Come l’acqua per gli elefanti: recensione del film

Come l'acqua per gli elefanti

Arriva al cinema distribuito da Come l’acqua per gli elefanti, il film diretto da Francis Lawrence, con Robert Pattinson e Reese Witherspoon.

 

In Come l’acqua per gli elefanti  Jacob è un giovane studente di veterinaria, figlio di immigrati polacchi, che nel giorno del suo esame finale all’università perde entrambi i genitori in un incidente stradale. Siamo negli anni ’30 e gli Stati Uniti sono nel pieno della Depressione. Il ragazzo decide quindi di andare verso la città, ma sulla strada salta su di un treno che si rivela essere quello del circo itinerante dei fratelli Benzini. Entra subito nelle simpatie di un altro espatriato polacco, che gli troverà lavoro come spalatore di deiezioni degli animali. Il suo primo giorno di lavoro, Jacob rimane folgorato da Marlena, stella del circo oltre che moglie del bipolare August, capo della struttura. August alterna momenti di tenerezza e amore per la moglie a scatti d’ira che rivolge con la stessa violenza su esseri umani e animali. Dopo aver scoperto gli studi di Jacob, lo promuove veterinario del circo e in seguito addestratore della nuova attrazione: Rosie l’elefantessa. Grazie all’animale, ma anche a causa della sempre maggiore irascibilità del marito di Marlena, i due si avvicineranno inevitabilmente.

Come l’acqua per gli elefanti, il film

Francis Lawrence, regista di questo film, ha al suo attivo la regia di Constantine, film apocalittico con Keanu Reeves arcangelo e Io sono leggenda, altro film apocalittico con Will Smith. Anche in questo caso un animale accompagna la storia del film e c’è da dire che probabilmente è quello che riesce a procurare le maggiori emozioni. Come l’acqua per gli elefanti infatti, che vuole narrare una storia di amore osteggiato, durante la Depressione degli anni Trenta, non prende mai decisamente la strada del melodrammatico, i personaggi non sono mai delineati a livello caratterialmente profondo, non c’è un cattivo contro il quale opporsi e anche i buoni comunicano poca empatia. Christoph Waltz si impegna enormemente, riuscendo a caratterizzare con successo il suo personaggio come uno psicotico, non è alla fine il male assoluto, e dall’altro canto Robert Pattinson e Reese Witherspoon non sembrano mai disperatamente attratti l’uno dall’altra.

Le carte in tavola per un film che potesse sbaragliare il campo c’erano tutte: su tre personaggi principali, figurano due premi Oscar, con l’aggiunta da box office dell’idolo delle teenager in vena di riscatto attoriale. Il progetto però fallisce, visto che tra i tre non si percepisce un lavoro fatto in armonia, non ci sono tracce di chimica, ognuno recita  il suo ruolo a prescindere dalla presenza dell’altro. Di sicuro si cerca, anche attraverso la fotografia, virata sul giallo/ambra di Rodrigo Prieto di creare l’atmosfera di quegli anni, anche sottolineando l’assoluta assenza di idee riguardanti ad esempio, la violenza sugli animali o una certa etica professionale.

Inoltre, e questo è parte ormai delle strategie della distribuzione italiana, nel titolo si richiama il film di Alfonso Arau “Come l’acqua per il cioccolato”. Questo non vi tragga in inganno, i due non sono affatto tormentati, o osteggiati dalla società, la sicurezza della fuga che i due faranno insieme si percepisce già  dalle prime sequenze. L’elemento di distrazione da una storia essenzialmente lineare ce lo danno quindi gli animali, che come dice uno dei personaggi, sono al primo posto come importanza nello spettacolo. Anche in questo, inteso come opera filmica. La chiave di volta della storia Come l’acqua per gli elefanti, forse non a caso, ricade infatti nelle loro zampe.

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