di film stiamo scrivendo…) dentro una trama capace di proporre momenti di azione ben congegnati: su di essi si poggia infine una messa in scena mai indecisa, che non risparmia colpi bassi allo spettatore  quando si tratta di mostrare il proprio lato gore.

Cocainorso recensione film
© 2022 Universal Studios. All Rights Reserved.

Un cast di lusso

A questo gioco goliardico si prestano recitando a briglia sciolta Keri Russell, Alden Ehrenreich, Margo Martindale, O’Shea Jackson Jr., il compianto Ray Liotta e altri caratteristi di lusso (vi risparmiamo una sorpresa o due…). Un cast che riesce con efficacia a sottolineare l’assurdità di situazioni e avvenimenti senza però lasciar scivolare il tono dentro la parodia ridanciana.

Perché l’aspetto forse più interessante di Cocainorso è proprio quello di non sbilanciarsi mai veramente in favore della commedia: ovviamente l’intento è quello di far passare al pubblico un’ora e mezzo di stralunato divertimento, ma non soltanto necessariamente attraverso la risata. Il lato horror e la conseguente estetica “forte” che esso necessariamente comporta sono elementi fondanti del progetto, e Elizabeth Banks non se ne dimentica nella maniera più assoluta.

La rappresentazione dell’animale protagonista è sotto questo punto di vista emblematica: ai brevi momenti di comicità assurda dovuta dall’essere “strafatto” si contrappongono quelli in cui diventa una belva sanguinaria, rendendo Cocainorso un mix con una sua specifica energia, stridente quanto produttiva.

Cocainorso Keri Russell
© 2022 Universal Studios. All Rights Reserved.

Cocainorso è un ibrido interessante

Il film di Elizabeth Banks risulta un ibrido interessante, che intrattiene ma tutto sommato non concede quasi mai momenti di cinema liberatorio (i quali troppo spesso peccano di una certa frivolezza). Se proprio vogliamo trovare un limite al suo operato è probabilmente quello di essere fin troppo “intelligente”, o meglio costruito in maniera tale che la volontà di creare un film che funzioni si sovrappone alla ricerca dell’imprevisto, di quel qualcosa di magari imperfetto ma comunque originale, diverso.

Cocainorso, sia ben chiaro nel bene molto più che nel senso deteriore del termine, è esattamente quello che ci si aspetta da esso. Frizzante, sanguigno, in poche parole inattaccabile nel suo essere cinema d’evasione. Eppure si ha comunque l’impressione che qualche caduta di tono, qualche variazione inaspettata lo avrebbero reso ancor più interessante. Ma tant’è, quello che Elizabeth Banks, il suo cast di attori e il suo bestione zannuto hanno realizzato è decisamente divertente.

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