Arriva oggi al cinema Fantastic 4 – I Fantastici Quattro, quello che è stato additato come il più grande flop dell’anno, bersagliato sin dall’annuncio del cast protagonista da esperti “fumettari” e nerd da tastiera che vedevano nella nuova disposizione delle cose un tradimento allo spirito della prima famiglia Marvel.
Prodotto dalla 20th Century Fox e diretto dal talentuoso Josh Trank, Fantastic 4 – I Fantastici Quattro racconta proprio la nascita di questa famiglia speciale. Conosciamo Reed e Ben (Miles Teller e Jamie Bell) da piccoli, quando diventano amici per la pelle e complici in un esperimento che anni dopo cambierà la loro vita. Conosciamo poi Sue (Kate Mara) intelligente e metodica, figlia adottiva del professor Storm, che ha anche un altro figlio, Johnny (Michael B. Jordan), testa calda e pecra nera che spreca il suo talento. Nell’ombra, c’è Victor Von Doom (Toby Kebbell) scienziato dotato di acume ma anche di un pessimo carattere e di una visione apocalittica del futuro.
Il geniale debutto con Chronicle era un buon biglietto da visita che però si è scontrato con un modus operandi che non si è ben amalgamato con le intenzioni produttive, facendo di Josh Trank il capro espiatorio di un innegabile flop al botteghino straniero.
L’idea di Trank era geniale nelle premesse, poco efficace nello svolgimento. Un affascinante incipit si sviluppa in un racconto altrettanto interessante ma che si arena nei meandri dell’introspezione psicologica dei protagonisti. Tutto a scapito della componente action e del finale inevitabilmente frettoloso, con una dimensione aliena e una componente sci-fi che viene accennata ma mai davvero indagata e rimane per forza di cose sullo sfondo.
Quello che invece è più interessante e per certi versi innovativo è proprio la dimensione umana, la sofferenza della trasformazione, il non sentirsi se stessi, la paura del cambiamento, il rifiuto e la rassegnazione. Questi sentimenti, fino a ora un po’ troppo scontati in un mondo cinematografico di supereroi in cui la creatura straordinaria è figura assodata, diventano il cuore del film, che assume i toni drammatici che ricordano i primi film degli X-Men, in cui la paura di non essere accettati e il non accettare se stessi generano un’immediata immedesimazione.
Nonostante i problemi logistici, dentro e fuori dal set, che hanno funestato ogni singola fase di questo progetto, Fantastic 4 – I Fantastici Quattro riesce, con tutti i suoi limiti narrativi, a restituire ai supereroi, resi infrangibili dai Marvel Studios e divini dalla Warner Bros, la loro umanità, la loro fragilità, la costante ricerca di un posto nel mondo, insomma, quello spessore drammatico che rende i personaggi dei fumetti una delle più universali forme d’arte mai partorite dall’uomo.