Easy Girl: recensione del film con Emma Stone

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In Easy Girl Emma Stone è Olive, una ragazza che, a seguito di una piccola bugia, si trova in un mare di guai. Reputazione rovinata, migliore amica abbandonata e scuola in rivolta: Olive dovrà affrontare tutto questo per rimettere in piedi la sua reputazione. Easy Girl è una divertente commedia giovanilistica che si regge sul fondamentale ruolo di Emma Stone, bravissima e brillante, non solo perché ne è la protagonista ma soprattutto perché sembra l’unico carattere a tutto tondo, ben delineato e strutturato intorno ad una fisicità esile e briosa che tiene senza alcuna esitazione le redini del racconto.

 
 

Easy Girl, il film

Molti i temi accennati da una sceneggiatura che poggia leggere dita su ogni personaggio infondendogli vitalità: dal bullismo all’omosessualità giovanile, dal fanatismo religioso all’ipocrisia della buona società fino al nevralgico problema del pettegolezzo che al liceo può diventare una vera e propria condanna. La storia procede senza un vero e proprio crescendo, poiché da subito la narrazione sembra sfuggire un po’ di mano al regista che pure cerca di domarla con una regia rapida, con momenti da videoclip, ma il più delle volte sobria. E la bella Emma nei panni succinti di Olive cerca con tutte le sue forze di correre a destra e sinistra proprio come, nella finzione, cercherà una via d’uscita alla sua situazione in maniera confusa e disordinata.

Ottimi personaggi di contorno sono i genitori dell’adolescente Olive interpretati da due magistrali Stanley Tucci e Patricia Clarkson, controcorrente, irriverenti e sicuramente tra le cose migliori del film. Il titolo originale di Easy Girl è Easy A, citazione (che ben si comprende nel film) de La Lettera Scarlatta, il famoso romanzo di Hawthorne nel quale una donna commette adulterio e viene costretta ad andare in giro con una A rossa stampata sui vestiti, ed è questa la soluzione che sceglierà Olive. Quando le cose sembrano essere arrivate al punto di non ritorno la ragazza comincerà a sfruttare a suo vantaggio il suo presunto essere “una ragazza facile” andando in giro per la scuola con la stessa A cucita sui vestiti.

Il finale di Easy Girl è scontato e il lieto fine non tarda ad arrivare, fa cadere tutto l’anticonformismo che sembrava rendere questa protagonista così speciale e riduce il film ad un’altra commedia come tante. Ma alla fine non si cercano complicazioni, il film si lascia guardare e strappa qualche sorriso, senza troppo chiedere alla mente dello spettatore.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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