Fingernails – Una diagnosi d’amore: recensione del film Apple TV+

Il film è un toccante e poetico dramma che si interroga sulla natura dell'amore. Dal 3 novembre su Apple Tv+.

Fingernails - Una diagnosi d'amore Recensione
Jeremy Allen White e Jessie Buckley in Fingernails - Una diagnosi d'amore

Alcuni ritengono che l’Amore sia la malattia più diffusa del mondo, nonché incurabile. Tra gli effetti fisici che può causare ci sono eccessiva sudorazione, battito cardiaco accelerato, contrazione dello stomaco e perdita dell’appetito. Per non parlare, poi, degli effetti psichici, come enorme stress, inspiegabile adrenalina, dipendenza emotiva e tremenda confusione. Ma nonostante tutto questo, l’Amore resta la malattia più bella, profonda e coinvolgente di sempre. Ed è un po’ ciò che cerca di dirci il regista greco Christos Nikou nel suo dramma romantico Fingernails – Una diagnosi d’amore, disponibile dal 3 novembre su Apple TV+.

 

Dopo il suo esordio alla regia con il misterioso film metafisico Apples (2020), Nikou torna dunque ora con una tenera e intima storia d’amore che vanta un cast di grandi interpreti: la candidata all’Oscar Jessie Buckley (Women Talking, Sto pensando di finirla qui), il premio Oscar Riz Ahmed (The Sound of Metal) e il vincitore del Golden Globe Jeremy Allen White (The Bear, Shameless)

Fingernails – Una diagnosi d’amore: la trama del film

Anna (Jessie Buckley) e Ryan (Jeremy Allen White) sono l’uno per l’altra il vero amore. E a certificarglielo è stato il Love Institute, un istituto scientifico che utilizza un controverso macchinario all’avanguardia che – attraverso l’analisi di un’unghia – è in grado di verificare se i partners siano davvero innamorati. Ma, a distanza di anni da quest’accurata conferma, Anna non è più certa di ciò che prova, sentendosi sola e persa. Interessata a comprendere tutti gli aspetti e le evoluzioni dell’amore, decide di mettere da parte la sua professione di insegnante per accettare un lavoro presso il Love Institute. È qui che incontra Amir (Riz Ahmed), un ermetico e sensibile scienziato che la porterà ad interrogarsi sui limiti del macchinario.

«Come puoi sapere con certezza di aver trovato il vero amore? Immagina un test che potrebbe dare una risposta definitiva a questa domanda confrontando l’unghia di una persona con quella dell’altra. Vorresti conoscerne il risultato? E riusciresti ad accettarlo?» – Fingernails

Fingernails - Una diagnosi d’amore Jessie Buckley Riz Ahmed
Jessie Buckley e Riz Ahmed in “Fingernails – Una diagnosi d’amore”.

L’Amore come malattia, il progresso come controllo

Con una regia poetica e delicata, Christos Nikou racconta una triste storia d’amore dove l’innamoramento è considerato doloroso e terrificante quanto una malattia. Ce lo preannuncia nei titoli di testa, dove allude anche a una breve spiegazione del titolo: “I primi segnali dei problemi di cuore spesso si riscontrano in macchie, fragilità o decolorazione delle unghie”. L’Amore di Nikou, al pari di una malattia cardiaca, ritrova nelle unghie la chiave essenziale (e metaforica) per la propria diagnosi. I protagonisti, per sentirsi sicuri di aver trovato il vero amore, si sottopongono a un brutale test, in cui l’estrazione dell’unghia avviene senza alcuna anestesia né esitazione. In fondo, niente al mondo è tanto potente da riuscire ad anestetizzare lo straziante dolore che solo l’Amore sa provocare.

E se da un lato Nikou scava nei sentimenti e desideri più intimi e controversi degli esseri umani, dall’altro denuncia ed elenca le criticità di una società algoritmica, fredda e categorica, in cui l’evoluzione tecnologica arriva a dettare regole anche su un sentimento così complesso e individuale. Ma per quanto la scienza possa fare passi avanti, l’Amore scompone e sconvolge ogni cosa, ogni verità, lasciando sempre più domande che risposte.

Tutti, almeno una volta nella vita, come Anna

A calamitare l’attenzione del pubblico sull’opera di Nikou – a tratti un po’ troppo lenta e flemmatica – è senz’altro la bellissima e brillante interpretazione di Jessie Buckley. Anna, con la sua estrema semplicità e delicatezza, racconta i continui tentativi e compromessi che l’Amore richiede ogni giorno e che non sempre hanno l’effetto sperato. Mentre lei cerca di ricreare atmosfere melense e passionali e dare nuovi stimoli alla relazione, Ryan risponde con assordante monotonia e indifferenza. Non coglie i segnali d’attenzione di lei e, anzi, arriva addirittura a ignorarli quando Anna gli presenta con sincerità tutti i dubbi in cui sta annegando. Ed è proprio ciò che vive la goffa e irrequieta protagonista di Fingernails a rendere la storia tristemente vera e “universale”, al di là dell’eccessiva drammatizzazione e del tono più fantascientifico e surreale.

Fingernails - Una diagnosi d’amore Jessie Buckley
Jessie Buckley in “Fingernails – Una diagnosi d’amore”

Un film d’autore stanco dei cliché della commedia romantica

Con sottile umorismo – espresso attraverso le curiose pratiche del Love Institute (come, per esempio, l’uso del francese perché è “la lingua più erotica di tutte”, o il rumore della pioggia diffuso nell’edificio perché “stimola il romanticismo”) – il regista gioca con i cliché e déjà vu della commedia romantica per narrare un amore più silenzioso, disinvolto e privo di esibizionismo. Dopo Apples, Nikou dà dunque una nuova dimostrazione del suo film d’autore, tanto assurdo e incomprensibile quanto sincero e reale. Un film d’autore quasi ossimorico nella sua essenza, che altro non vuole che stimolare il pubblico a interrogarsi e responsabilizzarsi sulle proprie emozioni.

Come spiega Amir ad Anna, Guardare una storia d’amore è rassicurante, ma l’amore – così come questo film di Christos Nikou – non lo è.”

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RASSEGNA PANORAMICA
Annarita Farias
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fingernails-una-diagnosi-damoreCon sottile umorismo, il regista gioca con i cliché e déjà vu della commedia romantica per narrare un amore più silenzioso, disinvolto e privo di esibizionismo. Dopo Apples, Nikou dà una nuova dimostrazione del suo film d’autore, tanto assurdo e incomprensibile quanto sincero e reale. Un film d’autore quasi ossimorico nella sua essenza, che altro non vuole che stimolare il pubblico a interrogarsi e responsabilizzarsi sulle proprie emozioni.