E venne il giorno: recensione del film con Mark Wahlberg

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Le prime reazioni a E venne il giorno di M. Night Shyamalan sono state decisamente contrastanti, sia tra la critica più autorevole che tra gli spettatori occasionali. Le reazioni sono state molto diverse: c’è chi osanna l’ennesimo capolavoro del regista indiano, chi invece dichiara il totale fallimento dell’opera tacciando il film di banalità nei contenuti e nei pretesti drammaturgici.

 

E venne il giorno non è sicuramente tra i migliori di Shyamalan. I dialoghi sono abbastanza scontati, per non dire totalmente fuori luogo in più di una occasione, gli attori sono per la maggior parte monolitici. Dopo la splendida interpretazione in The Departed, che gli ha fruttato addirittura una candidatura agli Oscar, Mark Walberg delude (c’è chi dice che sia stato scelto apposta e che il suo personaggio sia volutamente “imbranato”, c’è chi invece sostiene un madornale errore nella scelta del protagonista); la bella Zooey Deschanel non fa altro che abbagliare il pubblico con il suo sguardo ceruleo, merito di madre natura e non certo di una sua particolare capacità recitativa. Spicca tra tutti John Leguizamo, che interpreti un mafioso (Carlito’s way di Brian de Palma), un nano ubriaco (Moulin Rouge! di Baz Luhrmann) o un giovane veronese violento (Romeo+Giulietta ancora di Luhrmann), quest’attore regala sempre performances intense e di alto livello.

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E venne il giorno e il talento di Shyamalan

Da un punto di vista tecnico E venne il giorno è comunque perfetto, il regista di Il sesto senso e di Signs ci da ancora una volta prova della sua profondissima conoscenza del mezzo cinematografico. Shyamalan è capace di fare appello alla parte più oscura dell’animo umano risvegliando paure che solo maestri come Hitchcock riescono tutt’oggi a smuovere.

Il vero pregio di questo film è proprio questo: un meccanismo della suspence costruito in maniera magistrale, che incolla lo spettatore alla poltrona fino alla fine e lo lascia senza respiro fino all’uscita dalla sala. Fare paura con niente, questa è stata la grande opera di Shyamalan con E venne il giorno. Non ci sono mostri, non ci sono catastrofi naturali evidenti, solo il vento d’incubo che porta con sè la più spaventosa e la più terribile delle minacce: la perdita dell’istinto di sopravvivenza. Non c’è niente di più soprannaturale, niente che fino oggi sia stato portato al cinema ha minato così nel profondo la sicurezza che si ha guardando su uno schermo una storia che non ci appartiene. Shoccante.

E venne il giorno
2.5

Sommario

Non c’è niente di più soprannaturale, niente che fino oggi sia stato portato al cinema ha minato così nel profondo la sicurezza che si ha guardando su uno schermo una storia che non ci appartiene. Shoccante.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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