Il Cecchino: recensione del film di Michele Placido

Il Cecchino

Il Cecchino è un film diretto da Michele Placido con protagonista l’attore francese Daniel Autiel.

 

Il Cecchino, la trama – Il capitano Mattei è a un passo dall’arrestare una famigerata banda di rapinatori di banche, quando un cecchino appostato sul tetto spara contro i poliziotti, per consentire ai suoi complici di fuggire. Ma uno dei rapinatori è gravemente ferito e i piani della banda devono cambiare. I banditi si rifugiano allora presso lo studio di un medico corrotto, e rimandano così la spartizione della refurtiva. Mentre Mattei organizza una feroce caccia all’uomo, per ognuno dei criminali inizia la discesa all’inferno.

Michele Placido accoglie l’invito dei cugini d’Oltralpe e va a dirigere un film francese con cast internazionale e con le ambizioni di un Romanzo Criminale alla francese, Il cecchino.

Il Cecchino è un buon film di genere, che ha forse il suo maggiore difetto in una sceneggiatura un po’ debole

Il cecchino si presenta come un solido poliziesco con tanto di psicopatico dalla doppia vita, donzella in difficoltà, storia d’amore e un oscuro passato in cui scavare per trovare le risposte che tutti cercano. Placido si dimostra all’altezza del compito, realizzando un bel film dalla fotografia fredda che rende Parigi una novella Londra, uggiosa e pericolosa perché è dall’altro che arriva il peri colo.

Con una buona costruzione della tensione il film ci mette davanti alla condizione di entrare in sintonia con i personaggi, con il capitano Mattei soprattutto (Daniel Autiel) che è il conduttore principale del racconto, anche se la trama si sfilaccia in più linee narrative. Ottima la prova degli attori francesi, dal già citato Autiel ai famosi Mathieu Kassovitz e Olivier Gourmet per finire con gli italiani Violante Placido e Luca Argentero che non se la cavano affatto male di fronte ad un cast importante e ad una lingua straniera.

Il Cecchino è un buon film di genere, che ha forse il suo maggiore difetto in una sceneggiatura un po’ debole nella parte centrale e che vuole forse indagare troppi temi contemporaneamente finendo per lasciarli tutti in sospeso.

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