La recensione di Hotel Artemis non potrà certo restituirne i colori e l’energia, ma quel che è certo è che il film, esordio alla regia di Drew Pearce, attirerà sicuramente molti spettatori al cinema, data la bellezza di un cast che ruota intorno a Jodie Foster, ma che conta tantissimi volti noti: Dave Bautista, Sofia Boutella, Sterling K. Brown, Jeff Goldblum, Jenny Slate, Zachary Quinto e Charlie Day sono gli altri attori riconoscibili in un film anarchico e disordinato, ma a suo modo affascinante.

 

La premessa è quella di un futuro non troppo lontano ma certamente distopico: nella Los Angeles del 2028, l’acqua è stata appena privatizzata, causando una serie di scontri e rivolte molto violente, che coinvolgono non solo i gruppi di civili arrabbiati ma anche una serie di criminali e di organizzazioni clandestine, che costruiscono la loro attività proprio intorno ai guadagni illeciti che derivano dalla privatizzazione di unbene primario.

L’Hotel Artemis è una pensione per criminali, gestita dall’Infermiera (Foster), e qui si recano tutti quei poco di buoni, di diversi livelli di pericolosità, che hanno bisogno di un tetto e di “riparazione”, l’Hotel è infatti non solo un albergo ma anche una specie di pronto soccorso, dotato di ogni tipo di tecnologia medica per salvare la vita a chiunque si rechi in quel posto, con qualunque tipo di ferita o menomazione.

In questo crogiolo di personaggi, le cui storie trovano il modo di incrociarsi, si srotola una storia che ha molto poco di strutturato e in cui sembra tutto avvenire per una pura coincidenza, un’espediente decisamente troppe volte sfruttato, nel corso dei 90 minuti di film, per essere credibile. Piuttosto sembra pigrizia di scrittura da parte di chi, invece, aveva dimostrato di essere in grado di realizzare buoni script per film d’azione altrettanto buoni.

Drew Pearce è infatti sceneggiatore di Iron Man 3, Mission: Impossible – Rogue Nation e Fast & Furios – Hobbs and Shaw. Per la sua prima regia però, Pearce sceglie il primo film da lui firmato che ha come protagonista una donna, e la scelta si rivela tremendamente infelice.

Il film sembra svilupparsi in maniera superficiale sul personaggio di Jodie Foster, tuttavia la storia, estremamente concentrata sul qui ed ora, fa apparire deboli e pretestuosi tutti i momenti dedicati all’approfondimento del passato, suo o di altri personaggi. Un peccato se invece si considera il fatto che la parte action del film è la migliore, dal momento che Pearce si dimostra abile a gestire gli spazi angusti della location principale, ovvero corridoi e camere d’albergo.

Hotel Artemis è un colorato pasticcio, pieno di violenza, sangue, botte e storie. Peccato che queste ultime siano relegate allo sfondo e diano vita a personaggi senz’anima, con i quali è davvero difficile entrare in sintonia.

Hotel Artemis, guarda il trailer

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
hotel-artemis-jodie-fosterHotel Artemis è un colorato pasticcio, pieno di violenza, sangue, botte e storie. Peccato che queste ultime siano relegate allo sfondo e diano vita a personaggi senz’anima, con i quali è davvero difficile entrare in sintonia.