Il collezionista di carte, recensione del film di Paul Schrader

The Card Counter

Definito sul red carpet il King of Venice vista la massiccia presenza di suoi lavori al festival (oltre al film in concorso anche Dune e la serie HBO Scenes from a Marriage) Oscar Isaac ha cominciato questa sua avventura al Lido come protagonista del film The Card Counter di Paul Schrader, distribuito in Italia in 232 sale cinematografiche a partire dal 3 settembre con il titolo più ridondante de Il Collezionista di Carte. Il film prodotto da Martin Scorsese, conserva il carattere duro e deciso dei precedenti film di Schrader e si concentra su pochi personaggi mostrandocene le varie sfaccettature. Il passato e i fantasmi che in esso si tentano di seppellire, un po’ i Leitmotive di questa mostra, sono centrali anche nella sceneggiatura di The Card Counter.

 

Il collezionista di carte, la trama

William “Tell” Tillich, Oscar Isaac per l’appunto, è un ex detenuto che mantenendo un basso profilo e “accontentandosi” di vincere piccole somme passa le sue giornate in solitaria spostandosi da un casinò all’altro giocando a Black Jack e contando le carte.

Vive nelle camere dei motel che, di volta in volta cambia, come un fantasma senza lasciare traccia. Nonostante i suoi tentativi di passare inosservato, viene però notato da La Linda (Tiffany Haddish) una donna che si occupa di mettere in contatto giocatori di poker promettenti con possibili investitori ma declina l’offerta.

Un giorno in uno dei tanti casinò dove sta giocando Tell si imbatte in un seminario sulla sicurezza tenuto dal maggiore John Gordo (Willem Dafoe), sua vecchia conoscenza, e le cose cambieranno. A quel punto il giocatore sarà costretto a richiamare La Linda e ad accettare la sua proposta per provare a chiudere i conti con il suo vissuto aiutando un ragazzo (Tye Sheridan) che condivide con lui, anche se indirettamente, un’esperienza traumatica.

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Oscar Isaac stars as William Tell in THE CARD COUNTER, a Focus Features release.
Credit: Courtesy of Focus Features

Solida regia e ottimo ritmo

La regia di Paul Schrader è solida e ritmata, il film coinvolge e intrattiene ma allo stesso tempo prende una chiara posizione politica e mette in luce un vergognoso fatto della storia recente troppo presto ripiombato nell’ombra.

Il passato del protagonista ci viene svelato tramite l’uso del flashback che attraverso le orchestrazioni messe in atto dalla regia di Schrader trascineranno visivamente anche lo spettatore nel vortice dei ricordi favorendo maggiormente la comprensione dei motivi che spingono il personaggio ad agire e i sensi di colpa che lo tormentano.

Chi correrà al cinema aspettandosi un film sul gioco della carte sul modello di 21 di Robert Luketic rimarrà sicuramente deluso, non è quella l’intenzione di Schrader che sfrutta un’ambientazione accattivante per raccontare la sua storia, ciò risulta ancora più chiaro nelle fasi finali del film in cui la partita più importante da giocare sarà quella lontana dal tavolo. Isaac regala un’interpretazione credibile e suadente, di concerto con il resto del cast ben amalgamato. 

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Simona Genovese
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il-collezionista-di-carte-paul-schraderChi correrà al cinema aspettandosi un film sul gioco della carte sul modello di 21 di Robert Luketic rimarrà sicuramente deluso, non è quella l'intenzione di Schrader che sfrutta un'ambientazione accattivante per raccontare la sua storia, ciò risulta ancora più chiaro nelle fasi finali del film in cui la partita più importante da giocare sarà quella lontana dal tavolo. Isaac regala un'interpretazione credibile e suadente, di concerto con il resto del cast ben amalgamato.