I viziati, la recensione della nuova commedia francese su Netflix

Una commedia francese tutta giocata sui luoghi comuni dei figli di papà, I viziati è il film ideale per riflettere ancora una volta sull'attaccamento al denaro

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I viziati è l’adattamento della celebre pellicola messicana Nosotros Los Nobles (2013) di Gary Alazraki. Il regista Nicholas Cuche ne fa una divertente commedia tutta francese, giocando sugli stereotipi del lusso e della ricchezza del Principato di Monaco. Anche grazie ad un cast eccezionalmente simpatico, I viziati ha scalato le classifiche di Netflix in pochi giorni dal rilascio sulla piattaforma.

 

La trama de I viziati

Francis è un imprenditore vedovo che vive e lavora nel Principato di Monaco. Nato povero, si è costruito da sé e ora può permettere ai tre figli ventenni una vita da mantenuti. Philippe (Victor Artus Solaro), il maggiore, inventa progetti strampalati senza mai svilupparli e passa le serate a sballarsi. Stella (Camille Lou) è viziata e arrogante, pronta a sposare il bell’argentino Juan solo per indispettire il padre. Alexandre (Louka Meliava), anarchico conquistatore di donne attempate, non vuole saperne di finire l’università. Francis, privo del supporto della moglie e sempre impegnato per lavoro, comprende di aver cresciuto i figli senza porre alcuna regola e di averli resi oltremodo viziati. Decide così di metterli alla prova: finge una bancarotta. Privati di carte di credito, cellulari e agi, i ragazzi si trovano a dover vivere a Marsiglia senza letteralmente un soldo in tasca. L’unica possibilità di salvezza è fare una cosa mai fatta prima: lavorare.

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Costretti a cercare lavoro ma senza alcun tipo di esperienza, StellaJuan e Alexandre affrontano un mondo a loro sconosciuto: quello dei lavori in nero e della povertà, scoprendo tutte le sfumature di una vita modesta…

Stella vs Alexandre vs Philippe

I tre fratelli sono indubbiamente i protagonisti de I viziati. Sono un trio improbabile, comico già solo a vedersi. Camille Lou, magra e sempre impeccabile affianca Louka Meliava, basso e fisicato, e il gigante paffuto Victor Artus Solaro. I litigi e le battutine tra i tre sono quei battibecchi tipici dei fratelli. Sono tre bambinoni, immaturi ed egocentrici, in netto contrasto con lo stoico Francis. Gerard Jugnot veste bene i panni del padre assente che per i sensi di colpa diventa incapace di imporsi a ogni desiderio dei figli.

I viziati: una storia alla francese

La gestualità e la mimica dei personaggi sono elementi forti del film, che danno una connotazione territoriale ad una trama che è diventata ormai internazionale. Per gli italiani infatti la storia de I viziati può sembrare già nota. Il film messicano Nosotros Los Nobles infatti è già stato adattato da Guido Chiesa nel 2015 con Belli di papà, commedia con Diego Abatantuono.

Come è successo per Benvenuti al sud e come accade spesso per le commedie, gli adattamenti spiccano quando riescono a modellarsi per bene con il contesto che rappresentano. I viziati riesce nell’impresa: la parodia della ricca società francese è ben orchestrata, a partire dall’ironica introduzione sui ”veri valori” dei giovani di Monaco. La villa lussuosa in stile Beverly Hills è l’unico elemento un po’ troppo ‘americano’ per un film francese, che però subito viene rimpiazzata dal vecchio casolare di Marsiglia in cui si ritrovano a vivere i protagonisti.

I valori nascosti dietro ai vizi

Non c’è nulla di nuovo nella morale del film: è il classico paragone tra vita agiata ma frivola e vita povera ma profonda, densa di affetti ed emozioni. Il ritorno alla campagna per riscoprire i valori veri dell’esistenza è un motivo che torna da secoli, ma che, a quanto pare, non stanca mai il pubblico.

Per i tre ragazzi, l’esperienza è una sorta di viaggio di formazione. Anche quest’ultimo un tema discusso all’infinito in ogni società. L’ingresso nella vita adulta, con tutti le difficoltà di adattamento e i disagi è ben rappresentato ne i Viziati. Il contrasto iniziale tra il mondo adulto di Francis, fatto di responsabilità, e quello giovanile, quasi infantile dei figli, dominato dal gioco e dal divertimento pian piano si annulla.

Per concludere, I viziati tutto sommato riesce bene perché tocca in modo ironico corde profonde dell’animo umano. Archetipi che, se ben maneggiati, sono potentissimi: la crescita, la fratellanza, l’invecchiamento.

 

Sommario

Grazie ad un cast eccezionalmente simpatico, I viziati tutto sommato riesce bene perché tocca corde profonde dell'animo, archetipi che, se ben maneggiati, sono potentissimi: la crescita, la fratellanza, l'invecchiamento.

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