enola holmes Millie Bobby Brown

Arriva direttamente su Netflix la nuova declinazione del mito di Sherlock Holmes, questa volta però nei panni di Enola Holmes, la sorellina sedicenne. Il film, diretto da Harry Bradbeer (FleabagKilling Eve), arriva sulla piattaforma il 24 settembre ed è basato sulla serie di romanzi di Nancy Springer, The Enola Holmes Mysteries, ispirati proprio alle storie crime di Conan Doyle. Questa volta però al timone dell’indagine c’è Enola, e non più Sherlock, una ragazzina di 16 anni che ha il volto di Millie Bobby Brown, che torna a Netflix che, con Stranger Things, le ha dato la notorietà globale.

 

Enola Holmes, la trama

Enola vive da sola con sua madre, Eudoria (Helena Bonham Carter), che a differenza di tutte le signore benestanti dell’epoca, ha provveduto da sola all’educazione della figlia: storia, chimica, lotta corpo a corpo, libero pensiero, esercizi di logica, rebus e, naturalmente, niente corsetti! Una notte però la madre della ragazza sparisce, lasciando alla figlia degli indizi per farsi trovare. Anche se Enola è una ragazza sveglia, caparpia, indipendente, ha ancora 16 anni, quindi di fronte alla scomparsa della genitrice, viene affidata a Mycroft (Sam Claflin), il suo serioso fratello maggiore, che vorrebbe rinchiuderla in un istituto per signorine, così da supplire alla mancanza di educazione tradizionale che l’originalità della madre ha sottovalutato per la giovane donna.

Lei però scappa e si mette alla ricerca della madre. Lungo il suo cammino, però, incontra  Lord Tewksbury (Louis Partridge), un giovane rampollo che scappa dalla sua famiglia. Enola sente di dover aiutare il ragazzo, soprattutto quando scopre che è in serio pericolo, così alla ricerca della madre, affiancherà anche un altro caso da risolvere. Alle sue spalle, nell’ombra, si muove però un’altra persona, il suo secondo fratello, maestro del ragionamento deduttivo: Sherlock (Henry Cavill). Ebbene sì, Enola altri non è che Enola Holmes, sorella del grande detective e non troppo diversa da lui!

enola holmes recensioneEnola Holmes si presta benissimo alla serialità, dal momento che nell’arco della sua durata esaurisce un mistero per lasciarne un altro non completamente risolto. Questo potrebbe aprire la strada a molti altri episodi delle avventure della giovane detective sorella d’arte, dato anche il fatto che l’originale letterario è proprio una serie di romanzi. A sostenere questa ipotesi c’è la presenza di Millie Bobby Brown, che dismessi i panni di Undici di Stranger Things, qui si dimostra una giovane donna volitiva, caparbia, tenace e molto molto sveglia.

Si rompe la quarta parete ma non si cattura lo spettatore

Le scelte registiche di rompere la quarta parte e di aggiungere scene animate, rebus e indovinelli sciolti con divertenti accorgimenti di montaggio rende il ritmo veloce, la storia divertente, peccato però per gli interpreti. Carter è l’ombra di se stessa, Claflin scompare, soprattutto se si paragona questa alla sua performance nella quinta stagione di Peaky Blinders, Cavill è poco più di una comparsa che fa da tappezzeria, e Brown, sebbene sia fiorita in bellezza, ha molto poco della veracità e della spontaneità che l’aveva resa molto credibile nella prima stagione di Stranger Things. Smorfiette e sguardo in macchina non aiutano.

Enola Holmes snocciola tutti i punti principali di un coming of age in chiave femminile e (ci prova) femminista, tanto che, naturalmente, la conclusione romantica non rappresenta un punto di arrivo per il personaggio, che invece comincia a scrivere davanti a sé un radioso futuro da detective, e un’infinita possibilità di sequel per Netflix.

- Pubblicità -