I Puffi: recensione del film con Neil Patrick Harris

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Da Raja Gosnell, regista dei poco riusciti Scooby – Doo e Scooby- Doo 2: mostri scatenati, non ci si aspettava molto. Quando corse voce, infatti, che la Warner Bros. aveva scelto di affidargli la regia de I Puffi, un brivido di terrore era corso lungo molte schiene. Le piccole creaturine blu, nate dalla penna di Pierre Culliford detto Peyo, erano diventate famose negli anni ’80 quando i produttori Hanna e Barbera avevano deciso di dedicargli una serie animata. I bambini di ieri, dunque, attirati e al contempo impauriti dall’idea di vedere i loro beniamini trasformati in tridimensionali modellini CGI, possono tirare un sospiro di sollievo.

 
 

La nuova avventura dei I Puffi si svolge nel nostro mondo, ai nostri giorni, tra noi esseri umani. Inseguiti dall’imperterrito Gargamella e dal suo fido assistente Birba, i Puffi saranno costretti ad utilizzare il varco spazio temporale creato dalla Luna Blu per rifugiarsi nel mondo degli umani. Catapultati nella frenetica ed affollata cittadina di New York, questi strani ometti blu, alti due mele o poco più, dovranno fare i conti con gli usi e costumi di un pianeta che non conoscono, con esseri viventi che non si rispettano tra loro e, soprattutto, con la dilagante mancanza di sensibilità. Fortunatamente, gli uomini non sono tutti uguali: c’è ancora chi crede nell’amore e nella famiglia … E siccome, si sa, nel mondo delle favole tutto è possibile, ognuno avrà ciò che merita … nel bene o nel male.

I Puffi, il film

I Puffi

Sebbene l’idea di unire tridimensionalità, computer grafica e modellini CGI nella stessa pellicola, sia tutt’altro che originale – basti pensare a Garfield o al meno fortunato Hop-, non si può certo dire che Raja Gosnell non ne faccia buon uso. Gli sceneggiatori J. David Stem e David N. Weiss hanno deciso di far ruotare la storia de I Puffi restringendo il campo intorno ai sei protagonisti più “puffosi”, ops! Famosi: Grande Puffo, Puffetta, Brontolone, Puffo Coraggioso, Tontolone e Quattrocchi. Ad aiutarli, due tra gli attori comici americani più famosi della TV: Neil Patrick Harris (salito sul podio grazie al suo irriverente ruolo nella serie How I met your mother) e Jayma Mays (tra le protagoniste di Glee). Per il ruolo del cattivo, invece, il regista ha scelto Hank Azaria, che, grazie ad un accurato lavoro di make up, è diventato semicalvo, goffo e sdentato. Gli attori interagiscono piuttosto bene con i personaggi virtuali nonostante, spesso, ci siano evidenti errori di “proporzione”. La simpatia irriverente di molti Puffi, l’involontaria dolcezza di altri, la magia bianca e quella nera, non possono non far sorridere. Lo spettatore in sala, bambino di oggi o di ieri, infatti, non riesce a rimanere impassibile davanti all’allegria e ai buoni sentimenti che vengono messi in scena.

Se, dunque, “per la famiglia si fa qualsiasi cosa”, non dimentichiamoci che ognuno di noi – chi più e chi meno – ha considerato questi splendidi esserini colorati come dei compagni di viaggio che vivono la vita cantando, ballando e volendosi bene, ma soprattutto ritenendosi, appunto, parte di una sola, grande, famiglia.

Redazione
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